Gli aminoacidi di sintesi sono ormai una componente fissa di tutte le diete e tutte le fasi dei suini: introdotti inizialmente  come elementi essenziali per lo sviluppo di migliori performances zootecniche, oggi vengono sfruttati anche per la possibilità che danno al nutrizionista di costruire diete più povere in proteine totali:   si ottiene così una  diminuzione della escrezione azotata attraverso le deiezioni, con possibilità di ridurre  il carico di azoto per ettaro in ottemperanza alla normative che regolano gli spandimenti dei liquami   mantenendo allo stesso tempo buone prestazioni. Ma facciamo un passo indietro per poi vedere quali novità e quale evoluzione potranno avere in futuro questi additivi.

Gli aminoacidi sono 20 principi nutritivi componenti le proteine: dieci di essi possono essere sintetizzati dal suino a partire sempre da altri aminoacidi, mentre altri dieci, cosiddetti “essenziali” o “limitanti”, devono essere forniti all’organismo attraverso gli alimenti. Nella costituzione di una catena proteica (fibra muscolare od enzima che sia) la mancanza di un AA essenziale ne blocca lo sviluppo; nel 1992 i produttori di AA di sintesi hanno finanziato un colossale lavoro scientifico per passare dai fabbisogni in AA totali ai fabbisogni in AA digeribili, sicuramente più vicini ed aderenti alla reale necessità degli animali. E’ stata applicata una anastomosi  tramite shunt ileo rettale ad animali in vivo (necessario per by passare  il grosso intestino, che a sua volta è in grado di falsare il dato di digeribilità degli alimenti),  alimentati con diete purificate, con la finalità di testare ogni materia prima , verificarne il contenuto in AA  e stabilirne il livello di digeribilità  (digeribilità ileale, primo passo per avvicinarsi il più possibile ai reali fabbisogni con la migliore ottimizzazione possibile degli alimenti componenti le diete).

 Il primo aminoacido limitante per il suino è la Lisina e nella pratica formulistica, fatto 100 il suo fabbisogno, a seguire viene stabilita una proporzione con tutti gli altri AA essenziali, variabile però in base alla necessità fisiologica del soggetto e quindi non sempre uguale a sé stessa (fig.1) . L’industria ha provveduto nel tempo a renderne alcuni accessibili sul mercato (oltre alla Lisina parliamo di Metionina, Treonina, Triptofano, più recentemente Valina: l’Arginina, importantissima per la crescita fetale in determinati momenti della gravidanza della scrofa, ha ancora prezzi proibitivi ma sicuramente le tecniche produttive prima o poi la renderanno fruibile) . Non voglio divagare sulla loro chimica, ma voglio solo rammentare che alcuni AA cosiddetti “ramificati”, in quanto dotati di una struttura chimica che presenta appunto “ramificazioni”, come Valina, Isoleucina ed Istidina scavalcano la metabolizzazione del fegato e vengono immediatamente metabolizzati dal muscolo, per cui la loro importanza per la crescita in massa muscolare dei suini sia piccoli che da macello è veramente cruciale:  la Valina (suggerita al 70% della Lisina) è più limitante della Isoleucina (53% della Lisina), che a sua volta sembra avere fabbisogni più bassi di quanto si ritenesse. Parlando appunto dell’accrescimento muscolare, abbiamo detto che per la crescita sono necessari gli AA non solo in certe quantità ma anche in un determinato rapporto tra di loro: l’evoluzione genetica con determinate razze a rapido accrescimento e basso contenuto di grasso ne ha incrementato enormemente i fabbisogni , e posso tranquillamente affermare che nella pratica quotidiana, se vengono applicate diete “comuni” o “abituali” che non tengano conto di questa  evoluzione, si possono perdere anche 200 grammi di accrescimento giornaliero in un ciclo di ingrasso…

