Dal 24 al 27 settembre un piccolo gruppo di veterinari è stato ospitato presso Terenzin, in Repubblica Ceca, da ChemVet Group tramite l’azienda farmaceutica Livisto (Foto 1). L’attività principale di ChemVet Group si basa sulla produzione, commercializzazione e distribuzione di vaccini innovativi, probiotici e prodotti che si prendano cura tanto degli animali da allevamento quanto di quelli da affezione. All’interno del ChemVet Group è principalmente la Dyntec che si occupa della ricerca e della produzione sia di vaccini commerciali che stabulogeni, e, grazie alla Livisto, è stato possibile visitare i luoghi di produzione di questa azienda e i locali adibiti alla sperimentazione animale, siti appunto in Repubblica Ceca.
Il fulcro centrale dell’incontro con ChemVet Group e, più nello specifico, con la Dyntec, è stato un approfondimento sulla produzione del loro vaccino contro l’APP, ovvero la pleuropolmonite causata da Actinobacillus Pleuropneumoniae, un batterio responsabile della formazione di broncopolmonite fibrinoemorragica necrotizzante e pleurite fibrinosa, spesso con esito fatale. Esistono 15 sierotipi di APP e il batterio produce 4 tipi diversi di tossine, denominate APXI, APXII, APXIII e APXIV; solitamente in un allevamento è solo un sierotipo a predominare, nonostante sia stata dimostrata la compresenza di più sierotipi all’interno di uno stesso allevamento. Esistono diversi fattori predisponenti (Tabella 1) l’insorgenza e lo sviluppo della malattia, a cui molti allevatori dovrebbero prestare attenzione affinché l’APP non dilaghi all’interno dell’allevamento.
FATTORI PREDISPONENTI l’insorgenza e lo sviluppo di APP
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Tanta ammoniaca |
Stress |
Tanto solfuro d’idrogeno |
Alimentazione scorretta |
Tanta anidride carbonica |
Patologie concomitanti (diarrea, micoplasma) |
Polvere eccessiva |
Alta pressione infettante |
Umidità elevata |
Alta concentrazione del batterio |
Densità eccessiva |
Movimentazione e mescolamento dei suini |
Come ormai è ben risaputo prevenire è meglio che curare! Ed è il chiaro messaggio che la Dyntec ha voluto far passare ai suoi visitatori, accompagnandoli all’interno delle loro strutture (Foto di seguito) e spiegando tutti i passaggi e i processi che si nascondono dietro alla produzione di un singolo vaccino, processi inimmaginabili se non vengono visti con i propri occhi.
È un processo che consta di diverse fasi: preparazione dell’inoculo per la lavorazione di alcuni sierotipi di APP (in questo specifico caso il 2 e il 9, che sono quelli più facilmente riscontrabili in allevamento); coltivazione degli antigeni sotto condizioni controllate e utilizzo di un medium dalla composizione unica; disintegrazione e preparazione delle frazioni subcellulari; concentrazione e purificazione; inattivazione e detossificazione; legame agli adiuvanti e immunomodulanti; verifica della sicurezza ed efficacia del vaccino mediante test sperimentali sugli animali.
Poiché, ormai, da un po’ di tempo è chiaro a tutti che il futuro si baserà sulla prevenzione e non sul trattamento, la Dyntec ha deciso di sponsorizzare anche alcuni dei suoi più importanti probiotici, sottolineando che essi, assieme ai vaccini, sono destinati a sostituire gli antibiotici promotori della crescita e l’ossido di zinco, così come mirano a far ridurre l’utilizzo smodato di antibiotici. Inoltre, i probiotici si sono dimostrati utili a migliorare i parametri produttivi, quali la mortalità, l’indice di conversione alimentare e l’incremento ponderale giornaliero, oltre ad essere molto utilizzati negli allevamenti biologici dove non è consentito l’utilizzo di antibiotici.
In particolare, la Dyntec ha presentato tre prodotti. Uno è un probiotico a base di Lactobacillus acidophilus e viene solitamente usato nelle prime 2 settimane post-svezzamento, per aiutare gli animali a reagire il meglio possibile ai cambiamenti che il loro intestino subisce durante il periodo appena successivo allo svezzamento; è un prodotto molto gradito dagli allevatori poiché può essere utilizzato anche in concomitanza con gli antibiotici e con temperature molto alte senza che il prodotto venga intaccato in alcun modo. Il secondo probiotico è a base di Lactobacillus farciminis, che, al contrario del precedente, non può essere utilizzato in concomitanza con antibiotici, poiché ucciderebbero il probiotico, e può essere utilizzato solo sotto normali condizioni di temperatura (5-85 °C), venendo preferito dagli allevatori biologici. Infine, il terzo prodotto è un supplemento alimentare per i suinetti appena nati, costituito alla base sempre da Lactobacillus acidophilus; l’utilizzo di tale prodotto alla nascita dei suinetti, per due volte al giorno e per due giorni consecutivi, si è dimostrato utile nel ridurre drasticamente l’utilizzo degli antibiotici atti a trattare la diarrea in sala parto, il che si è rilevato, di conseguenza, anche in un maggior peso allo svezzamento di questi suinetti (6,2 kg vs 5,1 kg che corrispondono rispettivamente a trattati con probiotici vs non trattati; svezzamento a 21 giorni).
Tutto ciò non fa altro che confermare che prevenire è meglio che curare e che il futuro si basa sulla prevenzione. Prima vengono accettati questi due preziosi concetti, prima il mondo suinicolo farà un passo avanti per migliorarsi in ogni suo aspetto, produttivo, economico e di benessere che sia.