Descrizione delle pratiche utilizzate in USA in risposta ad un'epidemia di PRRS

(dott. Giulia Catellani)

La PRRS (Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome) è al giorno d’oggi una delle patologie endemiche virali più diffuse a livello globale, ai primi posti per impatto economico a danno delle aziende. Tale sindrome può persistere sia individualmente che sulla mandria per diversi mesi, acutizzandosi e diventando epidemica ogni qualvolta viene introdotta una nuova variante del virus o vi sia un abbassamento delle difese immunitarie degli animali.

Per cercare di contrastarne l’effetto sono state trovate due differenti soluzioni immunologiche: LVI (Live Virus Inoculation), cioè il virus vivo (di campo), e MLV (Modified-Live Inoculation) ovvero uno vivo attenuato; nonostante queste tecniche vengano spesso utilizzate dagli allevatori, singolarmente o in accostamento, non sempre si assiste ad una riduzione della patologia.

Lo studio di Paiva et al. pubblicato sul “Swine health & production” ha come obbiettivo descrivere e valutare le pratiche utilizzate negli allevamenti suinicoli statunitensi per controllare ed eliminare la PRRS in risposta alle epidemie dal 2019 al 2021. Sono stati inseriti dati trasmessi volontariamente per raccogliere informazioni su caratteristiche demografiche dei gruppi di animali, pratiche di biosicurezza e test diagnostici. La diagnosi di tale malattia, infatti, è stata fatta prelevando settimanalmente campioni di emosiero testicolare, processando il campione tramite metodica di RealTime-PCR; in base ai risultati ottenuti le aziende sono state inserite all’interno di 4 categorie: positive ed instabili, positive e stabili, provvisoriamente negative e negative, secondo la compilazione di uno schema visibile in tabella 1.

Tabella1, suddivisione delle aziende in base allo stato sanitario in corso di epidemia da PRRS Tabella1, suddivisione delle aziende in base allo stato sanitario in corso di epidemia da PRRS 

I fattori che vengono analizzati per monitorare l’andamento del virus sono il TTS (Time To Stability ovvero il numero di settimane per svezzare animali negativi, dichiarato essere 8 settimane), il TTBP (Time To Baseline Productivity, ovvero il numero di settimane necessarie alla mandria per riprendersi rispetto al numero di suini svezzati alla settimana precedente l'insorgenza del focolaio, dichiarato essere 21 settimane) e il TL (Total Losses, cioè il numero di suinetti svezzati in meno rispetto alla media della mandria per 1000 scrofe, che indica la severità dei danni portati dal focolaio), confrontandoli con le diverse misure di biosicurezza adottate e le caratteristiche degli animali e del patogeno stesso.

L’utilizzo di LVI come metodo per il programma di esposizione e controllo per ridurre l’incidenza di PRRS si è visto contribuire ad accorciare il TTS, differentemente dall’utilizzo del vaccino MLV, sebbene quest’ultimo sembri in grado di ridurre la diffusione virale.  Una delle strategie più utilizzate, associabile anche alla vaccinazione, è la sospensione dell’introduzione di nuovi animali all’interno dell’allevamento per un determinato periodo. La strategia che prevede la combinazione tra tale chiusura e l’esposizione della mandria al virus tramite vaccino prende il nome di “load-close-expose” e prevede che nessun animale venga spostato dal momento della diagnosi finché il ciclo di infezione non si è concluso; in questo modo si previene l’introduzione di animali suscettibili al virus che, venendo in contatto con esso, potrebbero infettarsi disseminando nuovamente il patogeno in tutto il gruppo. Si consiglia, inoltre, di limitare tutte le azioni che prevedono uno spostamento di animali, come il baliaggio, l’accasamento di animali non testati ed unire animali di dimensioni ed età differente; seguendo tali accorgimenti viene introdotto il metodo di lavoro così detto “McRebel” (Management Changes to Reduce Exposure to Bacteria to Eliminate Losses). Ciò che potrebbe facilitare la minor esposizione al virus per gli animali è la messa in bande dell’allevamento; soprattutto le bande di 4 o 5 settimane permettono il raggruppamento di animali più omogenei, sia sanitariamente che di dimensione. Permettono una miglior pulizia degli ambienti tramite management del “tutto pieno-tutto vuoto” ed evitano così che animali di bande differenti vengano in contatto tra di loro.

Confrontando poi i valori ottenuti di TTS, TTBS e TL rispetto a quelli di una ricerca simile di 10 anni fa si è visto come essi siano aumentati significativamente. I valori di TTS più alti sono dovuti probabilmente al maggior numero di campioni prelevati e al miglioramento dei test laboratoristici associato all’alta ricombinazione genetica del virus che ha portato a nuovi sierotipi facendo aumentare anche il TL.

Concludendo, tale studio riporta come durante epidemie di PRRS, particolarmente aggressiva al giorno d’oggi, sia difficile andare ad identificare un unico protocollo da eseguire, considerando che ogni azienda presenta un management differente sia sulla gestione degli animali sia come velocità e abilità degli eventuali interventi da apportare. Rimane tuttavia di importanza fondamentale ed universale la biosicurezza, la quale andrebbe migliorata in forma preventiva tramite identificazione e risoluzione dei punti deboli dell’allevamento e con audit a scadenza regolare, per poter essere sempre pronti nel momento dell’emergenza.