SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

NO all’ossido di zinco, NO agli antibiotici: come fronteggiare la diarrea da Coli in svezzamento?

(dott.ssa Francesca Grapelli)

NO all’ossido di zinco, NO agli antibiotici e allora per fronteggiare il problema della diarrea da Coli in svezzamento cosa si può fare?

L’azienda Keminha sviluppato un ampio catalogo di prodotti che, sfruttando acidificanti e/o probiotici e/o oli essenziali, fornisce strategie alternative per garantire la salute del lattone. All’ESPHM a Salonicco, è stato esposto da Hans Lee et al. il trial relativo a un nuovo probiotico messo in commercio, composto da più specie di Bacillus spp, che è stato dimostrato dia il necessario supporto alla crescita e alla salute del lattone per tutta la fase post svezzamento, riducendo la proliferazione e la colonizzazione intestinale di C. perfringens e delle Enterobacteriaceae (Escherichia Coli e Salmonella).  

Una delle principali cause di diarrea allo svezzamento è la diarrea da Eschierichia Coli enterotossiemici (ETEC), possessori delle adesine fimbriali F4 (K88) o F18. Si ritiene tuttavia, che questa patologia enterica sia in realtà una tecnopatia, frutto delle “forzature” a cui l’allevamento intensivo costringe. Lo svezzamento è un momento critico e assai delicato per il suinetto, che vive una serie di numerosi cambiamenti in un ristretto lasso di tempo, relativi all’alimentazione, all’ambiente e alla socialità.

Il regime alimentare subisce un brusco cambio poiché si passa dalla forma liquida del latte al mangime integrato, ed infine, quando vengono allontanati dalla madre, ad un mangime esclusivamente secco. Sarebbe ottimale mantenere per almeno una decina di giorni un mangime di transizione, il più simile possibile a quello della sala parto e mescolarlo con un buon quantitativo di acqua. Un altro fattore predisponente la tecnopatia è l’elevata percentuale di proteine nel mangime post svezzamento, spesso di origine vegetale, poiché più economiche, che lo rendono però meno digeribile e, quindi, capace di creare un ambiente alcalino e putrescente ideale allo sviluppo delle Enterobacteriaceae. Da considerare che l’apparato digerente del suinetto non è ancora del tutto sviluppato al momento dello svezzamento che solitamente avviene, nell’allevamento intensivo, a 21/24/28 gg. La secrezione degli enzimi pancreatici diventa ottimale solo dopo le 6 settimane di vita e l’aumento del 4% della superficie intestinale, che si realizza dalla nascita allo svezzamento, comporta delle sollecitazioni all’epitelio assorbente tali da causare la lassità delle tight junction intercellulari con conseguente aumento delle permeabilità di membrana.

Il brusco cambio di ambiente (e di clima!) rende i suinetti disorientati ed impauriti. Inizialmente mangiano e bevono poco e questo è un fattore decisamente favorevole allo sviluppo di una diarrea alimentare: la mancanza di materia prima da assimilare determina squilibri elettrolitici ed osmotici e il blocco dello stimolo alla proliferazione epiteliale.

Lo stress sociale, infine, non è un elemento da sottovalutare, ma anzi, l’iperstimolazione dell’asse ipotalamo-surrenale causa un’elevata produzione di cortisolo che, nel lungo tempo, comporta deperimento immunitario e stress ossidativo con affaticamento dell’intero organismo. 

La Kemin ha sviluppato quindi un trial con un probiotico per dimostrare che un buon supporto al microbiota intestinale può eludere, o almeno “tamponare”, le mancanze di un apparato digerente immaturo e oltre natura sollecitato.

