VISTO ED ELABORATO PER VOI DALLE JRP 2014… (by Mario Gherpelli
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP 46a edizione. Autori: S. Boulot, M. Le Jeune, Y. Huang, E. Salle - Atti J.R.P. 2014, 46, 287-288

Introduzione

La determinazione accurata del momento ottimale per l'inseminazione delle scrofe è un fattore essenziale al raggiungimento di buone performances riproduttive. In effetti, sia la fertilità che la prolificità sono ottimali quando le inseminazioni artificiali (IA) sono realizzate nelle 12-24h che precedono l'ovulazione. Poiché il momento dell'ovulazione è scarsamente prevedibile in condizioni di allevamento, quasi sempre le scrofe vengono inseminate ripetutamente (2-3 volte) durante l'estro, aumentando sia i costi che i rischi associati alle IA post-ovulatorie (figliate poco numerose e/o infezioni genitali).

Gli studi che si sono occupati del momento dell'ovulazione in condizioni di allevamento sono piuttosto datati o di difficile estrapolazione rispetto alle attuali scrofe iperprolifiche allevate in Francia. L'obiettivo di questo studio è di valutare la variabilità del momento dell'ovulazione spontanea in condizioni di campo e di identificare i fattori di variazione sia nelle scrofette che nelle scrofe svezzate.

Materiali e metodi

Lo studio è stato condotto in 4 allevamenti di produzione bretoni con dimensioni del branco comprese tra 180 e 1000 scrofe, tutti con svezzamento a 3 settimane e senza sintomi di patologia riproduttiva (tasso di fertilità annua > 85%, nati totali/parto > 14). Le scrofe (di razza LWxL o LW) erano alloggiate in gabbie individuali durante le prime 4 settimane post-IA.

Le misurazioni sono state effettuate su diverse bande, per un totale di 314 scrofe svezzate e scrofette sincronizzate mediante progestinico orale. I calori erano controllati 2 volte/die in presenza di un verro. Indipendentemente dalle manifestazioni estrali, nell'intervallo compreso tra i 4 e gli 8 giorni post-svezzamento (o dopo la fine del trattamento progestinico) lo stato fisiologico ovarico veniva monitorato mediante ecografia addominale trans-cutanea (ogni 24h, al mattino). L'ovulazione veniva determinata in seguito alla scomparsa dei grandi follicoli pre-ovulatori (8-10 mm di diametro).

Lo spessore del lardo dorsale nel punto P2 veniva misurato grazie ad un apparecchio ad ultrasuoni al momento del primo controllo ovarico. Gli allevatori hanno inseminato le scrofe/scrofette secondo il loro protocollo abituale (da 2 a 4 IA per capo). Sono state registrate data e ora di ciascuna IA, così come l'ordine di parto, la data e l'ora dello svezzamento o dell'ultima dose di progestinico, la prolificità e la durata dell'allattamento precedente, i risultati registrati dopo la copertura (gravidanza, ritorno in estro o aborto) e gli eventuali trattamenti terapeutici.

L'analisi dei dati ha interessato i seguenti parametri: Intervallo Svezzamento Estro (ISE), Intervallo Fine Progestinico Estro (IFPE), durata del calore. Il momento dell'ovulazione è stato espresso in percentuale, ponendo pari a 100 la durata totale del calore (misurata in ore).

Risultati e discussione

Il 97,5% delle scrofe sono venute in calore e hanno ovulato entro 8 giorni dallo svezzamento (ISE e IFPE medi pari a 101,8 ± 20,2h e 132,7 ± 14,9h rispettivamente); il 2,5% degli animali era in anestro e una scrofa ha ovulato senza nessuna manifestazione estrale (estro silente).
La durata media del calore era di 58,8 ± 14,2h, con una forbice molto ampia, compresa tra 35,5 e 108h.
L'ovulazione si è verificata, in media, al 76 ± 8% della durata totale dell'estro, vale a dire 44 ± 18,7h dopo l'inizio delle manifestazioni estrali, con grande variabilità individuale. Questo valore corrisponde a un intervallo medio di 146,9 ± 20,4h dopo lo svezzamento per le scrofe e 165,4 ± 14,3h dopo l'ultima somministrazione di progestinico per le scrofette.

Il collocamento medio dell'ovulazione ai 2/3 della durata delle manifestazioni estrali è coerente con la letteratura esistente. Ciononostante, i nostri risultati testimoniano una frequenza elevata di ovulazioni “precoci” (precedenti il 50% della durata dell'estro) o “tardive” (dopo la fine dell'estro). Questa variabilità è da tenere in conto per posizionare la prima IA.

La maggior parte dei criteri considerati variano in modo significativo a seconda dell'allevamento, del tipo di animale (scrofa o scrofetta), della durata della lattazione precedente e dello spessore di lardo dorsale. Le scrofette hanno estri più brevi e ovulazioni più precoci rispetto alle scrofe (p<0,01). Mostrando lo stesso tipo di andamento della durata del calore, l'intervallo di ovulazione diminuisce con l'aumentare dell'ISE e dell'IFPE.

In accordo con Soede e Kemp (1996), l'ISE si conferma il miglior elemento predittivo del momento dell'ovulazione (p<0,01), mostrando comunque una variabilità inter aziendale. In questo studio, la numerosità della covata svezzata non ha influenzato né l'ISE né il momento dell'ovulazione seguente. Al contrario, le lattazioni brevi (<18 giorni) ritardavano in modo significativo sia l'ISE che l'ovulazione (p<0,05).

Lo spessore di lardo dorsale in P2 al momento dell'IA (13,2 ± 3,3 mm) non aveva effetti sulla durata dell'ISE e sul momento dell'ovulazione nelle scrofe svezzate. Al contrario, nelle scrofette, l'IFPE-ovulazione era influenzato dallo spessore di lardo dorsale (p<0,05). Questo è un elemento importante che andrebbe confermato in relazione alla carriera delle giovani femmine.

Conclusioni

Questo studio conferma la grande variabilità del momento dell'ovulazione spontanea in condizioni di allevamento. In queste condizioni, una scrupolosa ricerca dei calori unita ad una strategia mirata delle IA restano componenti indispensabili per ottenere buoni risultati.
Il controllo dello stato dell'ovaio resta ancora costoso (ecografo specifico, personale esperto, controlli ripetuti), ma un suo uso mirato, in associazione ad una scrupolosa ricerca calori ed ad una strategia di inseminazione flessibile, possono permettere di integrare al meglio la fisiologia della scrofa con le pratiche aziendali.