SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

La vaccinazione per streptococcus suis-Influenza degli anticorpi materni

Suino affetto da streptococcosi

(Dott. Francesca Grapelli)

Testa piegata, occhi fissi da un lato, zampe che pedalano: un animale così disteso è certamente affetto da una sintomatologia nervosa che spesso è riconducibile a Streptococcus suis.

La streptococcosi suina è causata da Streptococcus suis (sierotipo 2 e 9 sono quelli più diffusi), un batterio opportunista, che, una volta penetrato nell’organismo, si stabilizza nelle tonsille del suinetto, per emergere in condizioni di immunodepressione. La streptococcosi si manifesta soprattutto nella fase post-svezzamento, sfruttando le vie d’infezione aerogena e da contatto; tuttavia, studi recenti hanno dimostrato come anche la via orale sia da tenere in considerazione (Ferrando ML et al., 2015; Ferrando ML et Schultsz, 2016): molteplici fattori, tra cui l’omeostasi intestinale dell’ospite, i meccanismi di clearance immunitaria e il tasso di crescita batterica determinano un lento processo di traslocazione paracellulare di S. suis dal lume intestinale al sistema linfatico e, infine, a quello sanguigno. Streptococcus suis è in grado di provocare delle infezioni sistemiche che portano a setticemie e polisierositi, con localizzazioni articolari, polmonari, cardiache, oppure nelle meningi fino a forme setticemiche acute in grado di provocare morte improvvisa.

In Italia, in commercio esiste solo il vaccino inattivato per lo Streptococcus suis sierotipo 2, che attualmente è meno diffuso e meno virulento del sierotipo 9, per il quale invece non esiste un vaccino dell’industria. Per ottenere un’efficacia migliore, considerando l’estrema variabilità potenzialmente esprimibile dal batterio, molte aziende fanno ricorso al vaccino stabulogeno in qualsiasi caso, che si tratti del sierotipo 2 o altri. La maggior parte dell’aziende, quindi, si sono organizzate con un vaccino stabulogeno, studiato dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali a partire dalla batterina del ceppo wild.

La vaccinazione intramuscolo può essere eseguita sulle scrofe o sui suinetti; la maggioranza dei veterinari consigliano la vaccinazione sulle scrofe mentre controverse sono le opinioni sulla vaccinazione dei suinetti, dal momento che si teme l’interferenza dell’immunità materna con lo sviluppo corretto dell’immunità vaccinale. Nel caso venissero vaccinati i suinetti ci sono due alternative di protocollo vaccinale: vaccinarli alla 1° e alla 3° settimana di vita, per proteggerli durante la fase di lattazione e nel primo svezzamento, fino alla decima settimana di vita o, come più spesso si fa, vaccinarli alla 3°settimana di vita e poi alla 5° settimana, così da limitare il più possibile la potenziale interferenza tra la vaccinazione e l’immunità materna. Tale interferenza non è ancora stata completamente dimostrata.

Al congresso IPVS&ESPHM di suinicoltura tenutosi a Lipsia il giugno scorso, Gottschalk e colleghi hanno presentato uno studio proprio con l’obiettivo di provare a comprendere il ruolo degli anticorpi materni in presenza della batterina vaccinale. Lo studio si è basato sull’utilizzo di un vaccino inattivato con batterina di Str. Suis sierotipo 2 (P 1/7 strain). La rilevazione degli anticorpi è stata eseguita con la tecnica ELISA-indiretta. Lo studio si è organizzato in 2 esperimenti, dividendo in 6 gruppi i suinetti della sala parto.

 

Esperimento 1

Considerando 2 gruppi dei suinetti della sala parto, si è vaccinato il primo gruppo secondo lo schema 1°+ 3° settimana di vita e il secondo con lo schema 3°+ 5°settimana di vita: attraverso questo protocollo, che vaccina i suinetti in momenti in cui la quantità di anticorpi materni è molto diversa, è possibile fare deduzioni a proposito dell’eventuale interferenza tra vaccinazione ed immunità passiva; un terzo gruppo non è stato vaccinato e rappresenta il gruppo controllo;

Esperimento 2

Considerando gli altri 2 gruppi dei suinetti della sala parto, il primo gruppo è stato alimentato con colostro artificiale (e quindi privo naturalmente degli anticorpi materni) mentre il secondo è stato allattato; entrambi i gruppi sono stati poi vaccinati con protocollo 1 + 3: attraverso questo protocollo è possibile fare deduzioni a proposito del meccanismo che si sviluppa tra gli anticorpi materni (quando presenti) e la batterina del vaccino; un terzo gruppo non è stato vaccinato e rappresenta il gruppo controllo.

Quello che è stato possibile dedurre è che:

- Nei vaccinati 1+3, le batterine del vaccino sono state bloccate dagli anticorpi materni, ma solo parzialmente (causandone un declino), se confrontati con il totale degli anticorpi materni presenti nel gruppo controllo dei suinetti non vaccinati; il resto delle batterine ha prodotto comunque anticorpi attivi;

- I vaccinati 3+5 hanno iniziato ad avere anticorpi attivi chiaramente identificabili dalla 7° settimana di vita;

- Considerando i suinetti con o senza anticorpi materni vaccinati 1+3, si è visto che solo all’inizio gli anticorpi materni interferiscono con l’immunità attiva stimolata dalla vaccinazione, perché a partire dalla 7° - 9° settimana non ci sono differenze in quantità di anticorpi rilevate tra i due gruppi.

Attraverso tale studio, Gottschalk e colleghi hanno dimostrato che gli anticorpi materni poco interferiscono con l’immunità attiva stimolata dalla vaccinazione e che il declino degli anticorpi materni dato dalla vaccinazione 1+3 abbia un’efficacia paragonabile a ciò che una vaccinazione 3+5 produrrebbe.

In poche parole, una vaccinazione sui suinetti ad 1+3 settimane di vita è paragonabile ad una 3+5 settimane di vita.

Il concetto è rappresentato graficamente nell'immagine seguente, dove sono illustrati la batterina inattivata di Str. Suis, che costituisce il vaccino, gli anticorpi in verde di origine materna che costituiscono l’immunità passiva e gli anticorpi in rosso che costituiscono l’immunità attiva stimolata dal vaccino. Quando il vaccino viene somministrato al suinetto sottoscrofa, una parte di esso viene debellato dagli anticorpi materni (presenti nel colostro), che lo riconoscono come patogeno e la restante parte del vaccino induce il sistema immunitario del suinetto a reagire in maniera attiva, stimolando la produzione degli anticorpi.

Interazione tra batetrina, anticorpi materni e anticorpi vaccinali