Come ormai molti di voi sapranno, il 29 dicembre del 2017, è venuto a mancare il Professor Casimiro Tarocco.

Difficile trovare le parole per dire che cosa quest'uomo possa aver rappresentato per molti di noi e più in generale per l'intero movimento suinicolo nazionale durante circa mezzo secolo. Certamente ci piace ricordarlo come un amante degli animali, ma anche come uno studioso ed un grande comunicatore.
La formazione del personale ha rappresentato per lui un elemento imprescindibile nella moderna Suinicoltura ed il fattore uomo una "colonna portante" dell'intero sistema.

Personalmente sono davvero molti gli aneddoti "forti" che ricordo del Professore......quando mi insegnò a fare i prelievi di sangue dalla vena coccigea dei verri fino alle modalità per una corretta esposizione orale di una presentazione in Power Point. Certamente però quella che mi scalda ancora il cuore, e che ricordo con più affetto, riguarda il rapporto con la lettura e lo studio più in generale...: "vede dott. Claudio, si ricordi sempre che chi legge... è un drago", mi disse.

Claudio Mazzoni

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Durante la celebrazione funebre, il figlio del Professore, ha preparato una commovente lettera che forse meglio di tutti è in grado di riassumere la personalità di quest'uomo che, senza ombra di dubbio, rimarrà nella storia come uno dei più grandi interpreti della suinicoltura nazionale ed internazionale. Ve lo proponiamo in versione integrale... così come ha toccato i nostri cuori.

"Ciao.
Il papà, il nonno Miro, per alcuni ancora il professore o semplicemente un vicino di casa, vorrebbe salutarvi e ringraziarvi. A Casimiro piaceva stare in compagnia e se potesse vi verrebbe incontro, vi stringerebbe la mano poi vi chiederebbe: "Come va?". Non potendo farlo, prova a raccontarvi qualche cosa tramite i familiari e gli amici.
Il primo pensiero alla moglie. Grazie "Noni" che mi sei stata vicina tanti anni, che ti sei occupata dei figli quando lavoravo. Senza di te non sarebbe stata possibile fare questa vita di lavoro e di studio.
Ai figli direi che sono sempre stati nel mio cuore e che lo saranno sempre. Continuate ad impegnarvi e ad amare, solo così la vita ha senso.
Agli amici, agli studenti, a tutti coloro che hanno curato gli animali direi: non smettete di amare questo mondo particolare che è la suinicoltura. Fate sentire agli operai, ai tecnici, che si sentano sempre fieri del loro lavoro e, in sala parto, che non manchi mai una donna che si prenda cura dei suinetti.
A tutti gli uomini direi di non smettere di fare i complimenti alle signore ma sempre con garbo e con un sorriso. La vita è più bella con un sorriso.
Alle donne di avere pazienza con i propri uomini. Si sa, gli uomini rimangono sempre un po' bambini. Anche di non perdere le tradizioni della propria terra, in casa come in cucina .
Ai nipoti, che ho sempre nel cuore, ma a tutti i giovani, di seguire i propri interessi, di condurre una vita con passione e con costanza e di non aver paura di andare contro corrente. Seguite gli ideali più alti e non perdetevi nell'apparenza. Studiate ed impegnatevi. Anticipate il futuro senza perdere il passato.
Agli ammalati, un pensiero particolare. Sin da bambino non ho potuto fare sport per una malformazione al cuore. Durante la seconda guerra mondiale sono stato ferito da una mitragliatrice ma un "angelo" mi ha salvato. È da allora ho avuto una seconda vita. Ho combattuto per guarire o almeno per curarmi cercando sempre di guardare ciò che avevo e non quello che avevo perso. Mi sono sempre ritenuto fortunato. Ecco allora direi: combattete la malattia con disciplina, con la stessa intensità con la quale uno sportivo si allena per una grande impresa. Anche questo è amare la vita e ricordate che il bicchiere non è mezzo vuoto ma è sempre tutto pieno come direbbe un'amica di mio figlio.
Ecco, la storia è finita ma la morale dovete trovarla voi. Ogni pensiero amato, forte, puro non va mai imposto ma sempre e solo proposto...
Grazie per essere venuti a salutarmi.
Un abbraccio forte forte da Casimiro e famiglia..."

Giancarlo