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La Check-list Classyfarm arriva anche in scrofaia!

(Dott.ssa Maria Costanza Galli)

La Check-list Classyfarm benessere, finora utilizzata negli svezzamenti e negli ingrassi come strumento per valutare e quindi diminuire il più possibile il rischio di morsicatura della coda, arriva anche in scrofaia. Lo scopo di questo protocollo non è strettamente correlato alla risoluzione del problema della morsicatura della coda, fenomeno inconsueto nei suinetti e nelle scrofe, ma ad una valutazione più generale sul benessere degli animali presenti in scrofaia, sia quindi dei riproduttori (verri, scrofe e scrofette) sia dei suinetti sottoscrofa.

Le tempistiche entro cui il veterinario dovrà compilare la check-list e inserire i dati raccolti nella piattaforma informatica non sono del tutto chiari. Nell’ultima nota del Ministero della Salute a riguardo viene riporta come scadenza il 31 Dicembre 2020,  riferendosi però ad una seconda valutazione. Né in questa nota, né in quelle precedenti è tuttavia presente alcun riferimento alla scadenza della prima compilazione, creando inevitabilmente della confusione sull’effettiva tempistica in cui le due check-list dovrebbero essere condotte. Ad oggi (30/09/2020), inoltre, la check-list è disponibile in formato cartaceo ma il sistema informatico dove dovrebbero essere inseriti i dati rilevati, Classyfarm 2.0, non risulta attivo. Per il momento si potrebbe quindi pensare di procedere con la compilazione cartacea e posticipare il caricamento dei dati a quando il portale sarà utilizzabile, ma rimane il dubbio sull’effettiva utilità e fattibilità di eseguire le due compilazioni a distanza di pochi mesi una dall’altra.

 

Andiamo adesso a vedere in cosa consiste questo protocollo.

La check-list si suddivide in quattro Aree di riferimento:

-l’Area A, riguarda il management aziendale e il personale;
-l’Area B, riguarda le strutture e le attrezzature zootecnche;
-l’Area C, valuta il benessere tramite indicatori misurabili direttamente sull’animale (Animal-based measures);
-l’Area Grandi rischi e sistemi di allarme, valuta la presenza e il funzionamento dei sistemi di ispezione e controllo.

Per ogni Area sono presenti più punti a cui il veterinario dovrà rispondere attraverso tre possibili opzioni di giudizio:

-inaccettabile, qualora non venga rispettata la normativa vigente;
-accettabile, quando viene rispettato il minimo di legge consentito;
-ottimale, quando viene garantito più del minimo di legge.

 

L’Area A

L’Area A si suddivide in 24 punti.

-punto 1: valutazione del numero di addetti che si occupano degli animali, il quale dovrebbe essere come minimo di uno per ogni 200-400 scrofe.

-punto 2: formazione degli addetti, valutata in base all’esperienza pratica o al titolo di studio e alla partecipazione a corsi di formazione sul benessere animale.

-punto 3: numero di ispezioni degli animali, che dovrebbero essere minimo di una al giorno.

-punto 4: suddivisione degli animali in gruppi omogenei per sesso, età o categoria

-punto 5: valutazione della messa in atto di strategie per ridurre i comportamenti aggressivi per la formazione e la gestione dei gruppi. Questo punto, molto importante per il benessere delle scrofe, specialmente per quelle di stato gerarchico inferiore, può risultare difficile da verificare, ma le dichiarazioni possono essere confermate o smentite dai parametri osservabili sull’animale (lesioni corpo e BCS).

-punto 6: valutazione del trattamento degli animali malati o feriti, i quali devono ricevere dei trattamenti appropriati e quando necessario isolati in infermeria. L’azienda deve essere seguita da un veterinario che intervenga qualora l’animale non risponda ai primi trattamenti. La presenza di procedure scritte sembra essere un parametro non necessario per raggiungere l’accettabile, tuttavia nella griglia dei giudizi non è presente una suddivisione tra accettabile e ottimale.

-punto 7: valutazione della formazione degli addetti sulle corrette procedure di abbattimento degli animali, tramite presenza di un corso di formazione inerente o corso da norcino, o eseguito dal veterinario. Valutazione della presenza di strumentazione adeguata e sottoposta a manutenzione. Il giudizio ottimale prevede anche la presenza di procedure scritte.

-punti 8 e 9: gestione della razione che, per risultare accettabile, deve essere specifica per le diverse categorie (riproduttori e suinetti) e somministrata almeno una volta al giorno.

-punti 10 e 11: valutazione della fibra e dell’energia nella razione delle scrofe gestanti, per risultare accettabile la razione deve avere un tenore di cellulosa grezza compreso tra il 2.23% e il 6% o devono essere somministrati almeno 100g/giorno per scrofa di paglia o fieno, e avere un valore minimo di energia metabolizzabile di 2272 Kcal/Kg.

