Tecnicamente è una delle adozioni applicate con più frequenza e consiste nel trasferire suinetti in ritardo di crescita, dalle loro covate a covate più giovani (il classico passaggio indietro). In molte aziende viene applicato su tutte le età dei suinetti, dalla seconda settimana di vita fino allo svezzamento, momento nel quale, i suinetti più brutti vengono raggruppati sotto scrofe con un’età di lattazione inferiore.
Si tratta di una adozione tardiva molto discussa!
Da una parte la ragione e la sanità vorrebbero che i suinetti ritardatari, che come tali potenziali veicoli di patologia, non debbano essere spostati in covate diciamo così più “sane” al fine di evitarne il contagio. Dall’altra c’è l’indiscutibile evidenza di campo che questi suinetti ritardatari, qualora spostati sotto scrofe ad inizio lattazione, recuperino condizione corporea spesso in maniera sorprendente.
Come sempre nelle cose c’è bisogno di buon senso ed intermediazione. In effetti è inutile impedire ai tecnici d’azienda l’esecuzione dell’adozione di ritorno, dato che in un modo o nell’altro la faranno comunque. Utile, a questo proposito, potrebbe essere fornire alla manovalanza quegli strumenti per valutare il rischio che deriva dallo spostamento di quel suinetto in ritardo. Uno strumento come il termometro potrebbe fare al caso nostro! Sapere infatti se il suinetto che vogliamo trasferire ha una temperatura corporea attorno ai 40°C, è già un’informazione importante per decidere il dafarsi. Inoltre in questo modo sarà possibile constatare che il più delle volte il ritardatario ha una temperatura nella norma (attorno ai 38-38,5°C), provare per credere………….!