(dott. Claudio Mazzoni)
Si è concluso da poche settimane il 46° meeting annuale della SIPAS, la società Italiana di Patologia ed Allevamento Suino, che non tenutasi nel 2020 per i ben noti avvenimenti legati all’epidemia del Covid-19, ha rischiato di saltare anche la sessione del 2021. Infatti, normalmente l’evento si tiene in marzo, anche quest’anno chiuso per il lockdown, ma lo straordinario volere del consiglio direttivo ha voluto ad ogni costo recuperare in un inusuale contesto settembrino, stupendamente riuscito in una location di altrettanto livello.
Sebbene ogni anno sia spinto dal desiderio di scrivere due righe su quest’evento così importante per il movimento suinicolo nazionale, non riesco mai a farlo, forse per mancanza di tempo se non anche per pigrizia. Tuttavia, quest’anno è successo qualcosa che mi ha profondamente toccato e che mi ha fatto fare un salto indietro nel tempo di almeno 15-20 anni, allorquando da giovane veterinario apprendista muovevo i primi passi in un settore che tanto mi affascinava, ma che tanto mi inquietava, con tutte le sue molteplici complicate sfaccettature. Ed è per questo che, quando il dott. Mario Gherpelli nel primo pomeriggio del 10 settembre è stato chiamato dal comitato scientifico della SIPAS, al completo schierato, per consegnare il premio Casimiro Tarocco, mi sono detto: ”Claudio, quest’anno non puoi esimerti dallo scrivere qualcosa!”.
Tutti noi abbiamo accolto con grande entusiasmo l’istituzione di questo premio, giusto tributo a un grande personaggio del nostro settore, nonché uno dei padri fondatori della SIPAS stessa. Il desiderio di scrivere è stato davvero forte anche perché mi sono reso conto che le nuove generazioni di veterinari suiatri, fortunatamente ancora numerosi, non hanno avuto l’opportunità di conoscere questo collega e, prima di tutto, quest’uomo, che tanto bene ha fatto a tutto il movimento oltre che a tanti ragazzi di una volta, oggi uomini e professionisti affermati.
In effetti parlare di grandi personaggi, a chi non ha mai avuto l’opportunità di conoscerli, non è affatto semplice. È come cercare di parlare di Pelè e della sua ginga a chi non l’ha mai visto giocare. Cosa ha rappresentato per il suo tempo, come atleta, per la sua gente, dopo i disastrosi mondiali del ’54, per il suo paese, dove il football non è solo uno sport ma è motivo di vita e speranza. E spiegare tutto questo a chi non c’era è cosa tutt’altro che semplice.
Ho avuto il privilegio di conoscere il professor Casimiro Tarocco, a tutti noto semplicemente come “il professore”, ad un incontro presso la sua abitazione di Reggio Emilia, con il mio padre putativo, il dott. Mario Gherpelli. Dopo un primo scambio di parole, ci volle poco per capire che mi trovavo al cospetto di una persona straordinaria, appassionata della suinicoltura, ma soprattutto molto consapevole dei propri mezzi e in possesso di un non comune senso dell’ironia. Quello che impressionava, però, era il garbo e la gentilezza con cui trasferiva le sue conoscenze, senza mai farti pesare quella distanza, certamente misurabile in anni luce, che derivava dalla sua notevole cultura. Nonostante continuasse a darti del lei si capiva benissimo che non era per mantenere le distanze, ma sembrava più una forma di rispetto, una forma di educazione risalente ad un passato insito nel Professore, che mai sfociava nello stucchevole.
La sua cultura, o meglio la sua conoscenza che, come spesso diceva, derivava dalla lettura e dallo studio, era alla base della sua professionalità e gli permetteva di dribblare con grande disinvoltura anche le situazioni più intrigate. A questo proposito una delle frasi che ricorderò sempre del professore era: “Si ricordi dott. Claudio che chi legge è un drago, e i draghi sono molto difficili da sconfiggere”, frase che può tranquillamente rappresentare un’autentica eredità per tutte le nuove generazioni.
Strettamente collegati, tanto allo studio quanto alla cultura, c’erano i rapporti che il professore teneva con l’università, rapporti di lavoro ovviamente, visto il suo ruolo di cattedratico, ma non senza un certo turbamento per le difficoltà in cui quest’istituzione si trovava, ed ahimè si trova ancora, nei confronti della ricerca in generale e dell’industria, almeno nel nostro paese. Da sempre sostenitore dell’indipendenza della ricerca dalla fase commerciale, con il suo garbo ed un pizzico di ironia, riteneva che l’università si trovasse al rimorchio dell’industria anziché al traino, come avrebbe dovuto essere per sua natura ed estrazione. Questo modo di pensare l’ha voluto sempre trasferire alle generazioni di professionisti più giovani affinché capissero il vero ruolo della ricerca, senza compromessi con la fase commerciale, ma attraverso una sobria equidistanza destinata ad un bene comune.
Il terreno di gioco sul quale però il Professore ha disputato la sua partita più memorabile è stato quello della lotta contro l’ignoranza delle maestranze, da affrontare con la Formazione, davvero con la lettera maiuscola, unica strada per vincere le difficoltà di un lavoro, come l’allevamento del suino, solo apparentemente semplice. Su questo tema è stato davvero un pioniere, ed oggi tutti gli riconoscono questo merito. È infatti grazie a questo suo spettacolare goal che sono nati all’interno del nostro gruppo, percorsi formativi dedicati quali: “Suivet Training”, il “Progetto Suivet” (per i veterinari) ed il “Suiservice Group/Progetto Iliade” (per i non veterinari), tutti provenienti dalle vestigia dei suoi precetti.
E così come Pelè nel ’58, in una finale storica contro la Svezia, fece ritrovare unità, passione ed identità ad un intero paese, la passione del professor Casimiro, ha permesso di dare un’identità e soprattutto uno stile ad intere generazioni di studenti prima e professionisti dopo, che calcano ancora i campi della nostra professione tanto affascinante ma tanto bisognosa di punti di riferimento da seguire.
Grazie professore!
E, inoltre, un sentito ringraziamento da tutto il gruppo Suivet al consiglio della SIPAS, per l’istituzione di questo premio.
Momento della consegna del premio “Casimiro Tarocco” da parte del dott Gherpelli alla dott.ssa Dr.ssa Pasqualina Alessia Viscido con un lavoro dal titolo: "Nuovo indice di valutazione delle partite suine conferite presso il macello sulla base dei parametri qualitativi delle cosce fresche rifilate" (10 settembre 2021)