Il trial si compone di due parti, una in cui il probiotico viene somministrato alle scrofe e una seconda in cui viene somministrato alle covate delle suddette. La sala parto è stata lavata, disinfettata e lasciata vuota per un mese, correttamente regolata in temperatura e ventilazione ed il mangime delle scrofe è privo di additivi e antibiotici

Parte I: 20 scrofe Landrace x Yorkshire, di ordine di parto compreso tra 1 e 4, incrociate con Duroc, vengono suddivise in due gruppi e così trattate:

- Gruppo “Probiotico”: somministrazione di 3x109 CFU/kg di probiotico, a partire dalle 2 settimane prima del parto fino allo svezzamento, fissato in questo caso a 21 gg;

- Gruppo “Controllo” a cui non è stato somministrato nessun probiotico.

La digeribilità della sostanza secca, dell’azoto e dell’energia è risultata maggiore nel gruppo Probiotico, oltre ad aver riscontrato un più alto numero di nati vivi, una maggior percentuale di suinetti svezzati ad un peso superiore di quello del gruppo Controllo.

Schema della suddivisione dei gruppi del trial
Schema della suddivisione dei gruppi del trial

Parte II: le covate dei 2 gruppi di scrofe vengono suddivise in 4 gruppi, di cui solo 2 ricevono l’integrazione di probiotico, in concentrazione di 3x109 CFU/kg; fino a 42 gg dallo svezzamento i lattoni vengono alimentati con acqua e mangime pulito e ad libitum. I 4 gruppi risultano così suddivisi:

- Gruppo “CControllo”: suinetti nati da scrofe che non hanno ricevuto l’integrazione, che non ricevono alcun probiotico;

- Gruppo “CProbiotico”: suinetti nati da scrofe che non hanno ricevuto l’integrazione, ma che ricevono il probiotico;

- Gruppo “PControllo”: suinetti nati da scrofe che hanno ricevuto l’integrazione, ma che non ricevono il probiotico;

- Gruppo “PProbiotico”: suinetti nati da scrofe che hanno ricevuto l’integrazione e che ricevono il probiotico.

La challenge prevedeva che 2 settimane dopo lo svezzamento i suinetti venissero infettati sperimentalmente con una sospensione di E.coli K88 a concentrazione di 1.5 ml di 1x103 CFU/ml. Le performances di questi suinetti sono state raccolte fino alle 9 settimane di età e prevedevano il rilievo delle citochine pro-infiammatorie, prima e dopo l’infezione sperimentale (TNF-α, IL-6) e la caratterizzazione del microbiota fecale.

I suinetti del gruppo CControllo hanno mostrato alti livelli di citochine pro-infiammatorie e quelli a più basso titolo sono stati proprio quelli dei suinetti del gruppo PProbiotico.

In questo trial non sono stati descritti sintomi clinici di forma diarroica, con benefici sulla crescita dell’animale. Dalla caratterizzazione del microbiota fecale è emerso che i soggetti che hanno ricevuto il probiotico avevano una maggior uniformità di specie batteriche, che sta a significare una maggior stabilità ed equilibrio del microbiota stesso; dalla tassonomia è emerso che il probiotico abbassa la prevalenza di Clostridium e di Brachyspira e, in particolare, nelle covate delle scrofe trattate, una maggior prevalenza di Lactobacillus.

 Riassunto degli esiti del trial
Riassunto degli esiti del trial

TAKE HOME MESSAGE
  • Il supplemento di probiotici aumenta significativamente nelle scrofe la digeribilità dei nutrienti e il peso dei suinetti allo svezzamento;
  • I suinetti nati da scrofe che hanno ricevuto il supplemento di probiotico hanno mantenuto performances buone anche dopo l’infezione sperimentale con E. coli K88;
  • I suinetti nati da scrofe che hanno ricevuto il supplemento di probiotico hanno prodotto meno citochine pro-infiammatorie;
  • Il peso allo svezzamento dei suinetti è stato maggiore se la scrofa aveva ricevuto l’integrazione di probiotico durante la gestazione e la lattazione, mentre l’aumento dell’incremento medio giornaliero dei lattoni dopo lo svezzamento richiedeva una supplementazione del probiotico agli stessi, anche per le settimane successive;

Questo trial ha dimostrato che il probiotico a base di Bacillus spp, senza l’uso di antibiotici, è capace di migliorare la funzionalità intestinale ed immunitaria.