A volte è bene ricordare il senso del nostro lavoro. Pubblichiamo volentieri le considerazioni di Elisa Trogu, nostra tirocinante, che ci hanno toccato e speriamo condividiate:
Quando ero piccina a chi mi domandava cosa volessi fare da grande rispondevo sorridente che volevo "fare Elsa". Elsa è una rubiconda signora che in montagna in Liguria ha le vacche ed all'epoca un povero maiale segregato in uno scantinato. Per me quella era la felicità. Poi ho scoperto che esisteva il lavoro del veterinario, nell'estate tra la seconda e la terza elementare ho scoperto Herriot e le sue storie mi hanno rapita, ho capito che quella sarebbe stata la mia strada. Gli anni sono passati, al liceo ho avuto l'opportunità di conoscere la realtà zootecnica e la prima volta che sono entrata in una sala parto mi sono innamorata dei maiali. Li osservavo, guardavo i loro occhi, cercavo di capirne i comportamenti, ascoltavo i versi che emettevano e studiavo le loro reazioni. Poi è arrivato Isaac, e lì l'amore si è fatto sconfinato.
Negli anni in cui ho dovuto abbandonare il mio sogno ho continuato a leggere libri e non ho mai smesso di pensare che i suini fossero animali bistrattati e sottovalutati. Ho scelto una tesi che mi permettesse di lavorare con loro e tramite il mio relatore ho conosciuto professionisti che lavorano in questo ambito. Ora svolgo un tirocinio esclusivamente in aziende suinicole, ed è quello che ho sempre desiderato.
Ma ci sono persone che mi criticano, che dicono che il mio lavoro è disgustoso e che sono una serva dell'industria della carne. Secondo loro i veri veterinari sono i vegani che lavorano negli ambulatori, che salvano i randagi, i veri amanti degli animali sono quelli che entrano negli allevamenti e fanno casino o si cospargono di vernice rossa alla prima della Scala. A loro avviso io non amo gli animali, perché traggo profitto dalla mercificazione della carne di esseri senzienti.
La verità è che io a volte uccido animali. Io ho imparato ad ucciderli. I suinetti nascono privi di riserve di energia, se non riescono a mangiare vanno in coma ipoglicemico. Un suinetto in coma è una creatura che si contorce sul pavimento, la pupilla è fissa, gli arti si muovono, emette gemiti flebili, continui. Quando lo si trova in questo stato non si può fare nulla. Quando ne trovo uno in questo stato ho imparato che c'è una sola strada: lo uccido. Lo prendo e lo sbatto sul pavimento. Un solo colpo e depongo quel piccolo corpo senza vita. Finalmente in pace. La prima volta che l'ho dovuto fare ho aspettato che non ci fosse nessuno, ho spento la luce della sala ed ho tenuto quel corpicino leggero come una piuma tra le braccia per molti minuti. Dopo ho pianto come una bambina, perché la bambina che sono stata gli animali ha sempre cercato di salvarli, spesso peccando di egoismo. Ho imparato ad uccidere per rispettare la vita.
La verità è che nelle aziende di continuo si ammalano animali, di continuo ne muoiono, di continuo vite soffrono. Io faccio questo lavoro per far sì che le loro sofferenze siano minime, per capire come farli vivere meglio, per rendere il loro passaggio su questa terra il più lieve possibile. Non posso imporre al mondo di non mangiare carne di maiale, ma posso impiegare il mio tempo a cercare di capire come migliorare la vita di quegli animali, posso impegnarmi per comprendere sempre più le esigenze di quelle migliaia di anime, posso fermarmi a studiare, a scrutare i loro movimenti cercando di scoprire quello che li fa stare meglio. Posso battermi per far sì che gli allevatori adeguino gli impianti alle normative, posso imporre il mio punto di vista e far passare il tutto come un mezzo per avere un maggior reddito. Non mi importa. A me importa che i maiali abbiano più spazio, che i maiali abbiano paglia o legno con i quali giocare, che i maiali abbiano cibo a sufficienza, aria buona, un posto asciutto dove riposarsi. A me importa che se un suinetto sta morendo ci sia qualcuno che si prenda in carico il suo dolore, che non sia lasciato lì ad agonizzare per ore.
Io sono un veterinario, amo io mio lavoro, ed amo più di tutto gli animali che sono nella mia vita. Nessuno può giudicare il mio operato se non è al mio fianco tutti i giorni, oggi una mia carissima amica me l'ha detto chiaramente: "tu ci sei dentro". Sì, ci sono io dentro, e ci voglio restare. Perché io posso fare qualcosa, nel mio piccolo, non chi da fuori spara sentenze. Io sono lì, a cercare di capire, a sforzarmi di far comprendere, ed anche, spesso, ad alleviare sofferenze. Io sono lì, perché questa è la vita che ho scelto, perché nel mio piccolo qualcosa di buono posso farlo, che sia solo alleviare la sofferenza.
Io sono un veterinario, e gli animali sono tutta la mia vita.