Negli anni passati, fino al 2000, mi sono occupato anche di alimentazione dei ruminanti e ciò che più mi lasciava perplesso era il vedere come gli allevatori di vacche da latte trattassero molto male, dal punto di vista della qualità delle razioni, proprio le manze, cioè il futuro della propria azienda: ad esse erano destinate le razioni più scarse e gli alimenti ammuffiti o  scartati dal carro miscelatore preparato per le vacche in mungitura (almeno 20 anni fa...): ecco, non dico che la stessa cosa accade anche nell’allevamento suino, ma  mi sto rendendo conto che tutta la attenzione che le scrofette meriterebbero non venga poi in realtà destinata loro. Innanzitutto ritengo che, soprattutto dal punto di vista sanitario, in un allevamento a ciclo chiuso la rimonta interna dovrebbe ad un certo punto prevedere una via alternativa a quella seguita dai suini in accrescimento: il loro flusso dovrebbe staccarsi dai fratelli da macello e prendere una via parallela: questo significherebbe innanzitutto una razione diversa, necessaria per la finalità riproduttiva, e dal punto di vista gestionale e sanitario una maggiore attenzione da parte dell’allevatore e dei propri dipendenti ai futuri riproduttori. Non dimentichiamo che spesso gli ingrassi convenzionali sono adattati ad un flusso continuo, con disinfezioni che spesso vengono effettuate per box o per settore e raramente per capannone. Nella mia esperienza ad esempio, in un ciclo chiuso affetto da APP,  ho trovato un grandissimo beneficio nell’interrompere il flusso delle scrofette in ambiente di accrescimento dei magroni e spostandole a 30 kg di peso in un luogo distante e gestito con una alimentazione specifica,  in un capannone con pavimento pieno con stocchi da mais come lettiera, tra l’altro ottimo per la funzionalità degli arti… (foto 1). Molto spesso purtroppo, anche a causa delle carenze  impiantistiche nella distribuzione della broda a bagnato, in quanto i gruppi di scrofette sono troppo piccoli per poter essere gestiti con più di una razione, questa categoria di animali che è il cuore ed il futuro della azienda viene alimentata con una dieta unica od addirittura con un mangime da gestazione: capite bene quali differenze ci siano fra un alimento per un animale adulto che non deve ingrassare e che possiede un grosso intestino atto alla digestione delle fibre ed un suino di 30\40 kg in pieno accrescimento... Ecco perché vale la pena a mio parere ricordare qualche concetto nutrizionale sui giovani riproduttori, tenendo a mente che a seconda delle diverse genetiche i fabbisogni possono variare così come le curve alimentari (consiglio di interrogare a questo proposito i tecnici delle case fornitrici di genetica).

Accrescimento scrofette con flusso diverso dall’accrescimento da carneFoto 1: accrescimento scrofette con flusso diverso dall’accrescimento da carne (credits: Roberto Bardini, Trouw Nutrition Italy)

 

Prima di tutto si devono provvedere due alimenti, uno da 30 a 70 kg, ricco in aminoacidi ed energia, ed un secondo sempre adatto ad una crescita rapida, quindi aminoacidi in quantità, ma mediato da una certa quota di fibra per provvedere alla vecchia e cara “ginnastica funzionale” del digerente; in entrambi i casi la quota di sali minerali, in particolare Calcio e Fosforo sia totali che Fosforo digeribile ed il RAPPORTO TRA DI LORO dovranno essere rispettati, pena una incorretta ossificazione. Non dimentichiamo che le scrofette di elevato valore  genetico, come anche le scrofe,  tendono ad essere molto muscolari ed a deporre poco grasso proprio per la selezione a cui il maiale è stato sottoposto dalle ditte produttrici negli ultimi anni (foto 2): questo è un fatto deleterio per uno sviluppo ormonale corretto. Ho ben chiaro in mente quello che è successo in una azienda dove scrofe di genetica molto fine (autorimonta) faticavano a venire in calore a 120\130 kg: la causa era un mangime di accrescimento tarato sui primi 40 kg di accrescimento, un 30\70 per intenderci, per cui molto spinto in proteina. In questi casi faccio sempre un paragone con le bambine che scelgono danza classica… la loro magrezza estrema porta ad una comparsa del ciclo mestruale molto più ritardata rispetto alle loro coetanee anche solo un po' più grasse,   proprio per una carenza di Leptine, ormoni collegati alla espressione degli steroidi sessuali e la cui produzione è collegata allo strato adiposo sottocutaneo ed addominale. E’ stato sufficiente ribilanciare la formula e spingere un po' di più con l’energia limitando parzialmente gli aminoacidi per avere un successo immediato.

 Differenza di muscolarità\grasso di copertura fra due genetiche
Foto 2: differenza di muscolarità\grasso di copertura fra due genetiche (credits Pavel Grauer ,Trouw Nutrition Chzec Republic)

 

Ricordo a proposito della curva alimentare che più di questa deve essere preso in considerazione l’accrescimento corporeo, che deve essere in linea con le prescrizioni della casa fornitrice di genetica, per cui automaticamente la curva va tarata in base ai dati peso\età raccolti in azienda, aumentando o diminuendo la ingestione di alimento in base ai dati raccolti. Quasi tutte le aziende consigliano la prima inseminazione a 140 kg di peso e 240 giorni di vita (alcuni anche più avanti…) iniziando la stimolazione a 26\27 settimane, saltando il primo calore ed inseminando non prima dei 220 giorni di età (anche se purtroppo capita, soprattutto a parziale compensazione dei ritorni estivi ) di vedere soggetti inseminati ad età molto inferiori... Il lardo dorsale è un buon indice di valutazione, tra i 12 ed i 14 mm in P2, meglio sarebbe anche rilevare la massa muscolare oltre al grasso per avere dati più precisi. Potremmo proseguire parlando anche di adattamento ed omogeneizzazione della immunità tra scrofette e gruppo di scrofe riceventi , ma ritengo che nel gruppo Suivet ci siano colleghi ben più preparati di me per dare consigli sull’argomento.