(dott.ssa Giusy Romano)
Nel suino, come anche in altre specie animali, le malformazioni intestinali congenite sono innumerevoli e di diversa entità, tra cui la stenosi (restringimento), l’atresia (occlusione), l’ipoplasia (sviluppo incompleto), l’agenesia (mancato sviluppo), i difetti di posizione e di rotazione dell’intestino, gli alterati rapporti ano-rettali e le ernie intestinali. Tra tutte queste malformazioni una delle più comuni è rappresentata appunto dall’atresia dell’ano, che si può presentare da sola oppure associata ad altre malformazioni, in particolare del tratto uro-genitale.
Le atresie anali semplici (foto 1) riguardano solo l’area dell’ano. Ciò significa che il retto, ovvero l’ultima parte dell’intestino, è completamente sviluppato ma non comunica con l’orifizio esterno a causa della presenza di una membrana ano-rettale che crea un “ano imperforato”, risultato di un insufficiente o di un mancato sviluppo dell’apertura anale. In questo caso è possibile creare chirurgicamente un’apertura anale in quanto solo la cute e il sottocute sono imperforati, mentre lo sfintere muscolare e il retto sono adeguatamente sviluppati e funzionanti. Tuttavia, di solito non vale la pena operarli chirurgicamente poiché, nel giro di poco, l’apertura artificiale tornerà a richiudersi.
Foto 1: suinetto con atresia dell'ano
Le atresie rettali semplici riguardano invece l’area del retto, che termina in un vicolo cieco più o meno distante dall’apertura anale, con cui può essere collegato attraverso un cordone ombelicale. Tra il retto e l’apertura anale è presente uno strato di tessuto connettivo.
L’atresia ano-rettale, infine, è una malformazione sia a carico dell’area anale che dell’area rettale, caratterizzata quindi sia dalla mancata perforazione dell’apertura anale che dalla terminazione a fondo cieco del retto, che si troverà dislocato più in alto rispetto all’atresia rettale semplice.
Nei suini, l’atresia dell’ano sembra avere carattere ereditario e i maschi sembrano essere più colpiti delle femmine sia in termini di incidenza che in termini di gravità della malformazione. Nel caso in cui si manifesti questo genere di malformazione sarebbe opportuno evitare di coprire la stessa scrofa con lo stesso verro al ciclo successivo. L’incidenza dell’atresia dell’ano è comunque molto bassa, aggirandosi intorno allo 0,5-0,7%, quindi può essere considerato un “problema” di lieve entità all’interno di un allevamento intensivo.
I suinetti colpiti si riconoscono facilmente, in quanto mostrano un addome notevolmente aumentato di volume e deperimento evidente (Foto 2), con morte del soggetto a distanza di qualche giorno dalla nascita, anche se qualche suinetto riesce a sopravvivere per più settimane post-svezzamento.
Foto 2 :Suinetto con addome gonfio a causa di atresia dell'ano
Attenzione perchè anche soggetti all’ingrasso potrebbero manifestare gli stessi sintomi, quindi distensione addominale e conseguente dimagrimento dell’animale, ma in questo caso si tratta, per la maggior parte, di stenosi del retto, anch’essa determinata da cause ereditarie oppure come conseguenza di un prolasso rettale, come un fenomeno di epiteliogenesi imperfetta o come conseguenza di un’infezione da Salmonella Typhimurium, quindi può essere un importante campanello di allarme da distinguere dall’atresia dell’ano che si manifesta in soggetti molto più piccoli.