le elevate temperature estive del sud Europa, in particolare dei paesi mediterranei, sono per gli allevatori di suini (ma anche di altre specie animali) tra i "fenomeni naturali" più temuti.
Le scrofe, ed in particolare quelle gravide in prossimità del parto, sono i soggetti più sensibili alla calura e all’elevata umidità relativa, tanto che la mortalità dei riproduttori in questi periodi assume a volte percentuali veramente allarmanti. Se poi si aggiunge anche la sensibilità genetica di alcuni ibridi nordeuropei non tropicalizzati, i risultati sono a volte catastrofici. Ecco perché molti allevatori hanno installato impianti di raffrescamento per le scrofe.
Però anche i suini all’ingrasso, e soprattutto quelli a fine ciclo più pesanti possono presentare mortalità elevata, in dipendenza anche delle strutture in cui sono alloggiati: ventilazione, isolamento, volume d’aria… |
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A volte, per non investire troppo su sofisticati sistemi di controllo della temperatura, molti allevatori si rivolgono al fai-da-te. |
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Il sistema più diffuso consiste nell’installare una linea d’acqua in materiale plastico che scorre appesa al soffitto, alla quale, in corrispondenza di ogni box viene agganciato uno spruzzatore (ne esistono di vari tipi). |
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La linea dell’acqua è generalmente alimentata da una pompa la cui pressione e portata viene regolata in funzione della lunghezza della linea, del numero e tipo di spruzzatori utilizzati. |
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Il tutto è generalmente collegato ad un termostato che provvede ad accendere o spegnere la pompa in base alla temperatura impostata. |
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Il risultato, per i suini, è veramente importante. Nelle zone in cui la temperatura esterna è elevata, l’utilizzo di un sistema di raffrescamento consente di limitare la fisiologica diminuzione di assunzione alimentare. In questo modo, i suini stanno meglio, mangiano di più e mantengono il normale accrescimento giornaliero. |
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