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Suinicoltura + Suinicultura

Hemorrhagic Bowel Syndrome o HBS: La sindrome del “maiale scoppiato”

(dott.ssa Giusy Romano)

L’Hemorrhagic Bowel Syndrome, abbreviata per semplicità con l’acronimo HBS, e più conosciuta dagli allevatori come “maiale scoppiato”, rappresenta un insieme di condizioni non fisiologiche per il suino, che portano ad una inspiegabile morte di soggetti definiti “belli”, senza sintomatologia apparente e per cui non si è ricorso all’utilizzo di antibiotici per sanare una condizione patologica. Di solito la HBS colpisce i suini in svezzamento e magronaggio (tra i 2 e gli 8 mesi di vita, in particolare tra 70-120 kg), che in necroscopia appaiono con cute e mucose pallide e con un’evidente distensione dell’intestino, che apparirà congesto e pieno di sangue, il quale fuoriuscirà in maniera proficua al momento del taglio di uno dei tratti intestinali. Il video di seguito ben illustra la situazione.

La causa della HBS non è ancora chiara, ma esistono teorie di diverso tipo, tra cui l’alimentazione a base di alimenti pellettati o a base di siero di latte fresco, oppure alte concentrazioni di rame nella razione; altri autori ipotizzano che alla base della HBS ci sia un problema della coagulazione (visto la risposta positiva al trattamento con la vitamina K), oppure che alcune materie prime della razione, come pure additivi o metaboliti vari, possano determinare una irritazione diretta o un’ipersensibilità a livello intestinale. Altri autori ancora identificano la HBS semplicemente come una torsione intestinale, dato che questo reperto risulta spesso essere associato alla HBS in sede necroscopica. Tuttavia, al momento, l’ipotesi più accreditata sembrerebbe che, indipendentemente dalla torsione, la HBS determini una proliferazione eccessiva dei microrganismi della normale flora microbica intestinale, con conseguente fermentazione e produzione di gas. È proprio per questo motivo che tra i fattori di rischio predisponenti viene considerata l’alimentazione a base di siero di latte fresco, oltre che un aumento delle temperature ambientali e un’alimentazione di tipo liquido qualora ci siano stati degli errori nel lavaggio degli impianti che possano aver causato una proliferazione batterica indesiderata. Un ulteriore fattore di rischio sembrerebbe l’alimentazione ad libitum, con i suini che effettuano tanti pasti durante le sole ore diurne; con l’aumentare del peso dell’animale diminuisce il numero di pasti giornalieri e aumenta la quantità media di alimento ingerito per pasto, portando così ad una non corretta acidificazione dell’alimento con conseguente formazione di fermentazioni anomale. Altri fattori che possono essere coinvolti nell’insorgenza della HBS sono tutti quei fattori gestionali e ambientali che determinano un consumo veloce di grandi quantità di alimento, come il sovraffollamento, la competizione, errori nella distribuzione dell’alimento o una lunghezza del truogolo non sufficientemente proporzionata al numero di animali presenti.

Essendo la HBS una patologia multifattoriale, sono poche le armi in nostro possesso per intervenire in maniera efficace e pronta a livello terapeutico, essendo, tra l’altro, animali che non manifestano alcun sintomo esteriore che può fungere da campanello d’allarme per agire prontamente e salvare l’animale. In queste situazioni è fondamentale riconoscere subito che il maiale è morto a causa della HBS e, in seconda battuta, riconoscere quali sono i fattori di rischio che sono entrati in gioco nel manifestarsi della patologia. Se il problema fosse da attribuire al siero di latte fresco, di solito è sufficiente uno stoccaggio dello stesso per 24-48 ore prima della sua somministrazione ai suini, affinché avvenga la selezione e la moltiplicazione dei lattobacilli, prevenendo così l’eccessiva formazione di gas a livello intestinale; in caso di alimentazione liquida potrebbe anche essere utile acidificare l’acqua con acidi organici. L’utilizzo di mangimi medicati viene spesso impiegato come metodo risolutivo, poiché le sostanze antibiotiche possono aiutare a controllare la proliferazione dei batteri della flora microbica intestinale, diminuendo così la probabilità di formazione di gas. A volte, in realtà, potrebbe anche semplicemente bastare evitare il sovraffollamento e la competizione, garantendo a ciascun suino il giusto spazio al fronte mangiatoia, così da evitare l’ingestione di una grande quantità di alimento in un brevissimo lasso di tempo.