Performance di crescita e caratteristiche ematologiche di suini trattati con ferro allo svezzamento e alimentati con supplemento di rame

(dott.ssa Giulia Bini)

Il rame è un minerale essenziale utilizzato per la sintesi dell’emoglobina. Anche se la sua richiesta nella dieta di suini svezzati varia fra 5 e 6 ppm, le diete con livelli elevati di rame sembrano avere effetti positivi sulla crescita degli animali. Di contro, però, l’eccesso ha effetti negativi sull’assorbimento del ferro nel tratto gastroenterico. Questo aggrava la condizione di anemia – clinica o subclinica – in cui spesso si trovano i suini allo svezzamento che hanno ricevuto solamente una dose di ferro alla nascita. Clinicamente i suini sono considerati anemici se la concentrazione ematica di emoglobina è < 9g/dl e, si considera anemia da carenza di ferro se i livelli di emoglobina sono compresi fra i 9g/dl gli 11g/dl.

L’obiettivo dello studio è indagare l’effetto che un supplemento di 250 ppm di rame nella dieta ha sulla crescita di suini trattati con una dose aggiuntiva di ferro allo svezzamento.

144 suini svezzati sono stati divisi in 8 gruppi e trattati in modi differenti in base a: taglia, numero di somministrazioni di ferro destrano e supplemento di rame nella dieta. Sono stati poi determinati: incremento medio giornaliero, ingestione media giornaliera e indice di conversione. Inoltre, sono stati raccolti campioni di sangue al fine di valutare l’effetto dei diversi trattamenti sui parametri ematici. 

I suini sono stati pesati, castrati, sono state tagliate le code e limati i canini. A tutti sono stati somministrati 100mg di ferro destrano IM, ovvero la dose che normalmente viene utilizzata negli allevamenti intensivi a prescindere dalla taglia dell’animale che la riceve. A 21 giorni sono stati svezzati e suddivisi in base alla taglia. È stata fornita alimentazione ad libitum, per alcuni una dieta di controllo e per altri una dieta con supplemento di solfato di rame. I suini sono stati pesati allo svezzamento e poi settimanalmente per 49 giorni. L’incremento medio giornaliero è stato calcolato per i seguenti periodi: da 0-7 gg, da 8-21 gg, da 22-49 gg e per l’intero periodo della prova.

Per i suini del gruppo che riceveva la seconda iniezione di ferro, e prima che fosse loro somministrata, è stato raccolto un campione di sangue al fine di determinare i seguenti parametri: numero di globuli rossi, reticolociti, numero di globuli bianchi, neutrofili, linfociti, monociti, eosinofili, basofili, piastrine, % di reticolociti, concentrazione di emoglobina, ematocrito, volume corpuscolare medio, concentrazione emoglobinica corpuscolare media, ampiezza della distribuzione eritrocitaria e volume piastrinico medio.

Questo studio ha evidenziato un aumentato rischio di anemia allo svezzamento per i suini di taglia maggiore i quali, infatti, avevano ematocrito ed emoglobina più bassi rispetto agli animali con un peso inferiore. La singola iniezione di ferro alla nascita è risultata sufficiente a garantire una adeguata concentrazione di emoglobina e quindi a prevenire l’anemia solamente nei suini di taglia più piccola. Questo suggerisce che al momento della somministrazione di ferro sarebbe necessario considerare il peso dei suinetti. Inoltre, un eccesso di rame nella dieta sembra diminuire l’assorbimento di ferro a livello gastroenterico e pertanto sono necessari adeguati livelli di ferro affinché il supplemento di rame migliori le performance di crescita. La doppia somministrazione di ferro non ha però migliorato le performance nei suini alimentati con dieta di controllo.

Bibliografia

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