I trucchi in allevamento - Ultimi articoli inseriti https://suivet.it/trucchi-in-allevamento.aspx http://www.rssboard.org/rss-specification mojoPortal Blog Module it-IT 120 no Con una piccola modifica, il suino non si sacrifica (Dott. Francesco Tonon)

Una buona parte delle stalle dei maiali italiane risale agli anni del boom della suinicoltura.
In quei decenni di rapida crescita della produzione, lo stabile "classico" era costituito da un capannone suddiviso in box con accesso al parchetto esterno. Il pavimento era sempre pieno, sia all'interno che all'esterno. Successivamente, per risolvere i problemi legati alla pulizia che si effettuava giornalmente con l'acqua (= liquame da smaltire), il pavimento del corridoio esterno di defecazione veniva realizzato in fessurato con fossa sottostante. Ma con il permanere del pavimento pieno, i suini (o le scrofe in gruppo) soprattutto d'estate vanno a depositare le loro feci nella parte piena interna, preferendo riposare nella parte esterna più fresca. Ne consegue che in queste stalle datate, i suini sono spesso molto sporchi, pieni di feci, con una qualità dell'aria scadente a causa delle esalazioni.


Quindi, cosa fare per modificare questa situazione, con un investimento limitato, in questi vecchi capannoni?

Di seguito la soluzione effettuata da un allevatore.

Il primo passo è stato di tagliare il pavimento interno in senso longitudinale nella parte centrale del box.


Per poter accedere con l'attrezzatura meccanica adeguata (bobcat ecc...), è stato tagliato ed allargato il muretto del corridoio.


Il martello pneumatico ha demolito l'area interessata, ed il materiale è stato asportato.
Lo stesso procedimento è stato fatto nel corridoio esterno.


Successivamente sono stati posizionati e collegati i tubi di drenaggio del liquame, partendo dall'interno del box, il corridoio esterno ed il collettore per la vasca di stoccaggio.


Dopo aver steso il calcestruzzo sul fondo, è stata improntata l'armatura per le pareti delle piccole vasche, calcolando lo spessore del fessurato.
Dopo aver posizionato il fessurato, è stato ricostruito il muretto del box con il relativo cancello di accesso.

Conclusione: un vecchio capannone costruito negli anni '60 realizzato con laterizi in cotto, con un discreto isolamento termico, ormai inadatto alla stabulazione a causa della pavimentazione, è diventato un ottimo stabile, in cui i maiali sono sempre puliti, anche d'estate.


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/con-una-piccola-modifica-il-suino-non-si-sacrifica.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/con-una-piccola-modifica-il-suino-non-si-sacrifica.aspx https://suivet.it/con-una-piccola-modifica-il-suino-non-si-sacrifica.aspx Sun, 26 Nov 2017 08:33:00 GMT
Se il maiale sporca dentro… con un telo lo fai contento! La produzione intensiva del suino pesante italiano, è iniziata negli anni ‘50 e ’60 nel centro-nord dell’Italia, spesso legata all’utilizzo del siero dei caseifici, e successivamente si è diffusa a partire dagli anni ’70 il tutto il NordItalia.

Ma quali erano le tipologie di stalla utilizzate per l’accrescimento e l’ingrasso dei suini?

Fondamentalmente due:
  • Capannone chiuso, a singola o doppia falda, con pavimento pieno, con le deiezioni che confluiscono agli scarichi posti quasi sempre all’interno;
  • Variante con un corridoio di defecazione esterno, a pavimento pieno.
In tempi successivi (anni 70-’90), con l’avvento del fessurato, le stalle nuove da ingrasso venivano costruite con un corridoio di defecazione esterno a pavimento fessurato, con la parte interna spesso costituita sempre da pavimento pieno o, in rari casi, parzialmente fessurato.

Solo negli ultimi 20 anni si è diffuso il pavimento totalmente fessurato.
Il vantaggio del pavimento totalmente fessurato è “la pulizia”, dato che le feci vengono immediatamente allontanate, mentre nel pavimento pieno, o in quello parzialmente fessurato, dobbiamo confidare nel fatto che i suini identifichino correttamente l’area di riposo sul pieno e quella di defecazione sul fessurato.

Se cosi non è, ecco che, soprattutto in estate, viene invertito l’utilizzo delle due aree: riposo sul fessurato e deiezioni sul pieno.

Il suino, poi, è un animale dall’olfatto finissimo, per cui tende a mantenere l’utilizzo degli spazi del gruppo che lo ha preceduto: nel susseguirsi dei cicli produttivi si instaura un meccanismo ripetitivo nell’identificazione delle aree di riposo e defecazione.
  telo telo Ed ecco il dramma: quando le aree a pavimento pieno sono utilizzate come “area sporca”, l’ambiente diventa invivibile: umidità, ammoniaca, pavimento scivoloso, ecc.. con frequenti problematiche sanitarie (…e disagio per gli addetti),… e pulire giornalmente richiede molta manodopera, costi, acqua...
Naturalmente gli allevatori (e le aziende a supporto…) hanno sviluppato negli anni varie strategie per eliminare o attenuare questo fenomeno, più o meno efficaci, più o meno fantasiose, più o meno costose…

L’allevatore in questa scheda, dopo svariati tentativi, ha sperimentato la soluzione qui presentata, che sembra ottenere qualche risultato (ma sembra soprattutto nella stagione invernale).
    
telo ingrasso Il capannone è un "classico" doppia falda, con camino centrale, corridoio di defecazione esterno su pavimento fessurato, e parte interna con pavimento pieno ad esclusione di una fascia di un metro di pavimento fessurato adiacente alla parete esterna dello stabile, ventilazione naturale.
Qual è stato il ragionamento per cercare una soluzione?

Se  in inverno l’aria fredda scende dal camino centrale, condiziona i suini ad identificare l’area di riposo nella parte più lontana rispetto all’entrata dell’area fredda, in questo caso adiacente alla parete esterna.
  telo defecazione Cosa fare?

Convogliare l’aria fredda nella parte laterale per “convincere” i suini a riposare nella parte centrale. telo Come realizzarlo?

Con un telo in plastica.
Adagiato sopra il tubo dell’alimentazione liquida situato sopra il corridoio di servizio, e steso sopra il box, ad occupare 2/3 della superficie. telo telo telo telo telo
In questo modo, l’aria fredda in caduta centrale viene convogliata lateralmente, nell’area fessurata, creando una nicchia nella parte centrale senza correnti d’aria.
    telo Una volta messo in posizione, il telo è stato semplicemente legato alla conduttura dell'acqua che scorre nella parete laterale.  
Ogni allevatore è a conoscenza del fatto che l’identificazione delle due aree di riposo e defecazione avviene precocemente, all’introduzione dei suinetti nel box, e raramente si riesce (successivamente) a cambiare ed invertire le abitudini acquisite.

Per questo motivo, un intervento di questo tipo ha senso se applicato all’introduzione degli animali, per cercare di creare un’area a loro favorevole da identificare come area di riposo. Successivamente, ad abitudine acquisita, il telo può essere rimosso.  

 


Dott. Francesco Tonon
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