Il 5 e 6 giugno 2019, Huvepharma ha avuto come ospiti presso la location di Pravets (Bulgaria) veterinari, e non solo, provenienti da tutta Europa, al fine di proporre delle soluzioni pratiche ai problemi intestinali, avvalendosi di diversi relatori che hanno riportato le proprie esperienze in merito all’argomento.

Ad aprire le danze è stato il Dottor Robert Hoste, senior pig production economist, il quale ha affrontato la situazione economica dell’industria suinicola e nel mondo, sottolineando come il costo delle malattie c’è ed è tangibile (Tabella 1). Una corretta gestione manageriale è quindi necessaria per abbattere i costi scaturiti dall’insorgenza di patologie, tra cui, le infezioni parassitarie e le problematiche enteriche.

In particolare, Peter Geldhof, professore di parassitologia dell’Università di Gent (BE), ha approfondito il discorso sulle infezioni parassitarie, con particolare attenzione ad Ascaris suum; queste forme sono purtroppo sottostimate a causa della loro natura subclinica, ma in realtà sono onnipresenti e la loro prevalenza risulta elevata sia nelle scrofe che nei suini all’ingrasso. L’infezione da Ascaris suum comporta conseguenze economiche non desiderabili in allevamento, quali la diminuzione dell’accrescimento ponderale giornaliero, l’aumento dell’indice di conversione dell’alimento, la diminuzione della percentuale di carne magra, l’aumento della mortalità, lo scarto dei fegati al macello e l’aumento dei costi per il trattamento dei soggetti affetti. Per tutti questi motivi, Huvepharma propone come soluzione il fenbendazole, una molecola antielmintica in grado di combattere tutti gli stadi di Ascaris suum (forma adulta, intestinale e larvale), con la raccomandazione di ripetere il trattamento ogni 6 settimane (3 mesi per le scrofe) al fine di ottenere benefici economici importanti. Tale strategia antiparassitaria si è infatti dimostrata utile nel migliorare in maniera significativa le performance dei soggetti trattati, con un ritorno economico dell’investimento di ben 9 €. Questo è reso possibile grazie ad una riduzione dell’indice di conversione dell’alimento (- 5%), ad un aumento dell’incremento ponderale giornaliero (+ 5%) e ad una migliore classificazione delle carcasse (+ 3%), oltre ad una minore contaminazione dei fegati, che non vengono scartati al macello, e ad una riduzione dei costi di medicazione per il trattamento di infezioni respiratorie e intestinali secondarie alla parassitosi.

Costo per animale

Patologie endemiche 30-40 €
Patologie respiratorie 4-7 € per patologia
Patologie enteriche 3-5 € per patologia
Parassiti fino a 7 e per animale colpito
Fallimenti riproduttivi 4-11 € per scrofa
Zoppia fino a 180 € per scrofa azzoppata
MMA 10 e per suino prodotto

Tabella 1: Costo per animale in base alla patologia di interesse

Altro importante e ricorrente problema nella stragrande maggioranza degli allevamenti è la presenza di diarrea da E. Coli, di cui Roberto Bardini, species manager dei suini, parla nella sua relazione, insieme ad altri numerosi disordini enterici che colpiscono i nostri suini durante l’intero corso della loro vita. In particolare, i suinetti sotto-scrofa con sintomi evidenti di E. Coli, come la produzione di diarrea liquida giallastra e repentino dimagrimento ed emaciazione dei soggetti colpiti, sono necessariamente e immediatamente da trattare, pena la perdita sicura dell’animale, ma il problema, oggi come oggi, diventa: “Sì, trattare… Ma con cosa?”. A causa delle pressioni ricevute nell’ultimo periodo in merito all’utilizzo di colistina e/o enrofloxacina, Huvepharma propone una molecola alternativa: la paromomicina solfato, in soluzione orale o da miscelare in latte o acqua da bere, specifica per il trattamento delle infezioni gastro-intestinali causate da E. Coli. Tale prodotto ha anche riportato un guadagno di peso durante la lattazione e una minore mortalità rispetto ad un trattamento effettuato con la colistina.

Wouter Van der Veken, global product manager probiotics, altro valido relatore del convegno, ha invece sottolineato l’importanza dell’utilizzo dei probiotici, ovvero microrganismi viventi da aggiungere all’alimento in grado di dare benefici all’ospite, migliorandone l’equilibrio microbico intestinale. A tal proposito, la soluzione di Huvepharma consiste nell’utilizzo di Clostridium butyricum  come probiotico, in quanto dotato di molte attività utili, quali: prevenire la colonizzazione dei patogeni attraverso l’adesione all’epitelio intestinale, avere effetti antagonisti diretti contro diversi patogeni intestinali, inibire la crescita microbica grazie alla produzione di acido acetico e ultimo, ma non meno importante, instaurare attività antimicrobiche e anti-infiammatorie grazie alla produzione di acido butirrico.

Inoltre, Van der Veken affronta anche la questione degli enzimi digestivi, sostanze in grado di rendere più disponibili i nutrienti contenuti in un alimento e, nel contempo, di mantenere la salute intestinale. In questo caso, Huvepharma fornisce un complesso enzimatico digestivo in grado di superare gli effetti anti-nutrizionali di molte frazioni NSP (Polisaccaridi Non Amidacei), che sono presenti comunemente nella maggior parte delle diete convenzionali, aumentando l’utilizzazione dei nutrienti, con conseguente riduzione dei costi del mangime, e migliorando l’accrescimento sia dei suini in svezzamento che all’ingrasso.

Le sfide che l’intestino dei nostri suini deve affrontare sono molteplici e di diversa entità, ed è per questo motivo che l’uomo deve sfruttare tutti gli strumenti in suo possesso al fine di mantenere un corretto equilibrio della microflora intestinale.