Negli ultimi anni la situazione internazionale ci ha posto, nostro malgrado, in competizione con realtà che nell’allevamento del suino sono altamente specializzate, imponendoci un confronto con diverse figure professionali, che solo in poche delle nostre realtà si sono sviluppate. Gli obiettivi ultimi di queste figure, ovvero gli “Imprenditori”, sono quelli di produrre molti suini ad un costo sempre più basso utilizzando sistemi di allevamenti altamente innovativi e, ahinoi!, troppo spesso piuttosto diversi da quelli a cui siamo abituati nel nostro paese.
È diventata fondamentale, a tale riguardo, la gestione dei numeri intesi come strumenti, meglio parametri, per valutare i punti critici oltre che i progressi dell’azienda.
I “numeri” in grado di dare indicazioni sulla redditività dei riproduttori sono molteplici e tutti ugualmente importanti. Chiaramente interessano i diversi settori dell’allevamento quali gestazione, sala parto e svezzamento (ove presente). In questo articolo focalizzerò l’attenzione sulla sala parto ed in particolare sul numero di svezzati per scrofa produttiva anno.
A prescindere dal fatto che questo non è il solo parametro in grado di esprimere la produttività dell’azienda, è certamente in grado di dare indicazioni sull’efficienza globale della sala parto. Tuttavia il numero di svezzati per scrofa produttiva anno (ma anche per parto) viene rappresentato da un solo numero. Un esempio pratico è rappresentato in tabella 1.

Tabella 1: numero di suinetti svezzati per scrofa produttiva (2003)
Nr. scrofe svezzate 978
Nr. svezzati 9634

Svezzati per scrofa 9,9

La tabella si riferisce a dati relativi all’anno 2003, ricavati dal software di un’azienda di 400 scrofe a ciclo chiuso, e mostra piuttosto bene quanto appena citato.
Tuttavia questo dato, a mio avviso, è incompleto, poiché non esprime correttamente i diversi fattori che concorrono alla sua realizzazione.
Ritengo infatti che i fattori in questione siano due, e possano meglio rappresentare l’efficienza globale della sala parto.

Mi riferisco alla efficienza della scrofa e alla efficienza tecnica della sala parto. Questo dato è piuttosto semplice da ottenere. Basta registrare correttamente, sul software o sulla carta, i dati relativi agli spostamenti sia dei suinetti che delle scrofe. Per meglio esprimere questo concetto rifacciamoci alla tabella 2.

Tabella 2: numero di suinetti svezzati per scrofa produttiva con baliaggi (2004)
Nr. scrofe svezzate 981
Nr. svezzati 10411

di cui svezzati da balie (adottivi)

462

Svezzati per scrofa 10,1
Svezzati per scrofa
(compresi adottivi e artificiali)
10,6
Aggiunti-Tolti degli svezzamenti
adottivi ed artificiali
462

I dati nella tabella a fianco si riferiscono alla stessa azienda citata precedentemente, ma rappresentano l’annata 2004 dove è stata introdotta una differente età di copertura delle scrofette ed una tecnica di baliaggi di routine. Inoltre le adozioni dei suinetti sono state registrate in maniera corretta sul software aziendale (fatto quest’ultimo realizzato proprio per controllare l’efficienza tecnica).
L’efficienza della scrofa (svezzati per scrofa) è il risultato di diversi fattori legati all’animale (foto a lato 1). Fra i più importanti mi preme ricordare il ruolo della genetica. Basti pensare alla differenza in termini di nati totali (nati vivi+nati morti) fra una genetica così detta iperprolifica ed una no. Inoltre è importante anche l’attitudine della scrofa ad allevare la prole.
Ma ci sono anche diversi fattori legati all’uomo che svolge un ruolo fondamentale nella somministrazione dell’alimento durante le varie fasi della gestazione e della lattazione, e nella gestione della scrofetta che, fecondata più tardivamente attorno ai 9 mesi, permette di avere un numero maggiore di nati al primo parto ed una carriera più duratura.
Per quanto riguarda l’efficienza tecnica, intendo tutte quelle attività svolte dall’uomo della sala parto che hanno l’obiettivo di proteggere e far esprimere al massimo le potenzialità dell’efficienza della scrofa e che, se applicate con metodo e professionalità, fanno la differenza (tabella 2).
Sto parlando dei diversi tipi di adozione volti ad ottenere una maggiore sopravvivenza dei suinetti in quelle situazioni di iperprolificità ove il numero dei suinetti nati è superiore al numero dei capezzoli funzionanti disponibili; oppure volti a permettere un più uniforme peso allo svezzamento; od ancora una migliore gestione delle primipare.
Pertanto sui suinetti svezzati per scrofa per anno l’influenza dell’efficienza tecnica risulta fondamentale sia per la quantità (numero) dei suinetti svezzati che per la qualità (peso ed uniformità).

Ritorniamo per un attimo al nostro esempio pratico delle tabelle 1 e 2. È indubbio che l’efficienza complessiva della sala parto sia decisamente aumentata dal 2003 al 2004, passando rispettivamente da 9.9 a 10.6 suinetti svezzati per scrofa produttiva anno. L’ottimo risultato ottenuto nel 2004 è espresso molto bene dalle due voci: svezzati per scrofa (10.1) e di cui da balie (10.6). La differenza fra questi due parametri, cioè +0.5 (10.6-10.1) è un numero che quantifica molto bene cosa è da intendere come efficienza tecnica. Questo valore rappresenta numericamente gli sforzi (adozioni precoci, tardive e sistematiche), attuati dallo staff tecnico, per svezzare più suinetti, attraverso una riduzione delle perdite. Infatti 10.1 sono il frutto della lattazione della scrofa, mentre quello 0.5 deriva esclusivamente dall’impegno e dall’ingegno del personale che, fisicamente, ha trasferito od è intervenuto su quei suinetti svezzati in più, proprio al fine di salvarli. La differenza fra i due parametri è che senza l’aiuto dei tecnici questi 0.5 suinetti svezzati in più, avrebbero potuto essere di meno, o comunque di qualità inferiore.

Fare distinzione fra efficienza della scrofa ed efficienza tecnica, per molti può risultare piuttosto inutile, in realtà riveste un ruolo di grande importanza per due ragioni. La prima è quella di fornire motivazioni e stimoli ai tecnici della sala parto che vedono nero su bianco i frutti del loro lavoro, oltre a permetterne un certo monitoraggio. La seconda, è quella di rendere giustizia, magari anche attraverso l’introduzione di incentivi o premi da parte della proprietà, per un’attività tutt’altro che semplice all’interno del reparto di maternità.