-punti 12 e 13: valutano che non vengano eseguite operazioni non consentite (ossia tutte le mutilazioni effettuate per scopi diversi da quelli terapeutici, diagnostici o per l’identificazione) quali ad esempio il taglio di una parte dell’orecchio per scopi diversi dall’identificazione o l’apposizione dell’anello al naso in animali non allevati all’aperto.

-punto 14: valuta che in presenza di suini con coda mozzata, questa operazione venga effettuata solo in presenza della documentazione che attesta che nel sito a cui sono destinati gli animali è necessario ricorrere alla mutilazione. La documentazione dovrà essere composta dalla valutazione del rischio e dal cronoprogramma e dovranno essere stati ottimizzati tutti i sistemi di gestione possibili.

-punto 15: valuta che la castrazione venga eseguita in animali destinati alle produzione tipiche e che siano presenti tutti gli strumenti (es. bisturi) che permettano di asportare i testicoli senza lacerazione o strappo dei tessuti. Questo sistema è l’unico che possa provare che la castrazione avvenga nel modo corretto, ma non ci assicura che ciò avvenga effettivamente.

Per entrambi i punti 14 e 15 viene verificato che le operazioni di taglio coda e castrazione vengano eseguiti entro i 7 giorni di vita da personale formato, o dal veterinario con anestesia e analgesia prolungata oltre i 7 giorni di vita. Per valutare la corretta formazione del personale deve essere presente un attestato che provi la partecipazione a dei corsi appositi.

-il punto 16: valuta, con gli stessi criteri utilizzati per il mozzamento della coda, l’operazione di levigatura o troncatura degli incisivi.

-il punto 17: valuta che la riduzione delle zanne dei verri venga eseguita dal veterinario o da personale formato.

-il punto 18: verifica che le scrofe e le scrofette vengano allevate in gruppo nel periodo compreso tra 4 settimana dopo la fecondazione e 1 settimana prima del parto tramite dei calcoli che permettono di verificare la capienza media di ogni reparto di allevamento (in relazione alla percentuale di portata al parto dell’azienda) e tramite una verifica a campione utilizzando i dati riportati sulla scheda individuale della scrofa

 -il punto19: valuta la presenza di trattamenti antiparassitari o comunque l’assenza di evidenze di infestazione

-il punto 20: valuta che le scrofe vengano pulite prima di entrare in sala parto tramite osservazione diretta degli animali in sala parto

-i punti 21 e 22: verificano che i suinetti non vengano svezzati prima dei 28 giorni o prima dei 21 giorni in caso di impianti specializzati, e che gli impianti specializzati, fisicamente separati, pratichino il vuoto sanitario e vengano puliti e disinfettati a fine ciclo. Lo svezzamento precoce non può essere eseguito togliendo le scrofe dalla sala parto e lasciando i lattonzoli in quel locale.

-il punto 23: valuta se la condizione di allevamento sia consona ai suini, senza quindi limitare le 5 libertà. Mi chiedo in che modo questo punto possa mai risultare adeguato, nel momento in cui tra queste libertà risulta tra l’altro esserci quella di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche e la libertà dallo stress.

-il punto 24: valuta la presenza di azioni per la lotta agli infestanti.

 

L’Area B

L’Area B, analizza le strutture dell’allevamento, e più in particolare valuta:

-la presenza di ripari sufficienti ed adeguati per gli animali custoditi al di fuori dei fabbricati

-la presenza di locali idonei adibiti alla preparazione/conservazione degli alimenti

-la presenza di un locale infermeria identificato che accolga esclusivamente animali malati o feriti, e, laddove la condizione clinica lo richieda, munito di lettiera asciutta o tappetino. È importante specificare che la gabbia non può essere utilizzata come locale infermeria. Può essere utilizzata a questo scopo esclusivamente con certificazione scritta del veterinario che ne richieda l’isolamento in gabbia per uno specifico caso clinico

-la presenza di box vuoto in cui è possibile isolare temporaneamente un animale qualora sia necessario.

-assenza di scrofe tenute all’attacco e dimensioni delle gabbie che permettano agli animali di praticare movimenti normali, quali alzarsi e sdraiarsi.

-densità in box che rispettino il minimo di legge (2.25 mq per scrofa, 1.64 mq per scrofetta)

- conformità della pavimentazione dei box e dei parchetti alla normativa vigente. È importante ricordare che non può essere utilizzato un pavimento totalmente fessurato, ossia con le aperture di scarico per tutta la lunghezza del pavimento.

-presenza per tutti gli animali di avere contemporaneamente di un’area di decubito confortevole.

