Premessa
Agli albori della suinicoltura intensiva tradizionale il ciclo estrale della singola scrofa era il punto centrale della gestione aziendale: tutto ruotava intorno al singolo animale, la durata della lattazione (spesso di 6-7 settimane), la data di svezzamento… e la successiva inseminazione.
La fecondazione era effettuata dal verro, spesso lasciato all’interno del gruppo di scrofe, e non si conosceva la data prevista del parto.

Negli anni ‘60 e ‘70 si è passati ad una gestione organizzata, passando dal calore singolo al calore di gruppo, (leggi: sincronizzazione) ottenuto dallo svezzamento di un certo numero di scrofe in un giorno fisso della settimana, che determina la successiva concentrazione degli eventi riproduttivi: l’estro ed il parto.

La concentrazione dei parti ha consentito di introdurre  nei locali adibiti al parto la pratica del vuoto sanitario: quando un gruppo di scrofe viene svezzato, il locale, svuotato degli animali, viene lavato, disinfettato e lasciato a riposo prima di introdurre il gruppo successivo. Allo stesso modo, viene fatto nei locali svezzamento e nelle fasi successive.
Il vuoto sanitario (TPTV = tutto-pieno-tutto-vuoto) consente di interrompere la catena infettiva da un gruppo all’altro.

Questo sistema di gestione settimanale (unitamente all’adozione di molti concetti derivanti dal settore avicolo), ha apportato alla suinicoltura intensiva, negli ultimi 30 anni, notevoli progressi organizzativi e produttivi, agevolati anche dalla diffusione della fecondazione artificiale.

Oggigiorno, nella maggior parte delle aziende, le scrofe vengono svezzate in un giorno fisso della settimana per concentrare i calori all’inizio della settimana successiva: infatti l’80%  sono fecondate  nei primi 2-3 giorni della settimana.
Il restante 20% ( primipare, scrofette, ritorni irregolari…) vanno in calore durante tutta la settimana.
Questo porta ad avere l’80% dei parti concentrati in 2-3 giorni, ma il restante 20% negli altri giorni, soprattutto nel fine settimana. Di conseguenza, quando i suinetti sono svezzati in un giorno fisso; la differenza di età tra le varie covate determina gruppi non omogenei.

Per ovviare a questa disomogeneità dei suinetti, in alcune aziende di grosse dimensioni, lo svezzamento viene effettuato due volte alla settimana, e riguarda le scrofe che hanno completato almeno 21 giorni di lattazione: in questo tipo di organizzazione, viene data la precedenza all’età del suinetto rispetto alla concentrazione degli svezzamenti

Negli anni ‘80, in Francia si è sviluppato il sistema denominato “conduite en bande” o “conduzione a gruppi o gestione a bande”: si è passati dalla gestione settimanale alla gestione pluri-settimanale, che comporta un’ulteriore concentrazione dei gruppi di scrofe: un grande beneficio organizzativo e produttivo, soprattutto nelle aziende medio-piccole.

In Italia, il sistema si è fatto conoscere alla fine degli anni 90, ma solo nel recente passato ha suscitato l’attenzione degli allevatori italiani, sia di piccole che di grandi dimensioni, per le caratteristiche insite nel sistema: un migliore utilizzo della manodopera (mediante una rigorosa pianificazione aziendale), il miglioramento dei risultati tecnici ed il miglioramento della gestione sanitaria, con un abbassamento del costo di produzione.

A questa diffusione anche in Italia della gestione a bande, sta dando un importante contributo la recente immissione in commercio dell’altrenogest, progestinico di sintesi che facilita la sincronizzazione di gruppo dell’estro.



ARGOMENTI PRINCIPALI

Il ciclo produttivo della scrofa e gestione tradizionale
Concetti base della gestione pluri-settimanale
Convenzioni sulla terminologia della gestione a bande
Definizione degli spazi di una scrofaia
gestione a 2 settimane
gestione a 3 settimane
gestione a 4 settimane
gestione a 5 settimane
gestione a 7 settimane
organizzazione del lavoro
La sincronizzazione
Passare a bande