Per capire le scelte “politiche” alla base degli atti normativi dell’UE, come ad esempio le ultime bozze sul medicinale veterinario ed i mangimi medicati, occorre analizzare la nascita delle prime forme di cooperazione europea che hanno portato all’attuale Unione Europea.
Storicamente, le radici dell’Unione europea risalgono alla seconda guerra mondiale. L’idea dell’integrazione europea è nata per far sì che non si verificassero mai più simili massacri e distruzioni. L’UE è nata prima ancora dei trattati di Roma del 1957: è nata dal Piano Marshall di aiuti all’Europa messa in ginocchio dalla seconda guerra mondiale. Subito dopo la fine della guerra, l’Europa è divisa in due blocchi, occidentale e orientale. Inizia così la guerra fredda, che durerà quarant’anni. A seguire le tappe principali di tale nascita.
1941 – Federale, unita, libera e pacifica. È la visione che Altiero Spinelli ha dell’Europa nel 1941 quando scrive, con Ernesto Rossi, “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”. L’intellettuale italiano nel pieno della Seconda Guerra mondiale, confinato dal regime fascista a Ventotene, piccola isola dell’arcipelago pontino, scrive quello che passerà alla storia come il Manifesto di Ventotene, testo riconosciuto alla base del processo di unificazione dell’Europa in senso federalista.
1949 – Il 5 maggio nasce il Consiglio d'Europa, organismo per la difesa dei diritti umani fondato da Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia, con sede a Strasburgo. A tutt’oggi al di fuori del quadro istituzionale dell’UE, rimane il primo tentativo dei Paesi europei di creare un organismo continentale nel dopo guerra per scongiurare un ulteriore conflitto.
1950 – Il 9 maggio l'allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman propone la creazione di una Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) che, nelle intenzioni del suo ideatore, renderebbe impensabile una guerra tra le nazioni europee. In omaggio alla dichiarazione Schuman il 9 maggio di ogni anno si celebra la Festa dell’Europa.
1951 - Il 18 aprile l’ambizione di Schuman diviene realtà attraverso la posa della prima pietra della costruzione comunitaria: sei Paesi europei - Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo - sottoscrivono il Trattato istitutivo della CECA, la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio con l'obiettivo di introdurre la libera circolazione, appunto, di carbone e acciaio e garantire il libero accesso alle fonti di produzione. A Lussemburgo viene istituita l'Alta Autorità sovranazionale indipendente con il compito di far rispettare regole comuni fissate per la produzione e il commercio.
1957 - Il 25 marzo, in seguito al successo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio, vengono firmati a Roma i trattati istitutivi della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). I cosiddetti Trattati di Roma entrano in vigore il primo gennaio dell’anno successivo. Le Commissioni della Cee e dell'Euratom si insediano a Bruxelles.
In sintesi, si sperimentò per la prima volta cosa significava avere un sistema di libera circolazione di prodotti primari. Nacque la CECA (comunità europea del carbone e dell’acciaio), seguita dalla CEE (comunità economica europea) e dall’Euratom (comunità europea dell’energia atomica). Tutte poi confluirono nella CE (comunità europea), oggi Unione Europea.
Per entrare a far parte delle comunità europee, gli Stati dovevano possedere determinate caratteristiche, quali la democrazia, il rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali della persona umana, ad esempio. E questi sono principi ideologici molto precisi e molto forti.
Ma la funzione delle comunità europee prima e dell’UE poi è di natura squisitamente economica e tutte le politiche europee sono finalizzate alla stabilità del mercato interno. Il motivo, che può essere non condivisibile, è semplice: dalle macerie del secondo dopoguerra, si è capito che le politiche sociali, per poter funzionare necessitano di risorse e che solo un’economia sviluppata e stabile può assicurare quelle risorse.
L’Europa di oggi si occupa di tantissime cose, anche di politiche sociali. Stabilisce norme di principio all’insegna delle quali i Paesi membri devono legiferare. E' necessario comprendere che anche le norme di principio oltre ad avere un valore hanno un prezzo e che il compito dell’UE è di far girare l’economia perché anche le norme di principio vengano realizzate. Sostenere, ad esempio, la natura senziente degli animali risponde ad un bisogno ideologico, ma ha delle ricadute sul piano pratico che vanno regolamentate e che costano. Sostenere l’ambiente pure risponde ad un bisogno ideologico (ne parla persino il Papa nella sua ultima enciclica!), ma comporta cambiamenti importanti a livello economico prima ancora che sociale.
Le nuove sensibilità dei popoli non troverebbero alcun riscontro senza l’UE, perché resterebbero infognate nei parlamenti nazionali, soffocate dalle ideologie. In questo l’Europa si pone infatti problemi pratici. Si esprime regolamentando, per far girare meglio l’economia, per continuare a far muovere l’unico motore che ci assicura stabilità e che ci protegge anche nel cosiddetto scacchiere internazionale, dove come Unione Europea contiamo qualcosa, mentre come stati vassalli e poveri non conteremmo un bel niente.
Si ringrazia l'Avv Daria Scarciglia, per alcuni passi del presente lavoro.