SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

Infezione da Mycoplasma Hyopneumoniae: come conviverci?

(dott. Giulia Bini)

Nel corso del seminario organizzato da Huvepharma a Gent, sono state trattate diverse tematiche legate a problemi respiratori nel suino. Fra le aule e i laboratori della facoltà di veterinaria della città, il dottor Lieven Claerhout ci ha parlato di Mycoplasma hyopneumoniae e in particolare delle opzioni a disposizione per contrastarlo all’interno dei nostri allevamenti. Ma facciamo un passo indietro.

Mycoplasma hyopneumoniae è l’agente eziologico primario della famosa polmonite enzootica, malattia respiratoria cronica del suino. L’infezione è molto diffusa e causa perdite economiche legate a un peggioramento delle performance degli animali e a un aumento dei costi per le medicazioni. Mycoplasma hyopneumoniae è uno dei patogeni principali del complesso della malattia respiratoria del suino (PRDC). È un microrganismo molto piccolo e si trasmette per contatto diretto fra suini o anche per via aerogena a breve distanza. È possibile la trasmissione fra un allevamento e l’altro attraverso l’introduzione di nuovi animali o anche per via aerogena. Gli animali possono infettarsi in qualunque fase del ciclo produttivo, i suinetti sottoscrofa lo contraggono direttamente dalla madre in sala parto. Negli allevamenti a ciclo chiuso la percentuale di soggetti positivi allo svezzamento è maggiore rispetto ai multisede, e aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età dei suini. Nei sistemi multisito la prevalenza è più bassa allo svezzamento/messa a terra ma, anche in questo caso, tende ad aumentare con il progredire dell’età dei suini.

Mycoplasma hyopneumoniae è un patogeno che interagisce molto con altri virus e batteri respiratori (PRRS, Circovirus, influenza, Actinobacillus pleuropneumoniae, ecc…). Da solo causa tosse secca, lieve rialzo della temperatura e un po’ come tutti i patogeni anche una diminuzione dell’appetito. Spesso però il quadro clinico è complicato, appunto, da altre infezioni concomitanti. In generale, negli allevamenti infetti si registrano tassi di crescita inferiori e sono necessari maggiori trattamenti antibiotici.

Dunque? Come comportarci con questo patogeno?

Abbiamo quattro opzioni:

·         Prevenirlo

·         Utilizzare la vaccinazione

·         Trattare i capi infetti

·         Tentare di eradicarlo

Prevenzione

La prevenzione, come spesso accade nel nostro settore, si gioca tutta su buone pratiche di biosicurezza e gestionali.

  • Sistema TP/TV: applicare un sistema tutto pieno/ tutto vuoto è la soluzione migliore perché si va ad interrompere il ciclo di trasmissione tra animali infetti e recettivi; tuttavia, non per tutti gli allevatori è possibile lavorare in questa maniera.
  • Svezzamento precoce: interrompe la trasmissione verticale ma non è possibile applicarlo in maniera sistematica anche per ragioni legate alla normativa sul benessere.
  • Prestare attenzione all’introduzione di nuovi animali (disporre di locali per la quarantena, verificare lo stato sanitario d’origine, ecc…)
  • Controllo densità degli animali e controllo livelli di ammoniaca e gas
  • Prevenzione di altri patogeni respiratori
Vaccinazione

Il vaccino contro Mycoplasma hyopneumoniae è molto efficace nel ridurre i sintomi e le lesioni polmonari e di conseguenza aumenta le performance degli animali. Tuttavia, la vaccinazione non previene l’infezione degli animali e pertanto, da sola, non è in grado di eliminare il batterio dall’allevamento. Di certo abbassa la pressione infettante ma dobbiamo considerare anche il timing esatto in cui vaccinare i nostri suini e anche convivere col fatto che la presenza di altri patogeni (es. PRRS e PCV) può diminuire l’efficacia del nostro intervento. Spesso i suinetti vengono vaccinati al momento dello svezzamento (o poco prima) e successivamente si può intervenire con un secondo intervento; quest’ultimo è a discrezione dell’allevatore e del veterinario, da valutare infatti è il ritorno economico dato da questa seconda dose in relazione al danno presente.

Utilizzo di molecole antibiotiche

Tolto il fatto che ad oggi l’attenzione sull’uso di antimicrobici e sull’antibiotico resistenza sia molto alta, in allevamenti con elevati livelli di circolazione del micoplasma e con una gestione mediocre, la soluzione più semplice è senz’altro trattare gli animali. Occorre ricordare che, esattamente come la vaccinazione, il trattamento antibiotico non elimina il patogeno dall’allevamento. Una delle molecole principali per trattare l’infezione da Mycoplasma hyopneumoniae è la tiamulina che raggiunge buone concentrazioni a livello del tratto respiratorio in breve tempo. Quando si sceglie una molecola bisogna chiedersi se quel determinato principio attivo arriva in concentrazioni adeguate nel target dell’apparato che ci interessa trattare.

Eradicazione

I programmi di eradicazione sono maggiormente impiegati nel Nord Europa. Esistono sistemi di eradicazione totale o parziale.

  • Eradicazione totale: svuotamento completo dell’allevamento per vendita o abbattimento di tutti i suini. Un metodo drastico e praticabile solo in taluni contesti.
  • Eradicazione parziale: eliminazione di tutti gli animali inferiori a 10 mesi (restano scrofe, verri, scrofette con più di 10 mesi e suinetti lattanti) per un certo periodo in associazione a medicazione dei capi residui per 10-14 giorni. Viene solo modificato parzialmente il flusso degli animali e non si perde il profilo genetico acquisito negli anni dal parco riproduttori. È un metodo efficace e che dà un buon ritorno economico ma senz’altro non applicabile per tutti i tipi di allevamenti. Si presta meglio per realtà piccole, multisito che magari lavorino con bande lunghe (4, 5 o 7 settimane).

Come succede spesso non esiste una soluzione univoca e perfetta per tutti. In base al tipo di allevamento che si possiede, alle dimensioni e anche allo stato sanitario dei propri suini, un’opzione si presta meglio delle altre, oppure, bisogna adoperarne più di una assieme. Senza dubbio la biosicurezza e una buona gestione sono la base per riuscire nell’intento e qualunque scelta si faccia sono capisaldi imprescindibili. La vaccinazione è un aiuto valido ma non elimina il problema, così come il trattamento antibiotico che, pur fornendo un risultato più rapido e semplice non è esente da problematiche, anzi!