(Dott. Andrea Setti)

Non l’ho fatto prima, nella presentazione della trattazione dell’Antimicrobico-resistenza, quindi lo faccio ora. Molti dei contenuti che costituiscono e costituiranno l’impalcatura della trattazione del tema dell’AMR, vengono dal corso, organizzato per gli ordini provinciali dei medici veterinari da FNOVI e PROFCONSERVIZI, che ha avuto il battesimo a Brescia, passando da Avellino, Sondrio, Grosseto, Chieti, Latina, Padova, Napoli e Reggio Emilia. In tale corso, oltre ad aver partecipato alla preparazione collegiale del materiale come componente del GDL Farmaco FNOVI, ero relatore di cinque presentazioni.

Gestire l’AMR significa e significherà sempre di più esprimere scienza, coscienza e professionalità, congiunte nel saper essere. La deontologia, o etica deontologica, è intesa come l'insieme di teorie etiche che si contrappongono al consequenzialismo. Il consequenzialismo determina la bontà delle azioni dai loro scopi, mentre la deontologia afferma che fini e mezzi sono strettamente dipendenti gli uni dagli altri, il che significa che un fine giusto sarà il risultato dell'utilizzo di giusti mezzi. Tale concetto è ben spiegato nell’articolato del codice deontologico della FNOVI. A cominciare dall’articolo 2, che recita:

“La deontologia veterinaria è l´insieme dei principi e delle regole che ogni Medico Veterinario deve osservare, e alle quali deve ispirarsi nell´esercizio della professione. L´ignoranza della deontologia veterinaria non esime dalla responsabilità disciplinare.”

È giunto ora il momento di declinare questo dettame. Ancora, l’articolo 25 del codice deontologico della FNOVI recita:

Autonomia del rapporto - Il Medico Veterinario ha l’obbligo di salvaguardare i diritti della clientela nel miglior modo possibile nell’osservanza della legge, dei principi deontologici e del consenso informato nella pratica veterinaria.
Il Medico Veterinario non deve consapevolmente consigliare interventi inutilmente gravosi, né suggerire comportamenti, atti o negozi illeciti, fraudolenti o affetti da nullità.
Il Medico Veterinario deve rifiutare di prestare la propria attività quando, dagli elementi conosciuti, possa fondatamente desumere che essa sia finalizzata alla realizzazione di un’operazione illecita
”.

Come la mettiamo con terapie «assurde» a base di AM???

Infine, l’articolo 1 del codice deontologico della FNOVI recita:

Il Medico Veterinario svolge la propria attività professionale al servizio della collettività e a tutela della salute degli animali e dell’uomo. In particolare, dedica la sua opera: alla protezione dell'uomo dai pericoli e danni a lui derivanti dall'ambiente in cui vivono gli animali, dalle malattie degli animali e dal consumo delle derrate o altri prodotti di origine animale”.

Nel dettaglio, l’articolo 1 richiama al ruolo veterinario e alle sue funzioni, ossia:

  • prevenzione, diagnosi e cura delle malattie degli animali e loro benessere;
  • conservazione e sviluppo funzionale del patrimonio zootecnico;
  • conservazione, salvaguardia del patrimonio faunistico, tutela delle biodiversità, dell’ambiente e della coesistenza compatibile con l’uomo;
  • attività legate alla vita degli animali d’affezione, da competizione sportiva ed esotici;
  • promozione del rispetto degli animali in quanto esseri senzienti;
  • promozione di campagne di prevenzione igienico-sanitaria ed educazione per un corretto rapporto uomo-animale;
  • corretta gestione e valutazione dei rischi connessi alle attività collegate alle produzioni alimentari.

L’impianto normativo degli ultimi 20 anni, soprattutto quello europeo, è stato un crescendo di regolamentazione di questa mission, già indicata dal nostro Codice deontologico, oggettivandone le azioni. L’ AMR è responsabilità di tutti, per microrganismi che non hanno frontiere. Rispettare il codice deontologico, significa oggi conoscere il problema, gestirlo e porre le domande a reale tutela della salute pubblica. L’AMR è un problema mondiale, risultato della combinazione di vari fattori:

  • aumento della pressione di utilizzo su AM esistenti;
  • aumento veloce della AMR;
  • poco interesse dell’industria alla ricerca per molecole che durano poco nel tempo.

In medicina umana, i principali fattori di rischio nell’uomo sono:

  • un precedente utilizzo di AM;
  • lo spostamento delle persone in generale;
  • lo spostamento dei pazienti, in particolare;
  • lo spostamento degli operatori sanitari;
  • la disinfezione e lavaggio delle mani in ambito ospedaliero tra 2 pazienti;
  • la possibilità o meno di isolare il paziente AMR.

I medici non sembrano reagire alle campagne sulla prevenzione igienica e sulla corretta prescrizione. Per rendere l’idea, basta immaginarsi le possibili implicazioni del contatto delle mani del medico, come via di trasmissione dell’AMR.

Le esperienze di medicina umana nel mondo dimostrano come l’abbattimento della AMR ha successo se le strategie vengono applicate a livello nazionale con severe linee guida da parte dei governi centrali. L’Italia è severamente penalizzata in questa battaglia dalle autonomie regionali che vedono alcune eccellenze regionali vanificate dallo spostamento dei pazienti da Regioni ad alto tenore di AMR. Il sistema Sanitario dovrebbe liberarsi di ogni forma di localismo.

Altro aspetto, da non sottovalutare, nella genesi dell’AMR, è rappresentato dal ruolo centrale, di informazione e formazione, di una figura sanitaria come quella del farmacista. Infatti, i dati europei denunciano una vendita del 50% di AM per animali d’affezione senza ricetta, larga parte dei quali per uso umano.

 

Si ringrazia il GDL Farmaco FNOVI