Evento |
XLVIII Meeting annuale SIPAS, 30-31 Marzo 2023 |
Organizzato da |
Società Italiana di Patologia ed Allevamento dei Suini (SIPAS) |
Titolo |
Valutazione della condizione di anemia dei suinetti al momento dello svezzamento |
Autore/i |
Bini G., Mazzoni C., Scollo A. |
Riassunto dell'intervento
(testo completo negli atti del Congresso)
L’anemia del suinetto allo svezzamento è una problematica ben nota che viene affrontata attraverso la somministrazione di ferro iniettabile nei primi 3-5 giorni di vita. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare nella realtà di 20 aziende suinicole di tipo sito 1 del Nord Italia i valori di emoglobina allo svezzamento. Questo dato è stato inoltre confrontato con diversi parametri aziendali, ricavati tramite questionario, inerenti l’età dei suinetti al momento della somministrazione, dose somministrata, prodotto e numero di interventi, numerosità del parco scrofe, età dei suinetti allo svezzamento e la genetica utilizzata. Inoltre, all’atto del prelievo ematico in EDTA, eseguito su 15 suinetti entro i due giorni che precedevano lo svezzamento, è stato ricavato il peso individuale dei soggetti per valutarne la correlazione con l’emoglobina. Nessuna differenza è stata rilevata dal confronto con i parametri indagati fatta eccezione per una correlazione significativa fra l’ordine di parto della scrofa ed il valore dell’emoglobina dei suinetti. In particolare, la concentrazione di emoglobina (Hb) dei suinetti sembra alzarsi col crescere dell’età della scrofa. Inoltre, dallo studio sono emersi alcuni aspetti meritevoli di approfondimento: ad esempio è emerso che nel 20% degli allevamenti è presente un’anemia conclamata, oltre che dei 300 suinetti analizzati, circa l’8% presentava valori indicativi di uno stato anemico, il 26% si presentava con valori indice di uno stato carenziale e il 65% con valori adeguati.
Fig. 1: andamento globale delle prevalenze delle condizioni relative alle concentrazioni di emoglobina (Hb) nei 300 suinetti analizzati.
I dati ottenuti da questo studio, assieme a quelli già presenti in letteratura, ci forniscono due spunti. In primo luogo, possiamo senz’altro affermare che negli odierni sistemi di allevamento, probabilmente a causa di genetiche spinte ed accrescimenti elevati, la prevalenza di uno stato carenziale di ferro, che può eventualmente sfociare in una forma conclamata di anemia, è alta. In particolare, negli animali nati da scrofe giovani. A fronte di questo dato è prassi comune intervenire con un’iniezione di ferro nei primissimi giorni dopo la nascita. Tuttavia, un solo intervento potrebbe non essere sufficiente per garantire un’uniforme e adeguato livello di emoglobina a tutti gli animali. Una percentuale di soggetti non possiede comunque idonee riserve di ferro per non rischiare di sviluppare una successiva forma anemica da carenza. A tal proposito sarebbe buona prassi indagare, a livello di singolo allevamento, lo stato degli animali per capire se l’introduzione di una seconda iniezione prima dello svezzamento potrebbe avere influenza positiva. La tendenza è invece quella di dare per scontato che un unico intervento sia sufficiente, senza indagarne l’effettiva efficacia. Questa valutazione potrebbe essere svolta direttamente dal veterinario aziendale tramite l’utilizzo di un dispositivo portatile come quello utilizzato per questo studio.
In secondo luogo, questo studio fornisce spunti interessanti per svolgere future ricerche. Abbiamo trovato una correlazione fra la concentrazione di emoglobina dei suinetti e l’ordine di parto della scrofa ma confrontando il nostro risultato con la letteratura sono emerse delle discordanze che vanno approfondite, anche svolgendo ricerche sulla condizione di anemia delle scrofe. D’altro canto, bisogna comprendere al meglio la relazione fra peso dell’animale e concentrazione di emoglobina; molti studi hanno evidenziato una correlazione fra i due dati (Peters e Mahan, 2008; Steinhardt et al, 1984). A tal proposito, però, c’è da considerare che il solo valore legato all’emoglobina non è sempre indicativo ma sarebbe utile valutare altri parametri ematici che invece nella clinica del suino non vengono mai indagati.
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