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(Dott. Claudio Mazzoni)

Sia che si tratti di baliaggi precoci o baliaggi tardivi  la gestione dei soggetti in ritardo di crescita, rappresenta per molte aziende la popolazione di suinetti maggiormente coinvolta nei trasferimenti. Tuttavia ritengo che sia necessario fare una certa puntualizzazione sull’argomento dal momento che, gli scarti ed i ritardatari, che nel nostro paese sono spesso confusi, in realtà appartengono a due categorie ben separate, che devono essere trattate in modo decisamente differente.

La puntualizzazione è diventata d’obbligo da diversi anni, ovvero dal momento in cui l’avvento di nuovi strumenti zootecnici, quali ad esempio i deck, sono arrivati fino nelle nostre aziende. Il principio su cui si basa il funzionamento dei deck (vedi foto 1) è quello di creare un ambiente dedicato ed accogliente, con un sistema di alimentazione specializzato, per coprire le necessità nutrizionali dei suinetti di qualsiasi età. La localizzazione è particolarmente importante poiché permette di lasciare tali suinetti all’interno delle sale parto con i fratelli di pari età, sfruttando anche il richiamo della scrofa come elemento deterrente per favorire l’avvicinamento dei suinetti al latte artificiale. Inoltre, e questa è forse la cosa più importante, permettono di sfruttare lo spazio aereo delle sale parto, in particolare sopra le gabbie parto stesse, per creare dal nulla nuovi ambienti in cui alloggiare i suinetti.

Foto 1: batteria di deck
Foto 1: batteria di deck

Le prime indicazioni arrivate nel nostro paese sull’utilizzo dei deck, vedevano coinvolti principalmente i suinetti neonati in ritardo di crescita, creando così subito una certa difficoltà applicativa del sistema. Infatti solo il tempo ha potuto dimostrare che tali difficoltà avevano una base ben più profonda legata soprattutto all’interpretazione di molti allevatori del termine ritardatario. Il ritardatario è un suinetto vivace e ancora in forma che ha perduto da qualche ora, non necessariamente per colpa sua, un accesso facile alla mammella (Foto 2) che lo porta spesso ad un ipereccitazione per la ricerca di una nuova, quanto indispensabile, fonte di nutrimento. Sebbene il suinetto appaia sfiancato e con un addome visibilmente “vuoto”, il suo aspetto rimane nella norma e più in generale non è ritenuto necessario né nessun tipo di trattamento né tantomeno di trasferimento (Foto 3).

Foto 2: Covata con suinetto in ritardo Foto 2: Covata con suinetto in ritardo di crescita

 

Foto 3: Suinetto in ritardo di crescita-Dettaglio
Foto 3: Suinetto in ritardo di crescita-Dettaglio

Ecco che allora, in mancanza di qualsiasi tipo di assistenza, la situazione del suinetto degenera, spesso abbastanza velocemente. L’assenza di un livello nutrizionale minimo sufficiente porta verso il deperimento dell’animale che comincia a mettere in mostra, via via in modo più marcato, le ossa del bacino (tuberosità iliache) e le ossa della schiena (processi spinosi delle vertebre) diventando così uno scarto (Foto 4). A questo punto la vitalità del suinetto viene progressivamente compromessa e lascia spazio a quella svogliatezza nella movimentazione che non lascia dubbio alcuno sul futuro dell’animale (Foto 5).

Foto 4: Scarto in evidenzaFoto 4: Scarto in evidenza

Foto 5: Scarto all'interno della covata
Foto 5: Scarto all'interno della covata

Una volta fatta nostra questa importante distinzione, non è necessario essere in possesso di alcun titolo di studio per capire che se per un soggetto in ritardo di crescita l’opzione dell’alimentazione artificiale diventa una strada facilmente percorribile, anzi auspicabile, per uno scarto questa può rivelarsi una definitiva condanna a morte. Per gli scarti, sempre che si sia ancora in tempo, l’unica alternativa utile sarà quella di dargli una madre dedicata, da condividere con altri suoi simili (la balia degli scarti per l’appunto) in grado di soddisfare quelle necessità nutrizionali ed immunitarie che solo il latte materno è in grado di coprire.

Quello che a mio avviso è successo in passato, e spesso succede ancora oggi, in relazione al fallimento di alcuni approcci zootecnici innovativi che interessano il management dei suinetti in sala parto, è stato proprio una difficoltà da parte delle maestranze nell’interpretare la differenza fra ritardatario e scarto. Questa incapacità di lettura dello stato generale del suinetto, ha  effetti negativi non soltanto nel caso dei deck, ma anche su alcuni sistemi di adozione (vedi lo “svezzamento a balzi”) che hanno come fulcro centrale il trasferimento dei suinetti.  

Dobbiamo comunque ricordare che il successo per questi sistemi zootecnici è stato solo procrastinato nel tempo, ma oggi è a tutti evidente. Certo in molte realtà abbiamo dovuto modificare l’approccio originale del metodo utilizzando non più i ritardatari, che altro non erano che i nostri scartini spesso fonte di ulteriori tribolazioni, ma i più sicuri suinetti “belli” che garantiscono una maggior sicurezza di successo rispetto ai primi, proprio in virtù di una loro superiore vigoria e resistenza.

Credo sia molto importante avere ben presente la distinzione fra suinetto “ritardatario” e “scarto”, anche perché i sempre più tecnici sistemi di adozione, soprattutto in un’ottica di gestione dell’iperprolificità in abbinamento ad una riduzione del numero delle balie, ne tengono grande considerazione.