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Suinicoltura + Suinicultura

Quando un allevamento di suini può dotarsi di scorta di medicinali veterinari?
Sembrerebbe una domanda stupida, ma, leggendo la norma di riferimento (D.Lgs. 196/2006 – Art. 80 comma 1) non lo è affatto:

80. Tenuta delle scorte di medicinali veterinari.

1. Il titolare di impianti di cui all'articolo 65 può essere autorizzato dalla ASL a tenere adeguate scorte di medicinali veterinari purché sussistano valide motivazioni e purché ne sia responsabile un medico veterinario che le custodisce in idonei locali chiusi e tiene apposito registro di carico e scarico conforme a quanto stabilito all'articolo 79, comma 2, da conservarsi per tre anni dalla data dell'ultima registrazione o cinque anni nel caso in cui gli animali siano destinati alla produzione di alimenti per l'uomo.

In buona sostanza debbono ricorrere le “valide motivazioni” e deve esserne responsabile un medico veterinario. Ora nessuno ha mai spiegato quali siano tali “valide motivazioni”, tanto è vero che non sono a conoscenza di Servizi Veterinari che abbiano mai chiesto di esplicitarle nella domanda di autorizzazione alle scorte in allevamento. Quello che posso dire al riguardo è che almeno alla base di tale richiesta di fare scorta di medicinali veterinari, ci dovrebbe essere un allevamento che, in quanto a numero di animali allevati e/o tipologia d’allevamento giustifichi una certa esigenza di avere a disposizione medicinali sia per interventi programmati (ad esempio vaccinazioni contro l’Aujeszky), sia per interventi urgenti di terapia (ad esempio per intervenire a fronte di patologie che si presentano improvvisamente e richiedono un pronto intervento terapeutico). Infatti in allevamenti industriali di suini, specialmente in quelli a ciclo chiuso o ciclo aperto, con la presenza cioè dei riproduttori e dei suinetti, l’esigenza di poter disporre immediatamente di medicinali veterinari, senza dover aspettare, dopo la visita del medico veterinario, la redazione della prescrizione medico veterinaria, l’invio alla farmacia/grossista autorizzato della stessa prescrizione medico veterinaria, la consegna dei medicinali prescritti, rappresenta sicuramente una valida motivazione. Chiaramente anche per altre tipologia d’allevamento, dai siti 2 (svezzamento dei suinetti), al classico ingrasso, possono valere le stesse motivazioni per una richiesta di scorta di medicinali veterinari. Alla base comunque di qualsiasi richiesta, a mio modesto avviso, dovrebbe esserci una presa di coscienza del medico veterinario, futuro responsabile della scorta, che, appunto, in scienza e coscienza ha ritenuto essere presenti quelle “valide motivazioni” citate nella norma. Per quanto riguarda la gestione da parte del medico veterinario della scorta, rimando all’articolo “Registrazioni ed annotazioni in allevamento”.
Considerazione a margine del tema delle scorte in allevamento: quella che parrebbe essere una situazione nella quale il medico veterinario ha un punto di forza, avendo in mano la gestione delle terapie e profilassi d’allevamento, nel caso in cui egli stesso non stabilisca chiaramente una base di regole precise, sulle modalità di gestione di tali medicinali, potrebbe trasformarsi in un momento di debolezza. Lasciando, infatti, completamente in mano all’allevatore il medicinale, il medico veterinario, non svolgerebbe il suo ruolo di responsabile delle scorte, limitandosi semplicemente a “regolarizzare” quanto l’allevatore ha deciso, esponendosi, così, a tutte le conseguenze che deriverebbero da una non corretta gestione dei medicinali in allevamento, in quanto la responsabilità per “trattamenti impropri” rimane sempre e comunque in capo a lui. Quanto sopra riportato può rappresentare certamente un caso in cui il Servizio Veterinario dell’ASL, arriva a “revocare” l’autorizzazione alle scorte di medicinali veterinari in allevamento, non sussistendo più le condizioni di sicurezza nell’uso dei medicinali veterinari in un OSA (Operatore del Settore Alimentare), quale è un allevatore che detiene animali destinati a produrre alimenti.
Sempre in tema di scorte, oltre a quella in allevamento bisogna considerare anche quella del medico veterinario, la cosiddetta “zooiatrica”, ma tratterò tale tema nel prossimo lavoro.