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Problematiche all'apparato respiratorio dei suini a causa di infestazioni da vermi

(dott. Silvia Mondini)

Scegliendo come sede la città di Gent, in Belgio, Huvepharma ha organizzato un seminario riguardante le patologie che colpiscono l’apparato respiratorio del suino. Tra i diversi argomenti trattati sono state anche affrontate le problematiche relative alle infestazioni da vermi.

Nel discorso tenuto dal dottor Peter Geldhof l’attenzione è stata posta nei confronti delle tre specie di endoparassiti che il suino può albergare. Nello specifico stiamo parlando di Ascaris suum, presente con maggior prevalenza, Trichuris suis e Oesophagostomum dentatum.

Andiamo con ordine.

Ascaris suum

Ascaris suum è la specie riscontrata più frequentemente, si trova spesso nel lume del piccolo intestino di scrofe e suini all’ingrasso. Presenta un ciclo biologico di 6 settimane. L’animale si infesta ingerendo le uova, presenti nell’ambiente contaminato, contenenti le larve infestanti. Una volta giunte in sede intestinale, le larve migrano in direzione del fegato e ciò avviene a circa 3 giorni post ingestione. Per mezzo del circolo sanguigno giungono dopo 7 giorni dall’ingestione ai polmoni, dove, risalendo l’albero respiratorio, stimolano il riflesso della tosse e come conseguenza la loro deglutizione. Una volta giunte nuovamente a livello intestinale, 10 giorni dopo l’ingestione, avverrà l’accoppiamento e il successivo rilascio di uova nell’ambiente attraverso le feci.

Quali sono gli effetti che si verificano in allevamento in seguito a un’infestazione da Ascaris?

1.Effetti diretti
  • Forma larvale: in sede epatica si rilevano lesioni circolari di colore bianco, chiamate milk spot, e dovute al richiamo di cellule infiammatorie laddove si sia verificato il passaggio del parassita. Più l’esposizione è ripetuta, maggiore sarà la presenza di tali lesioni. A livello polmonare si possono riscontrare lesioni tissutali simili a quelle epatiche e, in corso di un’infestazione elevata, si avranno inoltre sintomi respiratori.
  • Forma adulta: localizzata a livello intestinale porta a un aumento dello spessore della parete e conseguente riduzione dell’assorbimento dei nutrienti. Quando l’infestazione è massiva si possono verificare ostruzione o migrazioni aberranti.    
2. Effetti indiretti
  • Infezioni secondarie: è stato dimostrato che un’infestazione da ascaridi predispone a infezioni secondarie sostenute da Pasteurella multocida, Escherichia coli e Salmonella spp.
  • Immunomodulazione: sono stati fatti studi che hanno dimostrato come un’infestazione da A. suum influisce negativamente su quella che sarà la risposta immunitaria dell’organismo a seguito della vaccinazione contro Mycoplasma, e di conseguenza la sua efficacia.
3.Effetti economici

si riscontrano danni economici nell’allevamento suinicolo, in quanto si verificherà una riduzione dell’incremento ponderale giornaliero e un peggioramento della conversione dell’alimento, così come una riduzione della percentuale di carne magra, una maggiore mortalità e l’impossibilità di destinare il fegato al consumo umano. In ultimo, ma non per importanza, si verificheranno un aumento delle spese veterinarie a causa delle infezioni secondarie e dell’immunomodulazione.

Come è possibile diagnosticare la sua presenza?

Ci sono diverse metodiche utilizzate. Tra queste abbiamo:

  • L’espulsione della forma adulta dopo il trattamento
  • Esame delle feci
  • Milk spot in sede di macellazione
  • Sierologia

Le prime due possiamo considerarle la soluzione tradizionale per la diagnosi del problema.  Tuttavia, con tali metodiche, il problema potrebbe risultare sottostimato dal momento che è stato dimostrato che solo una parte dei soggetti infestati alberga la forma adulta nell’intestino. Questo perché l’organismo, in difesa dall’infestazione, attiva una risposta immunitaria in sede enterica circa 14 giorni post-infestazione, con associato un aumento della peristalsi e conseguente espulsione del parassita con le feci. In questo modo viene impedita la conclusione del ciclo vitale del parassita all’interno del soggetto. Andando quindi a valutare solo le feci, non vengono individuati gli animali nei quali il parassita sta svolgendo la prima fase del ciclo vitale, che di fatto rappresentano la maggior parte della popolazione.

