…VISTO ED ELABORATO PER VOI DALLE JRP 2012… (by Mario Gherpelli)
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP), 44a edizione: "Evoluzione delle spese sanitarie su un periodo di dieci anni a partire dai dati della Gestione Tecnico Economica (GTE) e loro fattori di variazione" - Corrégé I., Badouard B.,Hémonic A., Lanneshoa M. (IFIP- Institut du Porc- Le Rheu)
Introduzione
Il controllo delle spese sanitarie è una sfida importante per la moderna suinicoltura, in quanto permette da un lato di ottimizzare i costi di produzione, dall’altro di procedere lungo la via ormai tracciata dell’uso ragionato dei farmaci, in particolare degli antibiotici.
La Francia non possiede, al momento attuale, un sistema di monitoraggio particolareggiato sull’uso dei farmaci nella filiera suina, a differenza di altri Paesi come la Danimarca, l’Olanda e il Canada. L’Agenzia Nazionale del Farmaco Veterinario raccoglie annualmente i dati forniti dall’industria farmaceutica, ma questi riguardano solo i farmaci contenenti antibiotici e non vengono differenziati per le diverse specie animali.
Diventa quindi interessante l’analisi delle spese sanitarie registrate all’interno del programma nazionale GTE [Gestione Tecnico Economica, il software più utilizzato dagli allevatori francesi, ndt] che, fino ad oggi, non è stata oggetto di molte attenzioni.
L’obiettivo di questo studio è appunto quello di analizzare l’evoluzione delle spese sanitarie in un arco di 10 anni (1999-2009) a partire dai dati registrati nel programma GTE, cercando di mettere in evidenza i fattori di variazione e gli eventuali legami con le performances tecnico-economiche.
Materiali e metodi
Gli allevamenti oggetti di studio (n = 201 su tutto il decennio) sono stati suddivisi nelle due grandi tipologie presenti sul territorio nazionale: ciclo chiuso (CC) e post-svezzamento/ingrasso (PS-I). Sono stati inclusi solo allevamenti di produzione, escludendo centri di selezione e moltiplicazione, con sistema di produzione convenzionale, escludendo quindi gli allevamenti in regime biologico.
Le spese sanitarie sono state considerate sia nel loro insieme sia all’interno delle 4 sotto-categorie previste dal programma GTE:
- vaccini
- integratori per via orale
- antibiotici e antinfiammatori per via iniettabile
- prodotti di “routine aziendale” (es, disinfettanti, ferro, prodotti ad azione ormonale, ecc..), analisi di laboratorio e onorari veterinari.
Queste quattro sotto-categorie sono state poi raggruppate in due categorie, corrispondenti alle spese sanitarie preventive (vaccini e prodotti di routine) e alle spese sanitarie terapeutiche (integratori per via orale, soprattutto antibiotici, e antibiotici/antinfiammatori per via iniettabile).
I valori elaborati sono stati espressi in €/100 kg di carcassa [il sistema di pagamento in Francia si basa su una griglia elaborata al macello sul peso morto, ndt].
Altre variabili analizzate, solo però per quanto riguarda l’anno 2009, sono state: la regione (Bretagna/altre regioni), le dimensioni dell’allevamento (n° delle scrofe presenti nei CC) e il sistema di conduzione (n° delle bande).
Risultati
Evoluzione delle spese sanitarie nel periodo 1999-2009: totale dei dati
Per quanto riguarda gli allevamenti a ciclo chiuso (CC), il totale delle spese sanitarie registrate nel 2009 è stato equivalente a quello fatto registrare nel 1999. Nel corso di questo decennio, in Francia si è registrato un aumento significativo tra il 1999 e il 2002, seguito poi da una progressiva discesa fino al 2009.
Andando ad analizzare l’andamento all’interno delle quattro sotto-categorie di farmaci, emergono importanti differenze. Mentre le spese dei prodotti terapeutici (integratori per via orale, antibiotici e antinfiammatori per via iniettabile) sono diminuite in modo significativo (rispettivamente, -0,24 e –0,41 centesimi €/100 kg carcassa), quelle destinate ai vaccini sono aumentate (+0,23 cent/100 kg carcassa) e quelle dei “prodotti di routine” sono rimaste stabili.
Questa tendenza porta le spese preventive a superare quelle terapeutiche in modo significativo (rispettivamente, 3,38 €/100 kg carcassa contro i 2,35 registrati nel 2009).
Per gli allevamenti di post-svezzamento/ingrasso (PS-I) si registra nel decennio 1999-2009 un calo significativo delle spese sanitarie totali (-0,44 cent/100 kg carcassa), in particolare a carico di antibiotici/antinfiammatori per via iniettabile.
All’opposto degli allevamenti a CC, quelli di PS-I fanno registrare maggiori spese terapeutiche rispetto a quelle preventive (rispettivamente, 1,56 e 1,14 cent/100 kg carcassa nel 2009).
Relazione fra spese sanitarie e criteri tecnico/economici nel 2009
Per questo scopo, il campione di allevamenti oggetto di studio è stato suddiviso in 3 sottogruppi secondo il livello di spese sanitarie (basso, medio, alto) e, all’interno del programma di gestione GTE, si sono studiate le relazioni con i parametri produttivi ed economici.
