Malattie emergenti e recenti minacce globali

Le zoonosi rappresentano una grave minaccia per la salute pubblica, causando oltre 2 miliardi di malattie e più di 2 milioni di decessi ogni anno (Bank, 2021). Circa il 75% delle malattie infettive emergenti (EID) e il 60% delle malattie contagiose dell'ultimo secolo sono zoonotiche (Brown, 2004; Jones et al., 2008; Taylor et al., 2001). Dal 1963, si è registrato un aumento annuale del 5% degli spillover (passaggio da animali a esseri umani), e si prevede un quadruplicarsi dei focolai zoonotici entro il 2050, con 15.000 decessi all'anno.

Le malattie virali nei suini (SVD) sono tra le EID più rilevanti, contribuendo al 20% delle perdite economiche nel settore, nonostante i progressi tecnologici implementati. L’approccio "One Health", che integra salute umana, animale e ambientale, è essenziale per prevenire ulteriori spillover e affrontare sfide globali come la resistenza antimicrobica e il cambiamento climatico (Adisasmito et al., 2022). La crescente popolazione mondiale, destinata a raggiungere i 10 miliardi entro il 2050, aumenta la domanda di risorse alimentari, accrescendo il rischio pandemico. La diversità culturale, genetica e socioeconomica può rendere alcune popolazioni più vulnerabili di altre alle zoonosi (Simpson et al., 2021; Mettenleiter et al., 2023).

Il cambiamento climatico influisce sulla distribuzione e sopravvivenza di agenti patogeni e vettori, come zanzare e zecche, facilitando la diffusione globale delle malattie infettive. Deforestazione e alterazione degli habitat aumentano la vicinanza uomo-animale, favorendo la diffusione dei vettori. I cinghiali selvatici, presenti in Europa, Asia, Africa e Americhe, hanno contribuito alla diffusione della peste suina africana (ASF), della peste suina classica (CSF), della malattia di Aujeszky (AD) e dell'epatite E (HE).

Tra i virus zoonotici emergenti nei suini ci sono il virus dell'influenza A (IAV), il circovirus suino tipo 2 (PCV2), il Seneca Valley Virus, il virus della diarrea epidemica suina (PEDV) e il virus della peste suina africana (ASFV). Altri agenti virali, come il novel porcine parvovirus (nPPV), porcine enterovirus, porcine sapelovirus (PSV), porcine Kobuvirus (PKBV), porcine torque teno sus virus (TTSuV), porcine bocavirus (PBoV) e porcine torovirus (PToV) sono stati rilevati in vari casi clinici, ma la loro importanza clinica non è ancora chiara. Nuovi virus emergenti, come il pestivirus suino atipico (APPV), il PCV3, il PCV4, e altri con distribuzione regionale, rappresentano sfide per la medicina veterinaria (Perfumo et al., 2020).

Le nuove tecnologie, come la metagenomica e il sequenziamento di nuova generazione, hanno facilitato la scoperta di virus subclinici o sconosciuti, tra cui il PCV3, il SADS-CoV (coronavirus della sindrome di diarrea acuta dei suini), il LINDA (un nuovo pestivirus responsabile di tremore congenito) e il PoAstV4, un agente virale associato a malattie respiratorie nei suini (Rahe et al., 2023). I parvovirus suini (PPV) sono stati studiati per il loro legame con la malattia respiratoria dei suini (PRDC), ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere questi agenti patogeni e le loro coinfezioni. È stato identificato anche il virus Po-Circo-like (PCL), associato alla diarrea suina,  che richiede ulteriori indagini (Ji et al., 2023). L'epatite E (HEV) è endemica nei suini e il suo genotipo 3 può infettare l’uomo tramite contatto con effluenti o carne suina contaminata (Heldt et al., 2016; Pereira et al., 2018).

Studi sperimentali hanno dimostrato che i suini possono essere suscettibili a virus di altre specie, come il clade 2.3.4.4b dell'influenza aviaria (Kwon et al., 2023), il Reston virus (Lewis et al., 2024) e il virus Zika (Sabir et al., 2023), con potenziale trasmissione all'uomo. Tuttavia, la trasmissione interspecifica non porta sempre a pandemie, poiché i virus devono superare diverse barriere biologiche non sempre di facile realizzazione (Plowright et al., 2017).

La densità della produzione suinicola moderna contribuisce all'emergere di nuove malattie virali. L'interazione con animali selvatici e le pratiche di gestione, soprattutto quelle a flussi continui, favoriscono la diffusione di patogeni (Bekedam, 2006; Zanella, 2016). L'evoluzione genetica in suinicoltura ha causato squilibri nelle capacità cardiorespiratorie dei suini e ha modificato la loro ecologia intestinale. Inoltre, sebbene i vaccini siano cruciali, un loro uso improprio può favorire l'evoluzione virale a seguito dei fenomeni di pressione immunitaria in grado di costringere gli stessi patogeni a trovare nuove strade per la loro stessa sopravvivenza (Drew, 2011; VanderWaal e Deen, 2018). I virus suini rappresentano una minaccia per la salute umana, e viceversa, a causa dello stretto contatto tra le due specie e delle loro somiglianze anatomiche, tra cui, ad esempio, l'espressione di recettori preferiti dal virus dell'influenza A (Nelson e Vincent, 2015).

L’aumento della globalizzazione ha facilitato la trasmissione delle malattie, ma ha anche stimolato la cooperazione internazionale nella ricerca e sorveglianza. È necessario attuare una sorveglianza sanitaria efficace oltre che interventi in vari ambiti, come il cambiamento climatico, l’uso del suolo e il commercio della fauna selvatica. È cruciale sviluppare misure di biosicurezza e vaccinazione per proteggere animali e umani, limitando la diffusione delle malattie, specialmente in contesti di crisi. È altresì fondamentale sviluppare misure di riduzione del rischio, tra cui biosicurezza e vaccinazione, per proteggere sia gli animali che gli esseri umani.

Approcci multidisciplinari nella prevenzione e nel controllo delle zoonosi devono coinvolgere veterinari, medici e professionisti della salute pubblica. Le misure per prevenire future zoonosi includono il monitoraggio dei mercati di animali vivi, delle abitudini alimentari e degli allevamenti di animali esotici. Infine, è fondamentale ridurre l'impatto economico delle malattie suinicole, aumentare l'immunità delle mandrie e migliorare la biosicurezza negli allevamenti.