Come per ogni metodo che si rispetti anche nella gestione del Pig Flow devono essere previsti degli strumenti. Il principale di questi è certamente il Tabellone del flusso. Nel contesto di un metodo di lavoro che organizza, prevede e pianifica le attività dell’azienda, lo strumento cartaceo è ancora di grande aiuto e può, senza ombra di dubbio, affiancare un qualsiasi programma informatico di gestione dati.
Tanto per incominciare ci tengo a precisare che il tabellone è un sistema dinamico, quindi soggetto a numerose modifiche, sia di anno in anno che nel corso della stessa stagione. Già! perché ogni tabellone che si rispetti deve essere sostituito annualmente e la copia vecchia deve servire come monito, o traccia, da seguire per l’anno successivo. Molti allevatori infatti trovano nelle annotazioni degli anni precedenti un utile aiuto per evitare di commettere gli stessi errori del passato. Inoltre, e non è superfluo notarlo, i dati dell’anno precedente spesso sono di grande stimolo per il futuro.
Il primo requisito del tabellone dei flussi è quello di essere visibile, quindi deve essere collocato in un ambiente dell’azienda facilmente accessibile a tutto il personale. L’ambiente ideale risulta quello dove il personale ha l’occasione di trascorrere un po’ di tempo. Mi riferisco pertanto al laboratorio di Inseminazione oppure alla sala mensa, laddove presente. Queste soluzioni permettono di coinvolgere il personale in maniera positiva, fornendo le motivazioni necessarie alla formazione di quello “spirito di squadra” da cui tanto dipenderanno i successi o gli insuccessi all’interno dell’azienda. Altro punto fondamentale è legato alle dimensioni. Il tabellone dei flussi deve essere grande, anzi molto grande. Alcune eccezioni possono essere fatte nel momento in cui venisse suddiviso in due semestri, ma nel caso in cui l’annata venisse rappresentata in un unico pannello non è possibile per me pensare ad un tabellone dei flussi che abbia dimensioni inferiori a quelle di un poster da locandina cinematografica. La sua visibilità e la possibilità di apportarvi modifiche ed aggiunte sono i motivi principali legati a tali dimensioni. |
Inoltre il nostro tabellone, soprattutto nelle fasi iniziali, ritengo utile sia disponibile in due versioni. Una per così dire “introduttiva” (a lato) ed una “professionale” (sotto) a cui eventualmente accedere negli anni a seguire. La versione introduttiva, che possiamo definire più snella oltre che più immediata nella sua comprensione, deve contenere le informazioni essenziali che |
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spesso riguardano in modo più esplicito la gestazione e qualche informazione sulla sala parto. In questo modo, oltre a prendere confidenza con lo strumento, sarà possibile completarlo nella sua totalità, cosa che magari nella versione “professionale” potrebbe non accadere nell’immediato. Questo fatto, che di per sé non rappresenta un grosso problema, in realtà ha un contraccolpo psicologico su chi compila lo strumento in oggetto tutt’altro che irrilevante. |
Sembra quasi che la mancanza di quei numeri mancanti all’appello serva come freno anche per la compilazione degli altri dati, che invece sono ben disponibili. Il tutto si traduce nella percezione da parte dell’operatore, di un “fastidio” più che uno stimolo nella compilazione del tabellone. Il risultato finale è lo svilimento dello strumento ed indirettamente del metodo che tende così ad essere abbandonato. Inoltre, partendo con una versione meno complicata, è possibile aggiungere/modificare quelle voci, che saranno tipiche per ciascuna azienda, e che costituiranno l’ossatura per la realizzazione della versione “professionale”. In quest’ultima verranno incorporate tutta una serie di informazioni volte ad arricchire e completare il quadro zootecnico dell’azienda, ma sempre partendo come base da quello “introduttivo”, senza mai perdere di vista il vero scopo del tabellone, ovvero quello di dare informazioni piuttosto precise sull’andamento dei flussi degli animali: gestazione→ sala parto→ svezzamento→ magronaggio→ ingrasso. Altro aspetto legato alla compilazione del tabellone, di cui bisogna tenere sempre conto, è che deve essere compilato dal personale competente per reparto. Ad esempio i numeri legati alla gestazione non dovrebbero essere compilati dal capo azienda, viceversa dal tecnico responsabile della gestazione stessa e così via per ciascun reparto.
Ritengo questa breve introduzione sulla gestione del tabellone di fondamentale importanza, prima ancora di entrare nei dettagli della spiegazione delle voci propriamente dette che lo costituiscono. Questo perché troppo spesso una non corretta gestione del tabellone ne riduce l’efficacia rendendo vani tutti gli sforzi legati alla sua compilazione. |