Fra gli allevamenti a CC, quelli nella categoria ad “elevata spesa sanitaria” (>= 7,2 euro/100 kg carcassa) hanno una produttività, una valorizzazione delle carcasse e un margine operativo standard significativamente superiori a quelli del gruppo a “ridotta spesa sanitaria”.
Scomponendo il dato totale, gli allevamenti che fanno registrare le maggiori spese in vaccini (>= 3,0 €/100 kg carcassa) mostrano anch’essi una produttività e una valorizzazione delle carcasse significativamente superiori.
All’inverso, gli allevamenti che hanno spese elevate di integratori per via orale (>= 2,1 €/100 kg carcassa, essenzialmente antibiotici) mostrano percentuali di perdite e scarti significativamente superiori, nonché una percentuale inferiore di carcasse nelle categorie di maggior valore.
Per quanto riguarda gli antibiotici/antinfiammatori per via iniettabile, un livello alto di spesa (>= 1,2 €/100 kg carcassa) è associato ad una produttività del branco scrofe e ad un margine operativo standard elevati.
Infine, gli allevamenti con spese in prodotti di “routine aziendale” elevate (>= 1,5 €/100 kg carcassa) hanno una maggior valorizzazione delle carcasse al macello.
Per quanto riguarda gli allevamenti di PS-I, quelli con le spese in vaccini più elevate (>= 1,7 €/100 kg carcassa) hanno un IPG [calcolato in g/giorno tra gli 8-115 kg p.v., ndt] significativamente superiore, mentre quelli con spese in prodotti di “routine aziendale” elevate (>= 0,4 €/100 kg carcassa) hanno una maggior valorizzazione delle carcasse al macello.
Discussione e conclusioni
Negli allevamenti a CC, l’analisi dell’insieme delle spese sanitarie mostra una tendenza alla diminuzione nel periodo considerato. In particolare, i livelli di spesa registrati nel 2009 per gli integratori orali e gli antibiotici/antinfiammatori iniettabili mostrano una riduzione rispettivamente del 14% e del 32% rispetto al 1999.
Questo andamento ha varie spiegazioni. Innanzitutto, un miglioramento abbastanza generalizzato per quanto riguarda lo stato sanitario dopo l’emergenza della MAP [PMWS nella dizione francese, ndt]; poi, una presa di coscienza degli allevatori sulla necessità di un uso ragionato degli antibiotici; infine, l’arrivo sul mercato di nuovi vaccini (es, contro le patologie da PCV2, la PRRS, l’ileite) che ha spostato l’investimento in farmaci dalla terapia alla prevenzione.
Secondo la Camera dell’Agricoltura della Bretagna (Guyomarc’h 2008), negli allevamenti a CC le spese sanitarie si suddividono in questo modo: 45% a carico dei suinetti, 41% a carico delle scrofe, 14% a carico dei suini da ingrasso.
Mettendo in correlazione il tipo di gestione [numero di bande, determinato dall’intervallo tra i gruppi di scrofe/suinetti svezzati, ndt] con le spese sanitarie, si evidenziano oneri maggiori per la gestione in 20-21 bande (svezzamento settimanale) rispetto alla gestione in 7. 5, 4 o 3 bande, probabilmente perché la minor distanza di età tra gruppi di suini nei reparti di svezzamento/ingrasso favorisce un maggior numero di rimescolamenti tra bande (Guyomarc’h 2005). Gli allevamenti condotti a 3, 4 o 5 bande mostrano maggiori spese per i farmaci di “routine” (soprattutto ormoni della riproduzione) rispetto alla classica gestione in 7 bande [svezzamento ogni 3 settimane, ndt], per lo sfasamento dei ritorni in calore rispetto all’intervallo tra bande.
Negli allevamenti di PS-I si osserva la stessa tendenza, con una riduzione a carico degli antibiotici/antinfiammatori iniettabili. In questo caso, le spese in vaccini non mostrano un aumento, sia perché la maggior parte di essi viene somministrata ai suinetti nei siti di nascita, sia perché non viene più praticata la vaccinazione obbligatoria per la malattia di Aujeszky da quando la Francia è stata dichiarata ufficialmente indenne (dal 2006).
Le relazioni osservate tra il livello delle spese sanitarie e alcuni parametri tecnico-economici sono da interpretare con prudenza. In effetti, i valori molto bassi di r2 (coefficiente di correlazione) registrati indicano che solo una piccola parte della variazione di questi parametri è da attribuire ai farmaci utilizzati. D’altra parte, studi precedenti non avevano trovato relazioni tra il livello di spese sanitarie e le performances aziendali (Guyomarc’h et al, 2003 e 2008; Pouvreau et al, 2011).
I risultati che emergono da questo studio, a nostro avviso, vanno interpretati secondo quello che potremmo definire un “uso ragionato” del farmaco. Gli allevamenti che mostrano spese sanitarie più elevate e migliori dati produttivi possono essere la testimonianza di una miglior sorveglianza sanitaria da parte dell’allevatore, orientata soprattutto alle strategie di prevenzione (gestionale e vaccinale).
Viceversa, il numero più elevato di perdite e la minor valorizzazione delle carcasse negli allevamenti con maggiori spese in integratori per via orale confermano la necessità di maggiori terapie in allevamenti con problemi sanitari.
Per il futuro, lo spostamento della spesa sanitaria verso le strategie preventive (conduzione aziendale e vaccinazioni) sarà sempre più accentuata, anche in vista di ulteriori limitazioni nazionali e/o comunitarie nell’uso di antibiotici.