Chi non ha mai sentito parlare di biosicurezza alzi la mano! Letteralmente “sicurezza di vita”, è la “scienza” che studia le modalità di prevenzione e controllo degli agenti responsabili di malattie negli allevamenti. E l’allevatore? Cosa ne pensa? Spesso ha un approccio scettico riguardo le misure di biosicurezza che gli vengono proposte per migliorare o mantenere l’equilibrio sanitario della propria azienda, del tipo: credere che non si possa fare niente (troppo costose, irrealizzabili, troppo tempo, troppa manodopera, impossibili nella mia azienda ecc.). Altre volte cade nell’eccesso di protezione per cui vengono adottate misure talmente rigorose da rallentare l’attività produttiva.
In cima alla lista delle misure igienico-sanitarie troviamo la vecchia, vecchissima ed attualissima norma del tutto-pieno-tutto-vuoto: vuotare, lavare, disinfettare, lasciar riposare e… riempire!
Questa è una pratica ormai accettata da (quasi) tutti gli allevatori di scrofe: direttamente o indirettamente hanno verificato l’utilità (economica) di interrompere la catena di infezione-reinfezione che si innesca tra animali di diversa età allevati assieme.Nel caso degli ingrassatori, però, l’importanza di queste misure è spesso sottovalutata. Soprattutto nelle aziende piccole, composte di un solo capannone, spesso non diviso in settori, il ciclo produttivo di acquisto-ingrasso-vendita è continuo, con soggetti giovani a contatto con quelli adulti. In questo caso gli adulti “trasmettono” ai giovani arrivati i patogeni presenti in allevamento, in una spirale continua. |
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Ma con qualche idea (e spesso con poca spesa) è possibile realizzare un discreto vuoto sanitario, anche in un grande capannone ad ambiente unico. Così, Tino e Bruno hanno realizzato una semplice impalcatura composta di tre lunghe assi di legno che opportunamente unite tra loro permettono di applicare un telo in plastica in pochi minuti all’interno dell’ingrasso, creando, all’occorrenza, due ambienti separati. |