Spunti pratici tratti dall’incontro con Enric Marco il 26/05/2025 a Ghedi (BS), patrocinato da Elanco Italia S.p.A

(dott.ssa Sofia Paterlini)

Effetti dello stress da caldo sulla riproduzione del suino

Lo stress da caldo rappresenta una delle principali sfide nella moderna suinicoltura, ed ha effetti negativi su diversi aspetti legati alla produttività di questa specie, in particolare per quanto concerne la sfera riproduttiva. 

Le scrofe mostrano una soglia di tolleranza alle alte temperature particolarmente bassa: già a 18°C aumentano la frequenza respiratoria, e oltre i 22°C si osserva una riduzione della produttività. Questo rende evidente come anche temperature considerate “moderate” possano risultare problematiche per questa specie.

Uno dei principali segnali è infatti una riduzione delle performance riproduttive legata ad una minor ingestione di alimento, evidente soprattutto nelle scrofette, dal momento che si tratta di animali in crescita che mostrano già di per sé calori poco evidenti.

A livello embrionale la sopravvivenza dipende fortemente dalla disponibilità di nutrienti, in particolare proteine: quando la scrofa riduce l’ingestione, si verificano aumenti della mortalità embrionale, ritorni in calore regolari e nascita di suinetti sottopeso. Diversamente dalla fase fetale, in cui la priorità è il feto, durante la fase embrionale l’organismo prioritario è la scrofa, per cui, in condizioni di stress o carenza nutrizionale, l’organismo privilegia sé stesso a discapito dell’embrione.

Un altro fenomeno osservato è la diminuzione del numero di scrofette alla nascita rispetto ai maschi, anche se le cause restano ancora poco chiare. Curiosamente, durante la fase fetale, i feti maschi risultano più deboli e vulnerabili, il che dovrebbe teoricamente portarli ad una maggiore mortalità. Questo paradosso suggerisce che esistano meccanismi fisiologici o ambientali ancora non del tutto compresi che influenzano in modo selettivo la sopravvivenza dei due sessi. 

Anche nel verro si hanno degli effetti importanti: lo stress da caldo riduce infatti la qualità del seme e la velocità degli spermatozoi, impattando negativamente sull’efficienza della fecondazione. È fondamentale, quindi, gestire attentamente anche la salute e il benessere del verro, soprattutto nei periodi più caldi.

Strategie gestionali per ridurre lo stress da caldo 

Una gestione adeguata può ridurre sensibilmente gli effetti negativi del caldo:

Inseminazione: è preferibile effettuare le attività nelle prime ore del mattino, ai primi segni di calore.

Conservazione del seme: controllare attentamente la temperatura delle fiale e garantire la catena del freddo durante le operazioni di trasporto dello stesso.

Aumento del tasso di copertura: coprire più scrofe possibili, anche quelle che ritornano, poiché maggiore è il numero di coperture, in un contesto di minore fertilità media, maggiore sarà la probabilità di successo nel raggiungimento del teorico delle coperture per la banda.

Anticipare lo svezzamento e programmare la somministrazione di progestinici (come l’altrenogest) per offrire alla scrofa un periodo di recupero fisiologico più lungo rispetto alla fine della lattazione, migliorando il bilancio energetico e le condizioni corporee prima della successiva venuta in estro e conseguente fecondazione.

Alimentazione: durante le stagioni calde è bene non ridurre la curva alimentare iniziale, mentre durante la fase intermedia della gestazione è necessario abbassarla per evitare effetti negativi legati ad un eccesso di energia. 

Acqua: è fondamentale ottimizzare l'apporto di acqua fresca, dal momento che la scrofa non spende più di 15 minuti al giorno per abbeverarsi. Inoltre, particolare attenzione andrebbe prestata alla temperatura dal momento che, almeno nelle sale parto più lunghe, le ultime gabbie parto potrebbero avere un’acqua con temperature particolarmente elevate quindi poco appetibile.

Vi è poi una serie di tecniche di raffreddamento della scrofa altamente impiegate ed efficaci, sebbene vi siano ad oggi pochi studi scientifici disponibili. Le principali ad essere impiegate comprendono:

Refrigerazione evaporativa: è un metodo di raffreddamento che sfrutta l’evaporazione dell’acqua per assorbire calore dal corpo dell’animale, abbassandone la temperatura corporea. Nelle scrofe spesso si utilizzano sistemi che fanno cadere acqua fredda a goccia sul collo dell’animale, dove trovano decorso i grossi vasi sanguigni, favorendo la dispersione di calore a questo livello. Tuttavia, si tratta di un sistema efficace in condizioni di elevata temperatura e bassa umidità, mentre in ambienti umidi - come le sale parto convenzionali- l'effetto può ridursi o addirittura peggiorare il disagio termico, generando il cosiddetto “effetto sauna”.

