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Suinicoltura + Suinicultura

Siamo in settembre 2017 e quando penso che in Italia ci stiamo ancora sbattendo per l'eradicazione dell'Aujeszky nella specie suina dal lontano 1994, beh, lo sconforto cresce.

E' oramai evidente come il piano nazionale del 1997 nacque troppo debole, forse per piccoli interessi di bottega, ma soprattutto fu scarsamente coraggioso e per nulla ambizioso, di fatto rimase abbandonato a se stesso sino al dicembre del 2010.

Alla sostanziale debolezza dell'impianto normativo nazionale volto al controllo della malattia di Aujeszky nella specie suina, per raggiungere l'eradicazione in un territorio circoscritto (almeno il territorio della provincia), cercarono di porre rimedio i piani regionali/provinciali di eradicazione. Cominciò nel lontano 1999 la Provincia Autonoma di Bolzano (Decreto del Direttore di Ripartizione della Provincia di Bolzano n°32/745 del 09/03/1999) cui seguirono altri decreti (Decreto del Direttore del S.Veterinario Bolzano n°32/2571 del 09/03/2002 e Decreto del Direttore del S.Vet. Bolzano n°8538/2016 del 27/05/2016). Grazie a tali atti, la Provincia Autonoma di Bolzano, fu inserita nel 2008, fin da subito, nell'allegato II (piani di eradicazione approvati) della Decisione 185/2008/CE. Nel 2012 (Decisione di Esecuzione della Commissione del 13 novembre 2012 – 2012/701/UE) la Provincia Autonoma di Bolzano, fu inserita, nell'allegato I della Decisione 185/2008/CE, come territorio indenne da Aujeszky. Ad oggi quello di Bolzano, è l'unico territorio italiano indenne da Aujeszky. Andando a vedere gli atti di Bolzano, mi sono saltati agli occhi alcuni passaggi interessanti.

Cominciando dal primo del 1999, compaiono alcune stranezze nel testo normativo: nei richiami normativi si citano sia il D.M. 01/08/1994 (piano volontario già abrogato), sia D.M. 01/04/1997 (piano vigente che abroga il precedente).

Nel prosieguo del testo normativo riporto alcuni interessanti stralci:

“Omissis ….

Constatato che nessun suino appartenente ad aziende della provincia di Bolzano è stato sottoposto a vaccinazione ai sensi del Decreto ministeriale del 1 agosto 1994 e del Decreto ministeriale del 10 aprile 1997, riguardanti il piano nazionale di controllo della malattia di Aujeszky nella specie suina;

In considerazione del fatto che nelle aziende presenti nel territorio della provincia di Bolzano vengono detenuti in media 1-2 suini e considerato che quasi l'intero patrimonio suino viene macellato ogni anno nei mesi invernali e la carne ivi ottenuta viene destinata

quasi esclusivamente all'autoconsumo;

Constatato che nel territorio della ;Provincia di Bolzano sono presenti solo una quindicina di aziende destinate all'allevamento dei suini, le quali negli anni passati sono state tutte sottoposte con esito negativo al controllo nei confronti della malattia di Aujeszky e che quindi la maggior parte di suini e suinetti introdotti in provincia di Bolzano proviene da altre regioni italiane nonché dai paesi limitrofi;

Omissis ….

Considerato quindi che appare estremamente opportuno e vantaggioso procedere ad un rapido e diretto risanamento del territorio della provincia di Bolzano da detta infezione senza ricorrere prima all'effettuazione di costosi programmi di vaccinazione;

Ritenuto di ottenere il massimo di rapporto costo/beneficio per la provincia di Bolzano,

Omissis ….

Art. 3

Allevamenti indenni

1. Si considera indenne da malattia di Aujeszky un allevamento che presenta le seguenti caratteristiche:

Omissis …..

b) non sono presenti suini vaccinati contro la malattia di Aujeszky;

omissis …..

Art. 9

Provvedimenti di tutela degli allevamenti indenni

l. In provincia di Bolzano è vietato sottoporre i suini a vaccinazione nei confronti della malattia di Aujeszky.

2. Nelle aziende della provincia di Bolzano possono essere introdotti esclusivamente suini provenienti da aziende indenni da malattia di Aujeszky e non vaccinati nei confronti di detta malattia.”

Omissis ….”

Ora, risulta evidente per chiunque quanto limitata e particolare sia la realtà suinicola nella provincia autonoma di Bolzano. Inoltre, in perfetto contrasto con l'obbligo di vaccinazione dei suini, contenuto nel piano nazionale vigente del 1997, a Bolzano, dal 1999 si vieta di vaccinare. Non voglio assolutamente entrare nella sterile discussione sulla gerarchia delle fonti normative, peraltro già affrontata dal sottoscritto nel precedente lavoro, ma tale incongruenza salta prepotentemente agli occhi di chiunque. Certo è che così facendo, Bolzano, vista soprattutto la tipologia allevatoriale della propria provincia (allevamenti familiari, con in media 1-2 suini, con ricambio annuale) ha sicuramente fatto bene a seguire tale strada, ottenendo nel 2012 la qualifica di primo territorio italiano indenne da Aujeszky. Infatti  tale scelta rappresenta uno dei possibili approcci di quella modulazione della strategia di eradicazione che ho esposto nel mio precedente lavoro “Profilassi sanitaria”. Col successivo  ed ultimo atto in ordine di tempo (2016), Bolzano precisa, tra le altre cose, un punto importante per la tenuta del piano, la numerosità campionaria da prevedere per il monitoraggio sierologico:

“Omissis ….

Art. 3

Esecuzione delle prove

1. Tutti i suini di età superiore a nove mesi presenti nelle aziende da riproduzione vengono sottoposti annualmente ad un controllo sierologico nei confronti della malattia di Aujeszky.

2. Il monitoraggio sierologico nelle aziende che detengono suini per autoconsumo o da ingrasso, viene effettuato annualmente ipotizzando una prevalenza attesa del 2% (intervallo di confidenza del 95%).

Omissis ….”

La scelta di una prevalenza attesa del 2%, con intervallo di confidenza del 95%, comporta una numerosità campionaria importante, che assicura certamente una maggior probabilità di trovare nella popolazione suina campionata i positivi. Certo è che tale scelta, guardando alla realtà allevatoriale suina della provincia di Bolzano (allevamenti familiari, con in media 1-2 suini, con ricambio annuale), non comporta sostanziali differenze nel numero di campioni, per gli allevamenti con pochi capi (sino a 20 capi) rispetto alla prevalenza attesa del 5% o 10%, prevista nei piani regionali friulano, veneto, lombardo ed emiliano romagnolo.

Rimane il fatto che, ad oggi, l'unico territorio italiano che può dirsi indenne da Aujeszky, è rappresentato dalla provincia autonoma di Bolzano.

Da ultimo una nota di colore, ho notato che gli atti normativi di Bolzano sono bilingue, quelli del 1999 e 2002 Italiano – Tedesco, quello del 2016 Tedesco – Italiano. Vorrà dire qualcosa ?

Nel prossimo lavoro, prenderò in esame i piani regionali ( friulano, veneto, lombardo ed emiliano romagnolo) di controllo ed eradicazione della malattia di Aujeszky nella specie suina.