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Suinicoltura + Suinicultura

 Caudofagia La morsicatura della coda rappresenta un problema noto da decenni negli allevamenti suinicoli intensivi. Si tratta di un’alterazione comportamentale che può iniziare con una semplice suzione della coda di un compagno di box fino a sfociare in severe aggressioni con ferite cutanee e amputazioni di parte della coda che si possono estendere fino alla groppa.

La presenza di questa forma di aggressività è associata a condizioni di scarso benessere (Schrøder-Petersen and Simonsen, 2001; Widowski, 2002), e ha come conseguenze perdite produttive ed economiche non indifferenti (Smulders et al., 2006). Taylor et al. (2010) calcolano che tali perdite sono riferibili non solo al danno diretto al posteriore e alla perdita di sangue (van Putten, 1969), ma includono anche quelle derivanti dagli animali scartati durante il ciclo di ingrasso per infezioni, formazione di ascessi e di neuromi con possibile conseguente paralisi.
Huey (1999) riporta che addirittura il 61.7% degli ascessi multipli sulle carcasse al macello sono imputabili alla morsicatura della coda. Frequenti sono anche gli scarti delle carcasse al macello a causa di piemia. Inoltre, le perdite di incremento del peso ed i trattamenti farmacologici fanno aumentare ulteriormente i costi del problema, con una stima di £3.5 milioni persi in Gran Bretagna nel 1999 (Moinard et al., 2003).

Scrofette che si mangiano la coda L’incapacità di prevenire l’insorgere del problema, in particolare nelle realtà di allevamento intensivo, ha portato all’adozione su scala mondiale della pratica del taglio della coda quale misura preventiva. Questa rappresenta argomento di dibattito per motivi etici e di benessere, con forti spinte dell’opinione pubblica all’abolizione della pratica. 

Il problema è affrontato anche dalla legislazione, ed il recente D. Lgs. 7 luglio 2011 n°122 continua a sottolineare la necessità di trovare strategie preventive che consentano l’abbandono del taglio della coda, specificando che l’amputazione non debba essere effettuata di routine.
Proprio a causa della sua multifattorialità e della comune adozione del taglio della coda, è difficile stabilire la prevalenza dei fenomeni di morsicatura (Tab. 1). Le rilevazioni al macello dei soggetti con lesioni alla coda non rappresentano infatti una stima esatta della totalità delle manifestazioni, in quanto vengono esclusi tutti gli animali deceduti o scartati prima del completamento del loro ciclo d’ingrasso (van Putten, 1969; Penny et al., 1972; DEFRA, 2003).

Le più comuni misure di controllo a seguito dell’insorgenza del problema sono l’allontanamento dal gruppo del soggetto che più frequentemente morde, lo spostamento dei suini con lesioni sanguinanti che potenzialmente rappresentano un’attrattiva per tutti gli altri animali, e l’inserimento nel box di materiale manipolabile che funga da distrazione per i soggetti che ridirigono il loro interesse verso le code dei compagni. Tuttavia studi recenti stanno valutando l’individuazione di segnali predittivi che potrebbero dare la possibilità di intervenire sul gruppo prima dell’insorgenza del fenomeno vero e proprio, consentendone la prevenzione.

Setticemia e localizzazione generalizzata e spinale con paralisi a seguito di caudofagia

Purtroppo, il controllo della morsicatura della coda è impegnativo e rimane un problema di difficile gestione nonostante se ne studino le caratteristiche da diverso tempo. Sembra però confermato il ruolo chiave dell’arricchimento ambientale nella riduzione del rischio del fenomeno anche nei casi in cui i motivi scatenanti siano differenti, rappresentando un efficace sistema tampone nell’attesa di intervenire più radicalmente sugli effettivi fattori di rischio.

Tab. 1. Prevalenza del fenomeno della morsicatura della coda in alcuni studi degli ultimi anni.
Fonte Paesi Lesioni alla coda
Boyle et al. (2010) Irlanda 6,3% al macello
Smulders et al. (2008) Belgio 2,1% tra svezzamento ed ingrasso
Goossens et al. (2008) Belgio 3,7% in svezzamento; 2,4% in ingrasso
Petersen et al. (2008) Danimarca 1,26% tra svezzamento ed ingrasso
NADIS (2007) Inghilterra 1,2% tra svezzamento ed ingrasso