VISTO ED ELABORATO PER VOI DALLE JRP 2017… (by Mario Gherpelli)
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP 49a edizione). Autori:  Alexandra LEMAY et Frédéric GUAY

 

Introduzione

La crescita della covata dipende da vari fattori, ma principalmente dalla produzione di latte della scrofa. Questa, a sua volta, dipende anch’essa da numerosi fattori, tra cui il consumo di alimento della scrofa. Oltre ad assicurare la crescita ponderale della covata, un consumo elevato di mangime in lattazione limita la mobilizzazione delle riserve corporee della scrofa, consentendo di ottimizzare le performances riproduttive sia al ciclo successivo che durante tutta la carriera riproduttiva dell’animale.

Molti studi sono stati dedicati al consumo alimentare della scrofa in lattazione ed hanno messo in evidenza diversi fattori in grado di influenzarlo: la temperatura ambiente, l’ordine di parto, il genotipo, il livello di deposito adiposo all’entrata in sala parto, così come le caratteristiche della covata e la frequenza di alimentazione.

Nonostante questi fattori siano stati studiati dettagliatamente in passato, pochi studi sono stati condotti integrandoli in un solo modello. Obiettivo di questo studio, infatti, è quello di integrare e quantificare gli effetti concomitanti di diversi fattori in grado di influenzare il consumo di alimento della scrofa in lattazione.

 

Materiali e metodi

1.      Gli animali e le strutture

I dati sono stati raccolti in un allevamento canadese, includendo 404 scrofe Large White (LW) e 315 scrofe Landrace (LA), con ordine di parto compreso tra 1 e 3.

Le scrofe erano alloggiate per tutta la gestazione in gabbie individuali (2,11m x 0,56m) e spostate in sala parto circa una settimana prima della data prevista del parto, in sale da 15 gabbie ciascuna con dimensioni della gabbia parto di 2,08m x 0,7m.

L’età media registrata nei 3 parti era la seguente: scrofe LW, 367-523-664; scrofe LA, 368-525-664.

2.      Alimentazione delle scrofe

Le scrofe in gestazione ricevevano due pasti/die di un mangime “tipo gestazione” del commercio.

Le scrofe in lattazione ricevevano anch’esse un mangime “tipo lattazione” del commercio, ma distribuito mediante un sistema automatico di alimentazione, basato su di una riserva di mangime munita di un dispositivo elettronico comandato dalla scrofa. Ogni volta che ciascuna scrofa attivava la sonda, l’orario e la quantità di mangime rilasciato venivano registrati sul data base aziendale. Il sistema di distribuzione prevedeva un rilascio di 0,75kg di alimento ad ogni comando della scrofa, con un tempo di sospensione nei 5 minuti successivi per evitare spreco di mangime.

All’ingresso in sala parto, ad ogni scrofa veniva attribuita una curva di alimentazione a seconda dell’ordine di parto (curva 1 per le primipare e curva 2 per quelle di 2°-3° parto), studiata in modo da garantire un consumo elevato di mangime.

I resti di mangime non consumato venivano verificati e stimati a vista due volte/die (h6.30 e h16) svuotando le mangiatoie.

3.      Raccolta dati su scrofe e suinetti

Per ogni scrofa, in ingresso e in uscita dalla sala parto, venivano  registrati il peso corporeo e lo spessore di lardo dorsale (SLD), misurato mediante ecografia eseguita nel punto P2 con una sonda lineare.

I dati raccolti al parto erano: numero, sesso e peso di ciascun suinetto, nato vivo o nato morto. Dopo l’identificazione, le eventuali adozioni venivano effettuate nelle 24h dopo il parto. Il numero minimo di suinetti/covata dopo i pareggiamenti era di 11 e il numero medio di suinetti/covata presenti a 24h dal parto era di 12,6. Tutte le scrofe con meno di 11 suinetti sono state escluse dallo studio. I suinetti morti durante la lattazione erano pesati individualmente. La durata media della lattazione è stata di 19,5 (±0,1) giorni per le scrofe LW e 17,3 (±0,1) giorni per le LA.

 

Risultati e discussione

Le variabili maggiormente correlate con il consumo totale di mangime durante la lattazione erano: il consumo alimentare nei giorni 1-6, la durata di lattazione, lo SLD al parto, il peso della scrofa allo svezzamento e il peso della covata allo svezzamento.

In particolare, questo studio ha messo in evidenza l’importanza del consumo precoce (giorni 1-6) di mangime delle scrofe in lattazione in quanto direttamente correlato con il consumo totale, particolarmente nelle giovani scrofe. I dati rilevati permettono di affermare che per ciascun Kg in meno di mangime consumato nei primi 6 giorni dal parto si avrà un consumo totale inferiore di 3 kg sul periodo considerato (lattazioni brevi, vedi Materiali e metodi, NdT).

Inoltre, più che il peso corporeo o l’ordine di parto (strettamente correlati tra loro), questo studio ha messo in evidenza la correlazione negativa tra SLD all’ingresso in sala parto e consumo totale di alimento. Infatti, per ciascun mm di SLD in più (valore medio 14,4 mm) si registrava una diminuzione del consumo di mangime di 1,47kg sull’intera lattazione.

Confermato un dato acquisito da tempo, cioè che la numerosità della covata (o il suo peso totale) sia un fattore in grado di stimolare il consumo alimentare della scrofa.