(Giulia Catellani, laureanda MV)
Il comportamento delle scrofe può essere utile per monitorare il loro benessere ed identificare precocemente i soggetti a rischio per la PDS (postpartum dysgalactia syndrome); i fattori che si possono controllare sono diversi, tutti strettamente correlati tra di loro.
La riduzione di appetito, per esempio, è fisiologica quando antecedente al parto, ma se la disoressia si presenta successivamente potrebbe essere una risposta dell’organismo ad un’infiammazione sistemica, soprattutto se correlata anche ad un rialzo della temperatura rettale (considerata non patologica nel postpartum fino ai 39,5° ).
L’assunzione di acqua al contrario dovrebbe aumentare a termine gravidanza, passando da 1L/h a 2.6 L/h 12 ore prima, mentre per le 24h successive tende a decrescere (fino anche a 10L/giorno); si stabilizza poi sui 20-35L/giorno in previsione della lattazione. Un buon metodo per aiutare le scrofe che non raggiungono questi valori è dare un pasto ricco di fibre durante il periodo di transizione, così da aiutarle sia dal punto di vista nutritivo sia invogliandole all’abbeverata.
In natura, la scrofa tende ad isolarsi dal branco circa 24h prima di partorire cercando di assicurarsi un luogo sicuro dove fermarsi e costruire un nido, che per la prima settimana di vita dei suinetti lascerà esclusivamente per cercare cibo quando strettamente necessario; in cattività ciò che possiamo osservare e monitorare è la quantità di tempo che essa passa sdraiata e in piedi: nelle 24h successive al parto l’animale tenderà ad essere inattivo, posta in decubito laterale per mostrare le mammelle o comunque distesa, aumentando poco per volta l’attività, fino ad arrivare al terzo giorno nel quale riprenderà a stazionare quadrupedale per più tempo.
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Gestazione |
Pre parto |
Durante il parto |
Post parto |
Alimentazione |
mantenuta stabile con un buon appetito |
disoressia |
anoressia |
ripresa dell’appetito |
Idratazione |
24 L/giorno |
aumentata fino a 62,4 L/giorno |
rimane stabile fino ad inizio lattazione |
24h postpartum: 10L/giorno
20-35 L/giorno per tutta la lattazione
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Attività |
Alternanza di decubito laterale, sternale, alzato |
Possibile fase di agitazione alternata a decubito |
decubito laterale o sternale |
24h dopo: inattività completa
3 giorni dopo: ripresa dell’alternanza delle fasi
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Tabella 1. Riassunto dei cambiamenti della scrofa nel periparto
Il comportamento che la scrofa tiene durante la lattazione è inoltre corrispondente alla quantità di latte che i suinetti andranno ad assumere, motivo che lo rende essenziale da conoscere e valutare. Il neonato si attaccherà alla mammella per la prima volta dopo 20-40 minuti dalla nascita, potendo succhiare costantemente in quanto rimane sempre disponibile; in questa fase verrà stabilito anche il capezzolo corrispondente ad ogni nato, fenomeno definito di “fidelizzazione del capezzolo”, che dalle 72h postpartum fino allo svezzamento rimarrà sempre lo stesso. Con il passaggio alla produzione di latte anche la modalità di alimentazione cambia, passando ad una ciclicità specifica: nei primi giorni di lattazione la scrofa allatta ad intervalli di 36-40 minuti, tempistica che aumenterà con il passare dei giorni; sarà lei stessa tramite una certa vocalità a chiamare i suinetti per alimentarli. Fino al decimo giorno questi cicli rimangono regolari per tutta la durata delle 24h, mentre dal diciassettesimo la notte diminuiscono fino ad interrompersi.
Nei primi giorni dopo la nascita il latte prodotto dalla scrofa sarà in eccedenza rispetto a quello necessario per una buona crescita dei suinetti e l’85% delle lattazioni saranno iniziate dalla scrofa e terminate dai piccoli raggiunta la sazietà; avanzando con le settimane invece la quantità di latte diminuisce e saranno i suinetti a cercare il nutrimento e sarà la madre a determinare la fine della poppata spostandosi in posizione sternale. Tali passaggi trovano spiegazione anche pensando alla composizione del latte, che essendo variabile (via via sempre più ricca di grasso), permetterà ai suinetti di ricevere molta più energia in una sola poppata, che li renderà sazi fino al richiamo successivo. Questo aspetto ha una differenza sostanziale con il colostro che, avendo una composizione principalmente proteica lascerà un minore senso di sazietà e pertanto andrà assunto quasi ininterrottamente).
Una corretta suzione dei capezzoli è ulteriormente necessaria sia per una stimolazione endocrina che per una meccanica, le quali vanno ad agire in maniera sinergica.
Per quanto riguarda la stimolazione fisica i suinetti applicano involontariamente un massaggio alle ghiandole mammarie quando cercano di raggiungere il capezzolo (Foto 1), andando ad aumentare la circolazione in quella zona e quindi favorendo il passaggio degli ormoni nel sangue; il fatto stesso di svuotare la mammella permette una maggior produzione del secreto, che altrimenti rimarrebbe accumulato favorendo l’involuzione degli alveoli e riducendo l’apporto ematico al tessuto. La manipolazione della mammella va anche ad agire sui recettori neuronali presenti all’interno della ghiandola, che così attivati manderanno impulsi a livello di neuroipofisi (parte posteriore di una piccola ghiandola posta alla base del cervello deputata alla produzione e allo scambio di ormoni con il sangue) la quale produrrà ossitocina e a livello di adenoipofisi (parte anteriore della stessa ghiandola) la quale andrà a secernere prolattina, GH (somatostatina od ormone della crescita), ACTH (ormone adrenocorticotropo) e TSH (ormone tireostimolante); tale cascata ormonale rimanderà poi il segnale a livello di alveoli permettendo la sintesi del latte (Foto2).
Foto 1: suzione e contemporanea manipolazione meccanica del capezzolo
Il riempimento di una ghiandola mammaria dopo uno svuotamento completo avviene in 35 minuti, tempistica che sottolinea l’importanza della ciclicità della lattazione per avere una resa massima.
Foto 2: stimolazione endocrina delle mammelle da parte dei suinetti durante la lattazione
Può essere quindi un buon indicatore di salute della scrofa non solo verificare e sorvegliare il suo comportamento, ma anche l’atteggiamento dei suinetti, poiché una nidiata sempre sotto la madre alla ricerca del capezzolo, affamata e malnutrita è segno di mancanza di latte della madre e possibile PDS, aumentando notevolmente anche il rischio di schiacciamento.