-assenza di materiali e attrezzature nocivi o pericolosi con cui possono venire in contatto gli animali, compresi i pavimenti.

- presenza di sistemi di ventilazione adeguati e di gas nocivi (ammoniaca e anidride carbonica) entro i limiti non dannosi per gli animali (NH3 tra 10 - 20 ppm e CO2 < 3000 ppm)

-assenza di rumori continui di alta intensità (>85 dBA)

-presenza di un’illuminazione adeguata, ossia di almeno 40 lux per un minimo di 8 ore. Anche in questo caso l’unico mezzo di verifica è la presenza di adeguati impianti di illuminazione, ma risulta estremamente difficile accertarsi del corretto utilizzo.

-presenza di alimentazione ad libitum o alimentatore automatico ad ingresso selettivo o in caso di alimentazione razionata presenza di un truogolo che assicuri 50cm/capo.

-presenza di attrezzature per la somministrazione di mangimi e acqua che garantiscono un’adeguata pulizia dell’alimento e dell’acqua, viene quindi esclusa la somministrazione del mangime secco a terra

-presenza costante di una fonte di distribuzione di acqua fresca

-presenza, in tutti i reparti, di materiali manipolabili che possano permettere agli animali di esplicare le funzioni di esplorazione e manipolazione. Il giudizio sull’adeguatezza o meno dei materiali presenti viene fatta a seconda delle loro proprietà (commestibile, masticabile, esplorabile e manipolabile) e della complementarietà delle proprietà dei materiali forniti in associazione. L’unico materiale che fornito da solo determina già una situazione ottimale è la lettiera. In tutti gli altri casi i materiali devono essere combinati in modo da garantire il soddisfacimento di tutte le proprietà. La combinazione del tronchetto di legno morbido sospeso a catena e della catena di metallo o di plastica (due arricchimenti separati) non possiede tutte le proprietà, tuttavia, quando correttamente gestiti, hanno dimostrato un valido grado di utilizzo da parte degli animali. Pertanto, in via transitoria, vengono ritenuti accettabili.

- presenza di una zona libera per il parto dietro alla scrofa.

-presenza di protezione per i suinetti in caso di stalli da parto dove le scrofe possono muoversi liberamente.

-presenza di materiale idoneo per la costruzione del nido, fornito a partire dalla settimana precedente al momento previsto del parto. In caso di non utilizzo deve essere presente la dichiarazione di incompatibilità con i materiali di arricchimento del costruttore dell’impianto per la rimozione dei liquami. Anche in questo caso risulta semplice valutare nel momento la presenza o meno di questi materiali, ma il loro costante e corretto utilizzo risulta difficile da verificare. Spesso infatti capita che, qualora il materiale venga fornito, venga distribuito lontano o ai lati della scrofa, senza che questa abbia modo di utilizzarlo.

-presenza di un’area sufficientemente ampia piena o ricoperta di materiale adeguato per il riposo dei suinetti.

-spazio a disposizione del verro di almeno 6 mq e che gli permetta il contatto uditivo, olfattivo e visivo con gli altri suini.

 

L’Area C

L’area C valuta le condizioni di benessere attraverso l’osservazione diretta di un campione di animali presenti in allevamento. Nello specifico ciò che viene valutato è:

-la pulizia delle scrofe

-il numero e la gravità di ulcere alla spalla, di zoppie, di lesioni al corpo, di bursiti

-il numero di scrofe con BCS scarso

-il numero di scrofe con infezioni localizzate, con dermatite, con mastite

-il numero di scrofe che manifestano stereotipie

-il numero di nidiate con solo feci liquide

-il numero di box all’intero del quale i suinetti sono accalcati uno vicino l’altro

-la mortalità dei suinetti, valutata tramite il gestionale dell’azienda ed escludendo dal calcolo i suinetti nati morti e quelli sottoposti ad eutanasia

-il numero di suinetti sottopeso

-il numero di suinetti con lesioni alle orecchie

 

Area Grandi rischi e sistemi di allarme

Quest’area valuta il corretto funzionamento dei sistemi di ispezione, controllo e allarme presenti in azienda. Nello specifico valuta:

-la presenza costante di un sistema di illuminazione artificiale, fisso o mobile, adatto ad ispezionare in qualsiasi momento gli animali

-l’ispezione giornaliera delle attrezzature automatiche o meccaniche

-la presenza di un sistema d’allarme in caso di sistema di ventilazione unicamente forzata

-la presenza e la conservazione adeguata dei registri di carico e scarico degli animali (3 anni) e dei trattamenti farmacologici (5 anni) e la loro corretta compilazione tramite controllo a campione

-l’assenza di sostanze illecite nei registri dei trattamenti, nell’armadietto dei farmaci o nei locali dell’allevamento