Ventilazione: è noto come la velocità dell’aria influisca significativamente sulla percezione del caldo. In Sud America, ad esempio, il clima caldo-umido ha fatto sì che per i suini si usino sistemi simili a quelli avicoli con sensori di temperatura, umidità e velocità dell’aria. Una velocità dell’aria pari a 1,6 m/s può abbassare la temperatura percepita di 10°C, ma l’ideale è mantenerla intorno a 0,15 m/s per evitare raffreddamenti eccessivi.

In sala parto, una strategia efficace per contrastare lo stress da caldo è l’utilizzo di aria refrigerata direzionata sulla testa della scrofa, evitando però correnti d’aria diffuse che potrebbero mettere a rischio i suinetti, soprattutto nei primi giorni di vita. Inoltre, è consigliabile concentrare il flusso d’aria in un unico punto, in modo che la scrofa possa scegliere se avvicinarsi o allontanarsi a seconda dei suoi bisogni; nelle sale parto libere questo approccio è ancora più efficace, perché la scrofa può spostarsi autonomamente verso l’area più refrigerata, migliorando il proprio comfort senza compromettere il benessere della nidiata.

Pavimentazione in ghisa: riduce la frequenza respiratoria rispetto alla plastica, contribuendo al benessere animale.

Tuttavia, se si adottano misure di raffreddamento in sala parto ma si tengono continuamente accese le lampade riscaldanti, la loro efficacia risulterà fortemente compromessa. Per questo motivo, in condizioni di stress da caldo, è fondamentale accendere le lampade solo il giorno del parto, quando è realmente necessario garantire calore ai suinetti, evitando così di aumentare inutilmente la temperatura ambientale. 

Ruolo dell’alimentazione nella gestione dello stress da caldo 

La nutrizione rappresenta uno strumento fondamentale per contrastare gli effetti negativi dello stress da caldo nelle scrofe. Si è detto come, quando la temperatura ambientale si alza, l’animale tende a ridurre l’ingestione di mangime, compromettendo il bilancio energetico e, di conseguenza, la sua efficienza riproduttiva. Per questo motivo, è consigliabile formulare una dieta ipercalorica, ossia in grado di fornire un elevato apporto energetico a fronte di una minore volume di ingestione. Allo stesso tempo, è importante limitare il contenuto di fibra, dalla cui fermentazione si producono elevate quantità di calore, contribuendo così ad aggravare lo stress termico.

La composizione nutrizionale deve essere attentamente bilanciata: proteine, grassi e carboidrati devono essere presenti in modo equilibrato, ma nei periodi più caldi è preferibile aumentare la quota di grassi rispetto agli altri nutrienti. I grassi, infatti, forniscono molta energia senza aumentare significativamente la produzione di calore interno, risultando più indicati per la stagione estiva. Tuttavia, in questo caso, vale la pena prestare particolare attenzione alle problematiche legate al loro irrancidimento in grado di compromettere l’appetibilità, e di conseguenza, l’ingestione della razione stessa. Per ovviare a questi problemi l’aggiunta di alcuni additivi, come le vitamine od altri antiossidanti, posso essere soluzioni interessanti.

In aggiunta vi sono una serie di additivi consigliati anch’essi in grado di contrastare lo stress da caldo in modo diretto:

Vitamina E e selenio: potenti antiossidanti che contrastano la produzione di ROS (radicali liberi dell’ossigeno), i quali vengono prodotti in gran quantità in condizioni di stress da caldo e risultano dannosi a livello cellulare.

Cromo: migliora la sensibilità insulinica grazie alla presenza della cromodulina, mantenendo l’ingestione soprattutto nei soggetti più grassi.

Betaina: osmolita organico che riduce i ROS entrando nel ciclo della metionina.

Altri additivi utili: cannella e glutammina.

A conclusione, è  importante sottolineare che nessuna di queste misure, da sola, è sufficiente a contrastare efficacemente lo stress da caldo: solo un approccio integrato, che combini in modo sinergico interventi gestionali e un corretto approccio nutrizionale, può realmente migliorare il benessere degli animali e mantenere buone performance riproduttive anche nei periodi più critici.