Anche l’ispezione al macello, è uno strumento utile per conoscere il livello di infestazione all’interno dell’allevamento, seppur sempre con qualche limite.

La sierologia, infine, si sta facendo strada come importante strumento di diagnosi. Il SERASCA test, per esempio, è un test sierologico utilizzato per la ricerca di anticorpi a seguito di un’infestazione da ascaridi. Esso ha permesso di dimostrare che la velocità di sieroconversione che si verifica in un animale è tanto maggiore quanto più è elevato il grado di infestazione: una sieroconversione lenta è correlata a un basso livello di infestazione. Viceversa, un soggetto infestato in modo massivo avrà una sieroconversione più rapida. Tutto questo è stato confermato anche dal fatto che, effettuando il test prima e dopo il trattamento antiparassitario, è stata riportata una riduzione della velocità di sieroconversione, indice di una minor infestazione. Con questo test non avremo perciò solamente un risultato qualitativo, ma anche quantitativo. Come il SERASCA test, anche il BioX Elisa test svolge la stessa funzione.

Cosa fare?

Una volta individuata la presenza di Ascaris in allevamento è necessario pianificare un efficace protocollo antiparassitario. Dal momento che è stata dimostrata l’assenza di forme adulte nell’intestino dei suinetti, sebbene anche loro possano contrarre l’infestazione, le attenzioni vanno poste alla fase di ingrasso. Durante questa fase negli animali può svilupparsi la forma adulta, con conseguente rilascio di uova nell’ambiente. Viene perciò consigliato di effettuare un primo trattamento a circa 10 settimane di vita, per poi ripeterlo altre due volte a distanza di 5-6 settimane uno dall’altro. In questo modo il numero di vermi adulti, e di conseguenza di uova nell’ambiente, cala drasticamente, e non si corre il rischio di avere un’infestazione importante nell’ultimo periodo di ingrasso. Per quanto riguarda scrofette e scrofe si è visto che, le prime sono più soggette all’infestazione, mentre le seconde sviluppano una sorta di resistenza nei confronti di Ascaris. Nel momento in cui però l’ambiente risulta essere contaminato si avrà una continua presenza delle diverse forme del parassita. Qual ora si dovesse verificare una situazione simile, va quindi presa in considerazione la necessità di effettuare trattamenti ogni 6 settimane.

I prodotti antielmintici che il mercato mette a disposizione sono diversi, in base alle modalità di utilizzo e alla fase del ciclo vitale che colpiscono, e, ad oggi, non sono stati dimostrati casi di resistenza.

Qualche informazione invece sugli altri due protagonisti

Trichuris suis è un verme che si localizza nella mucosa del colon. La sua prevalenza è sporadica e sono maggiormente predisposti i suini con un accesso all’esterno. I sintomi si manifestano solo in seguito a un’infestazione massiva.

Infine, Oesophagostomum spp., localizzato nel cieco e nel colon, ha una prevalenza che varia da paese a paese ed è maggiormente rilevato in soggetti anziani. Non va comunque sottovalutato, dal momento che contribuisce anch’esso alla pressione dell’infestazione all’interno dell’allevamento.

 

In conclusione, come conseguenza di una continua ed elevata presenza delle diverse specie di vermi, è necessario possedere rigidi programmi di trattamenti sverminanti, che devono essere rispettati e ripetuti laddove necessario. Il monitoraggio continuo della contaminazione in allevamento è altresì fondamentale, così come la pulizia dell’ambiente in un’ottica di prevenzione.