Dicevamo degli aminoacidi digeribili: la aggiunta di aminoacidi di sintesi corregge una dieta a base di cereali e proteici soddisfacendo i fabbisogni nutrizionali in quanto esiste una standardizzazione del contenuto di ogni materia prima, ma è anche logico immaginare che una soia estrazione 44 non avrà sempre la stessa digeribilità aminoacidica in quanto i cultivar, le concimazioni, il terreno, la siccità, i trattamenti termici  insomma la qualità di questo alimento (di tutti gli alimenti!) non è sempre uguale ed universale….a questo punto il formulista dovrà avere nella sua banca dati farine di estrazione di soia di diversa qualità con dati nutrizionali diversi per costruire il mangime corretto: ma vi è un ulteriore evoluzione nella valutazione degli alimenti proteici e del loro contenuto in AA, il calcolo della cosiddetta “Lisina reattiva”. Si tratta di un concetto non nuovissimo, che era stato abbandonato a causa del costo delle analisi effettuate con la chimica tradizionale (circa 250 euro per campione): oggi con la tecnica NIR questo valore può essere determinato ad un costo molto più basso e quindi diventare fruibile per una aggiustamento ancora più fine della diete. La Lisina reattiva è quella Lisina realmente disponibile per la digestione del suino in quanto non legata intimamente agli zuccheri (reazione di Maillard, che avviene durante la tostatura dei semi di soia o di altri alimenti: la agglomerazione di proteina e zuccheri dovuta al calore rende meno digeribili gli AA), ed è un passo ulteriore nella conoscenza degli alimenti dopo la standardizzazione della digeribilità ileale. Alcune prove su un ciclo da ingrasso con macellazione a 110 kg e basato su formulazioni che sfruttavano il concetto Lisina reattiva sui proteici che componevano la dieta (soia, colza e girasole), hanno dimostrato che si può ottenere un risparmio di più di 5 euro per capo adattando di volta in volta le diete in base alla qualità dei proteici in uso. E non è l’ultima frontiera…..infatti oltre alle differenze dei diversi stati fisiologici di un maiale (riproduttori, suinetti a cavallo dello svezzamento o in piena crescita all’ingrasso) che richiedono specifiche quantità di AA in un determinato rapporto tra loro, la scienza della nutrizione sta studiando come possono cambiare i fabbisogni aminoacidici in base agli stress a cui sono sottoposti gli animali; per esempio una stimolazione immunitaria cronica in suini tra 6 e 112 kg ha creato un aumento del fabbisogno in Lisina tra lo 0,15 e lo 0,30% per ottimizzare l’accrescimento, mentre suini infetti da virosi richiedono quote di AA più alte ed in rapporto diverso tra loro , molto diversamente dai fabbisogni con cui siamo abituati a lavorare. In ogni modo non si può pensare che si possa abbassare la proteina totale in modo eccessivo rimpiazzando la quota mancante con tutti gli aminoacidi del mercato, in quanto pur anche teoricamente soddisfacendo il fabbisogno in AA digeribili, le prestazioni subirebbero un calo notevole: ad esempio nei suinetti post svezzamento non si dovrebbe scendere molto al di sotto del 17% di proteina anche a parità di AA digeribili, pena il rischio di ridurre IPG e resa. Il messaggio quindi è che i fabbisogni in AA proposti dagli enti di ricerca (INRA, BSAS, CVP etc.) o dalle case genetiche vanno presi in considerazione come strumenti indispensabili, ci mancherebbe,  ma non devono essere ritenuti immutabili o ferrei al punto da non pensare che ci siano infinite variabili che condizionano i reali fabbisogni ed il reale valore degli alimenti; lo stesso ragionamento vale per i modelli economico\ alimentari (tipo il canadese Watson) applicati alle varie realtà….  senza contare che la ricerca in nutrizione continua a proporre nuovi sistemi e nuove soluzioni per obiettivi economici sempre più performanti. Insomma, il bello deve ancora venire…

(Fig.1) Rapporto Lisina \ AA a seconda del momento fisiologico del suino (CVB, BSAS)
  25/112 Kg Gestazione Lattazione
  BSAS CVB BSAS CVB BSAS CVB
Lisina 100 100 100 100 100 100
Met+Cis 59 59-->61 65 63 55 50
Treo 65 57-->60 71 72 66 63
Trip 19 19 20 15 18 17