Cerificazione ed etichettatura per il benessere animale: nuovi passi avanti o mancata occasione per un reale cambiamento?

(Dott. Maria Costanza Galli)

Nella metà del mese scorso i Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali insieme con Accredia, l’Ente italiano di accreditamento, hanno presentato il progetto del nuovo “Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale” (SQNBA).

Il SQNBA è stato introdotto con il Decreto Legge 34/2020, convertito con modificazioni dalla Legge 77/7020:

Al fine di assicurare un livello crescente di qualità alimentare e di sostenibilità economica, sociale e ambientale dei processi produttivi nel settore zootecnico, migliorare le condizioni di benessere e di salute degli animali e ridurre le emissioni nell'ambiente, è istituito il "Sistema di qualità nazionale per il benessere animale", costituito dall'insieme dei requisiti di salute e di benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali,…”

“L'adesione al Sistema è volontaria e vi accedono tutti gli operatori che si impegnano ad applicare la relativa disciplina e si sottopongono ai controlli previsti.”

“Con uno o più decreti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro della salute,…, sono definiti la disciplina produttiva, il segno  distintivo  con  cui  identificare  i  prodotti conformi, le procedure  di  armonizzazione  e  di  coordinamento  dei sistemi di certificazione e di  qualità  autorizzati  alla  data  di entrata in vigore della presente disposizione, le misure di vigilanza e controllo,…”

Il progetto sembra rappresentare un’ottima opportunità per far sì che i consumatori possano avere uno strumento per valutare i prodotti acquistati anche in relazione allo standard di benessere, permettendogli così di acquisire informazioni che possano guidarlo verso un consumo più consapevole. Tramite un sistema di etichettatura nazionale sarebbe inoltre possibile sia valorizzare gli allevatori che già utilizzano sistemi e/o pratiche di allevamento superiori ai requisiti minimi di legge sia incentivare coloro che vorrebbero migliorare le condizioni di benessere.

L’incontro online di presentazione del progetto ha tuttavia destato forti dubbi ad alcune associazioni, quali Ciwf Italia, Essere animali, LAV e Legambiente. Queste hanno infatti evidenziato che il progetto è stato presentato in maniera molto generica, senza entrare nel merito dei criteri richiesti agli allevatori per acquisire la certificazione benessere animale. Alla luce di queste poche informazioni le Associazioni italiane avrebbero richiesto la possibilità di visionare le bozze dei documenti contenenti queste informazioni, ma questa condivisione ancora ad oggi non è mai avvenuta.

L’altro aspetto che mette in allarme le Associazioni riguarda proprio la certificazione per i suini. Dalle poche informazioni condivise durante l’incontro sembrerebbe infatti che questa si svilupperebbe solo su due livelli, uno al chiuso e uno all’aperto, e non sembrerebbe prendere in considerazione l’allevamento di scrofe e suinetti. In questo modo non sarebbe possibile distinguere, tra gli allevamenti al chiuso, quelli che applicano pratiche più rispettose del benessere, quali l’utilizzo ridotto della gabbia gestazione e/o della gabbia parto, o la somministrazione di analgesici e/o anestetici durante la castrazione.

A Maggio 2020 Ciwf Italia e Legambiente hanno invece presentato una proposta di etichettatura per i suini secondo il metodo di allevamento, anche questa volontaria, che considera 4 livelli, come da immagine seguente.
Sche dei 4 livelli di classificazione previsti da Legamiene e Ciwf

Livello 0 Biologico 

  • accesso all’aperto sempre disponibile
  • gestazione, parto e allattamento liberi
  • lettiera vegetale
  • svezzamento oltre i 40 giorni
  • certificazione

 

Livello 1 all’Aperto

  • accesso all’aperto sempre disponibile
  • gestazione, parto e allattamento liberi
  • lettiera vegetale
  • no castrazione chirurgica
  • svezzamento oltre i 40 giorni

                                                

Livello 2 al Coperto** 

  • +30% di spazio
  • gestazione, parto e allattamento liberi
  • lettiera vegetale
  • no castrazione chirurgica
  • area esterna facoltativa

 

Livello 3 al Coperto*

  • +30% di spazio
  • scrofe in gabbia massimo 6 giorni
  • uso di paglia
  • castrazione chirurgica con anestesia
  • no accesso all’aperto

 

Livello 4 al Coperto

  • requisiti minimi di legge
  • scrofe in gabbia
  • no accesso all’aperto

 

Questa proposta sembra differenziare in maniera più chiara i diversi sistemi di allevamento e quindi i diversi standard di benessere animale, seppur con i suoi limiti.

La differenza sostanziale che però sembra evidente è la trasparenza con la quale le proposte sono state presentate. Le Associazioni si dichiarano aperte per il confronto e per istituire un tavolo di dibatto attraverso cui migliorare il sistema di certificazione. Il processo del Sistema di Qualità proposto dai Ministeri sembra invece ad oggi non accessibile, e questo potrebbe minare la possibilità di un confronto politico, necessario invece per la sua migliore realizzazione.