Il tatuaggio è un intervento obbligatorio nella scrofaia, ma è anche un lavoro tra i più detestati dall’allevatore poiché richiede la presenza di più operatori, necessita di attrezzatura adeguata (compressore e pistola), ed è un’operazione in cui le mani si sporcano di inchiostro, che, nonostante il lavaggio, rimane a lungo tra le pieghe della pelle.
Per questi motivi gli allevatori escogitano mezzi e sistemi di esecuzione tra i più disparati. Le direttive del Consorzio di Tutela di Parma e S. Daniele prevedono l’utilizzo di un’apposita pistola ad aria compressa alla quale sono fissati i punzoni identificativi dell’allevamento e la lettera relativa al mese di nascita. Questa pistola deve essere collegata tramite apposito tubo flessibile (che si piega, si attorciglia, si rompe) ad un compressore, che implica la presenza di una presa di corrente vicina, o di una prolunga per arrivare alla stessa, o di un impianto centralizzato con le tubature che distribuiscono l’aria in tutte i locali utilizzati per il tatuaggio. In qualche allevamento è più il tempo necessario a preparare ed a rimuovere tutta l’attrezzatura (prima e dopo) che non ad eseguire il tatuaggio stesso.
martello tatuaggio martello tatuaggio Ma qualcuno ha messo in moto i neuroni (quelli buoni!) che madre natura ci ha fornito in abbondanza: via pistole, compressori, cavi elettrici, e… vai col martello. Trovato un bravo tornitore, si è fatto fare un supporto di adeguate dimensioni in cui inserire i punzoni e bloccarli con delle viti, ha saldato un manico di circa 35-40 cm ad un’estremità e… tutta l’attrezzatura è pronta, manca solo l’inchiostro e… la voglia di lavorare.
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Con questo sistema il tatuaggio sulla coscia può essere effettuato anche da una persona sola, se opportunamente organizzata.

Sic et simpliciter!

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