(Dott. Andrea Setti)
Riprendo a scrivere, dopo una lunga e forzata pausa legata ad un incidente che mi ha tenuto fermo da fine 2017 ad oggi. Non potevo, quindi non intitolare l’articolo:” a volte ritornano”, citazione/richiamo alla prima raccolta di racconti di Stephen King, uno dei miei autori preferiti. A metà agosto ho incontrato Claudio Mazzoni alla sezione dell’IZSLER di Reggio Emilia, il quale dopo i convenevoli di rito è andato dritto al punto: quando pensi di riprendere a scrivere per Suivet? Debbo confessarlo, prima d’incontrare Claudio avevo qualche dubbio, ma come al solito il suo entusiasmo contagiante, ha risvegliato il suiatra che c’è in me, quindi ho accettato. Dovendo riprendere la rubrica dopo tanto tempo, mi sono chiesto cosa potevo “inventarmi”, per il lettore di SUIVET, che potesse essere interessante e stimolante. Da quando ho interrotto la rubrica, nel variegato mondo del farmaco veterinario ne sono successe di cose, solo per citare le più importanti:
- la pubblicazione del Regolamento (UE) 2019/6 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, relativo ai medicinali veterinari e che abroga la direttiva 2001/82/CE;
- la pubblicazione del Regolamento (UE) 2019/4 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, relativo alla fabbricazione, all’immissione sul mercato e all’utilizzo di mangimi medicati, che modifica il regolamento (CE) n. 183/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 90/167/CEE del Consiglio;
- la pubblicazione del Decreto 8 febbraio 2019 Modalità applicative delle disposizioni in materia di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati.
Io, però, già a fine 2017 avevo in mente di trattare un tema, a mio modo di vedere, molto più devastante, almeno in termini generali sulla salute intesa come “one health”: l’Antimicrobicoresistenza.
Certo, non nego l’importanza dei nuovi regolamenti che spazzeranno via il D.Lgs 193/2006 (medicinale veterinario), il D. L.gs 90/1993 e DM 16/11/1993 (mangimi medicati). Tali regolamenti, però, entreranno in vigore dal 28/01/2022. Non nego pure l’impatto sul modo veterinario della Ricetta Elettronica Veterinaria, che dal 16 aprile 2019 è divenuta obbligatoria ed ha spazzato via le ricette cartacee, tranne quelle per stupefacenti.
Su questi temi, tornerò sicuramente in seguito, in quanto è mia intenzione affrontare il tema dell’Antimicrobicoresistenza (AMR), seguendo un filo logico che si sviluppa attraverso i seguenti passaggi:
- AMR: le ragioni di un’allerta globale;
- AMR: professioni intellettuali, confronto con l’Europa;
- AMR: meccanismi d’insorgenza;
- AMR: terapia antimicrobica;
- AMR: Test Diagnostici per valutare la sensibilità dei microrganismi agli antibiotici;
- AMR: Critically important antimicrobials for human medicine (CIA);
- AMR: negli allevamenti zootecnici;
- AMR: le filiere zootecniche e gli animali non destinati a produrre alimenti (NDPA);
- AMR: antimicrobici prescrivere e controllare;
- AMR: antimicrobici la prevenzione all’uso;
- AMR: Farmaco veterinario ed impatto ambientale.
Che l’AMR sia un problema e che questo problema sia diffuso a livello mondiale, non è più una novità così come non lo è più che tutti siano chiamati a correre ai ripari adoperandosi per contenerlo se non anche per farlo regredire. Infatti noi medici veterinari, assieme alle altre professioni intellettuali sanitarie maggiormente coinvolte (medici, farmacisti), non siamo gli unici attori della partita che si sta giocando nel mondo. Agricoltori, allevatori, proprietari di animali da compagnia, portatori d’interesse in campo alimentare, scienziati, ricercatori, officine farmaceutiche, organizzazioni scientifiche, legislatori, associazioni dei consumatori, politici, governanti, cittadini/pazienti….. Tutti questi, certamente anche altri che avrò dimenticato, hanno un ruolo nel fenomeno dell’Antimicrobicoresistenza. Chiaramente ognuno sarà chiamato a fare il proprio pezzo, se si vuole evitare le previsioni più nere: l’Antimicrobicoresistenza, entro il 2050, può condurre a circa 10 milioni di morti, con un impatto negativo sul PIL mondiale del 3,5%.