(Dott. Andrea Setti)

Guardando all’importanza, nella medicina veterinaria, di ciò che può avere ripercussioni sull’AMR, possono essere citati:

  • selezione di ceppi resistenti difficilmente eradicabili (forme respiratorie mastiti, metriti, enteriti);
  • selezione di ceppi resistenti trasferibili all’uomo, agenti zoonosici quali Salmonella typhimurium (vitelli, polli), Escherichia coli (vitelli, suini, polli), Staphylococcus aureus (piccoli animali), Campylobacter jejuni (polli).
  • infezioni nosocomiali da ceppi resistenti (anche in questi casi è stata indicata come possibile causa la selezione veterinaria);
  • consumo globale stimato di antimicrobici negli allevamenti elevato (circa 63.000 tonellate nel 2010 - FAO, 2016);
  •  assenza per molte casistiche dei dati come ad es. per animali d’affezione e per specie diverse da suini e polli
  • molti AM usati in zootecnia fanno uso di molecole che non pongono problemi in campo umano;
  • Grecia e Italia, con zootecnie completamente diverse, hanno situazioni simili di AMR (?).

Fortemente indiziati e colpevolizzati nella medicina veterinaria sono:

  • le derrate di origine animale provenienti da animali trattati con chemioantibiotici;
  • l’uso indiscriminato e non corretto dei farmaci nei mangimi e nell’acqua di bevanda;
  • l’uso dei chemioantibiotici a dosi subterapeutiche;
  • prescrizioni di AM ad uso umano nei pet;
  • in generale l’uso non corretto dei chemioantibiotici.

Le testimonianze dei paesi virtuosi riportano tutte strategie simili di successo, per una medicina veterinaria efficace ed efficiente:

  • strategia centralizzata guidata che generi la filiera veterinaria dal Libero Professionista al Dipendente Pubblico;
  • coinvolgimento di tutti gli attori della filiera;
  • implementazione del ruolo del veterinario Libero Professionista quale figura di veterinario aziendale;
  • attivazione di sistemi premianti per aziende virtuose;
  • finanziamento delle ristrutturazioni finalizzate al benessere e alla biosicurezza;
  • informatizzazione della prescrizione con elaborazione dei dati in tempo reale.

Posto che l’AMR è una priorità a livello mondiale, quali sono, sostanzialmente le strategie mondiali messe in campo dalle varie organizzazioni coinvolte?

 

Strategia OIE (maggio 2016)

Azioni:

  • disciplinare la produzione, la circolazione e l'uso di antimicrobici negli animali, secondo gli standard internazionali;
  • formare gli operatori sanitari del settore animale;
  • comunicare per aumentare la consapevolezza tra le parti interessate;
  • rendere disponibili prodotti di alta qualità e la loro alternativa;
  • garantire il controllo veterinario sull'impiego di antimicrobici nella salute degli animali per assicurare che siano utilizzati con prudenza e responsabilità;
  • monitorare l'utilizzo di antimicrobici e lo sviluppo della resistenza;
  • PVS Pathway (Performance of Veterinary Services) uno strumento per migliorare le prestazioni dei sistemi veterinari, con moduli appositamente dedicati alla legislazione veterinaria, la formazione veterinaria e la capacità di laboratorio.

 

Strategia FAO (settembre 2016)

Azioni:

  • Approfondire la consapevolezza dei problemi AMR tra gli agricoltori e produttori, veterinari e autorità, politici e consumatori;
  • Mettere a punto piani nazionali per la sorveglianza ed il monitoraggio della resistenza antimicrobica e l'uso antimicrobici (AMU) negli alimenti e in agricoltura;
  • Rafforzare la governance relativa all’AMR e all’uso degli antibiotici negli alimenti e in agricoltura;
  • Promuovere le buone pratiche per la produzione di alimenti e dei sistemi agricoli e l'uso prudente degli antimicrobici.

 

Strategia ONU (settembre 2016)

La minaccia dei batteri antibiotico-resistenti è divenuta così concreta da entrare nell'ordine del giorno dell'Assemblea generale dei capi di Stato delle Nazioni Unite.

Il programma prevede fin da subito:

  • riduzione dell'abuso farmacologico sia nel campo della medicina umana che in zootecnia;
  • miglioramento dei sistemi di sorveglianza in grado di individuare l'emersione delle resistenze;
  • sviluppo di dispositivi diagnostici rapidi per rilevare se un antibiotico è effettivamente necessario ed efficace;
  • creazione di incentivi che incoraggino le case farmaceutiche a riprendere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici da immettere sul mercato.


In Italia cosa si è fatto?

Il Ministero della Salute ha messo a punto il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR 2017-2020), con obiettivi ambiziosi, soprattutto in relazione al calo di consumi di AM (qua il testo completo).

 

Si ringrazia il GDL Farmaco FNOVI