VISTO ED ELABORATO PER VOI DALLE JRP 2015… (by Mario Gherpelli)
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP 47a edizione. Autori: GOUDET G., DOUET C., NADAL-DESBARATS L., KUTUK-SUER N., STAUB C., VENTURI E., SAVOIE J., FERCHAUD S., BOULOT S., PRUNIER A.
INTRODUZIONE
L’allevamento suinicolo moderno si basa sulla gestione in bande delle scrofe presenti. L’introduzione delle scrofette all’interno di ciascuna banda non è un’operazione scontata e spesso gli allevatori utilizzano trattamenti ormonali a base di progestinici orali per sincronizzare il ciclo sessuale di questi animali e poterli fecondare al momento opportuno. Gli interrogativi che nascono dai possibili effetti di eventuali residui ormonali sulla salute umana e sull’ambiente stanno aprendo nuove prospettive di ricerca volte a mettere a punto metodi alternativi di sincronizzazione dell’estro in varie specie animali che potranno portare a nuove pratiche di allevamento.
Prima della pubertà, le scrofette raggiungono uno stadio fisiologico di “pre-pubertà” durante il quale uno stimolo esterno può innescare la prima ovulazione. Il più conosciuto tra questi stimoli è l’”effetto maschio” che viene garantito dal contatto con verri sessualmente maturi. Si tratta di una pratica laboriosa che non sempre viene attuata negli allevamenti, anche perché non sono chiari i tempi e le modalità ottimali di esposizione.
Il nostro obiettivo è quello di conoscere meglio la fase pre-puberale, in particolare attraverso lo studio di biomarcatori che rendano più agevole e più mirata l’introduzione di scrofette puberi nelle bande di scrofe da inseminare. Si sa da tempo che le concentrazioni di estrone nell’urina aumentano durante la fase pre-puberale, ma le condizioni di allevamento delle scrofette in gruppo rendono i prelievi regolari di urina poco praticabili. Lo stesso ormone può essere dosato anche a livello plasmatico, ma i numerosi prelievi di sangue necessari su tutti gli animali ne fanno una pratica difficoltosa e troppo invasiva. All’opposto, la ricerca di indicatori salivari suscita un interesse crescente nella comunità scientifica, grazie al suo carattere non invasivo e praticabile in allevamento.
MATERIALI E METODI
Per lo studio sono state utilizzate 9 scrofette LW, monitorate per un periodo di 5 settimane, dai 140 giorni di vita fino alla pubertà. Gli animali erano alloggiati insieme e, durante il periodo di studio, non sono stati fatti cambiamenti né di box né di mangime e non si è mai proceduto al contatto con verri sessualmente maturi.
L’utero e le ovaie sono stati monitorati mediante ecografia, eseguita 3 volte/settimana fino al raggiungimento della pubertà.
Durante lo stesso periodo di 5 settimane, sono stati eseguiti 3 volte/settimana prelievi di urina su tutti i soggetti per monitorare la concentrazione di estrone e identificare la fase pre-puberale, così come prelievi di saliva alla ricerca di biomarcatori di questa stessa fase fisiologica. I prelievi sono stati centrifugati e conservati a -80°C fino al momento delle analisi.
Sette giorni dopo la data stimata della pubertà, le scrofette sono state macellate, prelevando uteri e ovaie per verificare l’avvenuta pubertà.
RISULTATI E DISCUSSIONE
La raccolta di campioni di saliva sulle 9 scrofette per 3 volte/settimana non ha presentato problemi.
In 6 scrofette la pubertà è stata determinata per via ecografica rispettivamente a 182, 189, 190, 190, 191 e 192 giorni di vita, venendo poi confermata al macello.
La pubertà accertata in altre 2 scrofette per via ecografica non è stata confermata al macello.
Una scrofetta considerata pubere all’ecografia era in realtà al secondo ciclo estrale, come dimostrato dai corpi lutei rinvenuti sulle ovaie.
I campioni di saliva sono stati analizzati solo per le 6 scrofette che durante lo studio hanno raggiunto la pubertà. L’analisi statistica ha permesso di evidenziare una differenza nella concentrazione di alcuni metaboliti tra la settimana -5 (prima settimana di osservazione) e la settimana -1 (ultima settimana di osservazione, a pubertà avvenuta). E’ il caso del propionato e del butirrato, la cui concentrazione tende a salire in modo significativo (P < 0,05), o del piruvato e del fumarato che, al contrario, tendono a scendere nello stesso periodo.
Restano da studiare altri metaboliti presenti nella saliva che non sono stati presi in considerazione in questo studio, così come è necessario confermare questi primi risultati nel tentativo di identificare dei valori soglia che possano essere utilizzati in allevamento per stabilire l’avvenuta pubertà.