Abolizione delle gabbie parto: utilizzo della zootecnia di precisione per diminuire i morti per schiacciamento

Negli ultimi anni, il sistema di gestione delle scrofe in sala parto è diventato oggetto di un acceso dibattito in ambito zootecnico, etico e politico. In particolare, l'utilizzo delle gabbie parto. Attualmente, la maggior parte degli allevamenti suinicoli intensivi in Italia impiega gabbie di dimensioni variabili,  da 3.5 a 4.5m2, come misura di prevenzione della mortalità pre-svezzamento. Si stima che la mortalità in lattazione avvenga per il 50% nei primi due giorni successivi al parto, attribuendone la causa allo schiacciamento dei suinetti da parte della madre. Tuttavia, la restrizione prolungata della mobilità materna e l’impossibilità di esprimere comportamenti fisiologici, come la costruzione del nido o l’interazione libera con la prole, sollevano rilevanti problematiche etologiche ed etiche. Tali criticità sono oggetto di crescente attenzione da parte della comunità scientifica, degli organi regolatori europei e dei consumatori. In particolare, la campagna europea “End the Cage Age” e il successivo impegno della Commissione Europea a valutare una progressiva eliminazione delle gabbie in allevamento pongono le basi per una possibile revisione normativa.

Numerosi studi sperimentali hanno indagato l’impatto dei sistemi alternativi al parto in gabbia (come i box parto liberi o free farrowing pens -foto1-, i sistemi ibridi con apertura post-partum, sale parto di gruppo), lavorando sugli indici di benessere della scrofa e della nidiata, nonché sulle performance produttive e sanitarie. Tuttavia, i risultati disponibili mostrano una certa eterogeneità, condizionata da molteplici variabili quali la genetica, la gestione, la progettazione strutturale e la formazione del personale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto 1, box parto liberi o free farrowing pens (da internet)

Nel contesto attuale di crescente attenzione al benessere animale e di potenziali modifiche normative in ambito europeo, è fondamentale individuare strumenti e protocolli operativi che permettano agli allevatori di rispondere efficacemente alle nuove esigenze, senza compromettere la sostenibilità economica delle aziende. In particolare, risulta cruciale trovare un equilibrio tra le esigenze etologiche materne, la riduzione del rischio di schiacciamento neonatale e l'efficienza produttiva complessiva.

Sebbene la letteratura scientifica abbia già approfondito le principali cause di mortalità sotto-scrofa, incluse quelle per schiacciamento (Vedi figura1), rimane ancora parziale la comprensione delle dinamiche comportamentali e sanitarie associate a tali eventi, soprattutto in contesti caratterizzati dalla presenza di scrofe iper-prolifiche e allevate in sistemi privi di contenzione fissa durante la lattazione.

 

Figura 1, schema che mostra i numerosi fattori che possono favorire l’evento di schiacciamento. Puggioni, A., Menegon, F., Galli, M.C., Di Martino, G., Gan, H., Norton, T., & Scollo, A. (2025). Abolizione della gabbia parto e salute dei suinetti: l’aiuto arriva dalla PLF? Atti del 50° Meeting Annuale SIPAS, Lazise (VR), 17–18 aprile 2025.

Considerata la complessità multifattoriale degli schiacciamenti neonatali, l'adozione di sistemi di monitoraggio automatici potrebbe rappresentare una strategia efficace per migliorare la capacità di intervento tempestivo da parte degli operatori. Nell’ambito della zootecnia di precisione (Precision Livestock Farming, PLF), sono già stati sviluppati diversi strumenti con questo scopo. Negli ultimi anni, a queste tecnologie si è affiancata la computer vision, una metodologia ad alta efficienza e non invasiva, sempre più impiegata per l’analisi automatica del comportamento dei suini. Di tale argomento ne hanno parlato in maniera innovativa ed interessante i colleghi Puggioni, A ed al. al 50° Meeting Annuale SIPAS, Lazise (VR), 17–18 aprile 2025, con il loro lavoro dal titolo “Abolizione della gabbia parto e salute dei suinetti: l’aiuto arriva dalla PLF?”, con il fine di sviluppare un elenco dettagliato e sistematico dei comportamenti osservabili specifico per scrofa, suinetto schiacciato e intera nidiata, tramite l’analisi con software di 77 video documentanti eventi di schiacciamento fatale in box parto liberi; in una fase successiva, attraverso l'utilizzo di un ulteriore software, sono stati estratti e annotati 836 fotogrammi. Tali dati hanno costituito il punto di partenza per “addestrare” modelli avanzati di computer vision, finalizzati al saper riconoscere in automatico degli eventi di schiacciamento. In questo studio è stato osservato in assenza di sistemi di contenimento, un cambiamento nelle dinamiche di schiacciamento, con una prevalenza di movimenti di rotolamento da posizione ventrale a laterale e di decubito mediante piegamento degli arti anteriori. Tali risultati suggeriscono che, in condizioni di maggiore libertà motoria, la scrofa tende ad adottare posture più naturali e meno vincolate rispetto a quelle osservate in gabbia parto, dove sono più frequenti transizioni posturali rapide come la discesa tramite il posteriore o lo scivolamento dalla posizione seduta alla posizione di decubito laterale. Per ridurre il rischio di schiacciamento nei sistemi di stabulazione libera, è necessario quindi identificare strategie strutturali che rallentino i movimenti di decubito, offrendo ai suinetti presenti nella zona di pericolo il tempo sufficiente per allontanarsi, senza però compromettere il benessere materno. Inoltre, sono state fatte diverse osservazioni sul comportamento anche dei suinetti; in primo luogo, la maggior parte di quelli schiacciati dormivano in zone differenti dal nido, unica zona “sicura” lontana dalla madre, aumentando cos le probabilità di essere schiacciati. In secondo luogo, l’8% dei suinetti schiacciati riportava patologie sottostanti quali problematiche locomotorie o di origine infettiva, che oltre a rendere i suinetti meno rapidi negli spostamenti e più letargici, influiscono sulle cause di mortalità nel periodo di lattazione, motivo per cui non andrebbero trascurate.

I risultati da loro ottenuti evidenziano come diventerà fondamentale intervenire e progredire in diversi aspetti per ridurre l’incidenza degli schiacciamenti neonatali. In particolare, una rivalutazione del ruolo del nido, uno sviluppo di soluzioni strutturali innovative in grado di rallentare i cambiamenti posturali delle scrofe, senza comprometterne il benessere e un'attenzione specifica dovrà inoltre essere rivolta alla gestione individuale degli animali più deboli o affetti da patologie, nonché alla selezione genetica orientata al miglioramento del comportamento materno. Infine, l’impiego di strumenti tecnologici avanzati, rappresentano una prospettiva promettente: grazie alla capacità di rilevare automaticamente gli eventi di schiacciamento e con potenziale di evoluzione verso una funzione predittiva, tali sistemi potrebbero consentire un monitoraggio continuo e interventi tempestivi, contribuendo in modo significativo alla prevenzione del rischio.