Rara quanto singolare forma di dermatite, a livello della regione mammaria di una scrofa all’inizio della lattazione. Notare l’imponente esposizione del sottocute con aree a diverso stadio evolutivo della lesione.
Curiosa l’assenza di lesioni a livello del capezzolo.Un primo intervento a base di ossido di zinco in polvere, non aveva sortito gli effetti sperati, anzi l’eccessivo essiccamento della superficie lesa, non aveva permesso una corretta cicatrizzazione della cute.
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Notare come la formazione di una sottile quanto semirigida pellicola sul sottocute andasse a peggiorare le situazione. Infatti i movimenti deambulatori comportavano una rottura di questa neoformazione, dai margini della quale era
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possibile evidenziare un leggero gemizio di sangue.
Applicando, sempre dell’ossido di zinco, ma in pasta, è stato possibile osservare un deciso miglioramento della lesione.
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In effetti l’impiego di una pasta, che aggiungesse all’attività dello zinco anche un’attività emolliente, ha permesso di ovviare a quegli spiacevoli inconvenienti conseguenti ad un'eccessiva secchezza.
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L’applicazione della pasta per due volte al giorno per tre giorni consecutivi, ha permesso di ottenere un miglioramento generale della lesione, tanto da permettere alla scorfa di continuare nella lattazione per oltre due settimane.
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Questo anche grazie al fatto che la patologia, nel corso del suo procedere, ha risparmiato i capezzoli permettendone la prensione da parte dei suinetti.
Consigliabile comunque una terapia antibiotica sistemica oltre che antidolorifica, almeno per i primi 3 giorni.
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